Italia deve tagliare bollette energetiche anche a costo di far salire debito - Calenda

Pubblicato 09.09.2022, 15:09
Aggiornato 09.09.2022, 15:18
© Reuters. Carlo Calenda, leader del partito Azione, durante un'intervista con Reuters a Roma. REUTERS/Remo Casilli
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di Giselda Vagnoni e Gavin Jones

ROMA (Reuters) - L'Italia deve ridurre rapidamente le bollette energetiche per imprese e famiglie, anche a costo di aumentare l'ingente debito pubblico del Paese, ha detto a Reuters Carlo Calenda, leader dell'alleanza Azione-Italia Viva, candidato alle elezioni politiche del 25 settembre.

Secondo i sondaggi, la tornata elettorale vedrà la vittoria dell'alleanza di destra, ma secondo Calenda, ex manager e ministro dell'Industria, la corsa è tutt'altro che conclusa e il suo partito centrista Azione puo' drenare voti fondamentali.

Il governo uscente di Mario Draghi dovrebbe investire 10 miliardi di euro per aiutare le aziende energivore e rimborsare ai cittadini parte degli aumenti dei costi di gas ed elettricità che hanno già eroso i loro bilanci, ha detto Calenda.

Il prezzo dell'energia da fonti rinnovabili dovrebbe anche essere sganciato dal prezzo del gas, ha aggiunto.

"Come sempre accade nei periodi di emergenza, prima agisci e meno spendi", ha detto Calenda in un'intervista rilasciata ieri nel quartier generale della sua campagna elettorale nel centro di Roma.

In tutta Europa i governi stanno varando pacchetti da svariati miliardi di euro per evitare il collasso delle utility e proteggere le famiglie dall'impennata dei costi energetici, causata soprattutto dalle conseguenze dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. 

Il governo ha rimodulato il bilancio di quest'anno per accantonare più di 50 miliardi di euro per la riduzione dei prezzi dell'energia. Finora Draghi ha finanziato i pacchetti anti-inflazione con l'aumento del gettito Iva alimentato dai prezzi crescenti dell'energia, rifiutandosi di ricorrere alla leva del deficit. Calenda ha detto che questo potrebbe non essere sufficiente e che uno sforamento dei target finanziari non dovrebbe più essere un tabù.

Esitare significherebbe maggiori danni all'economia, maggiori costi per i sussidi sociali e per la chiusura delle aziende, e rischierebbe anche di indebolire il sostegno italiano alle sanzioni contro la Russia, ha detto il leader di Azione.

Calenda accusa la Lega di "favorire la Russia", creando un legame tra le sanzioni e l'impennata dei prezzi dell'energia.

"Se non agiamo, dobbiamo essere consapevoli che l'opinione pubblica inizierà a vacillare sul sostegno all'Ucraina", ha detto.

Un tempo dirigente della Ferrari (BIT:RACE), azienda produttrice di auto sportive di lusso, Calenda ha costituito Azione nel 2019 e il mese scorso si è alleato con l'ex premier Matteo Renzi per correre insieme alle elezioni con il partito Italia Viva.

Secondo i sondaggi l'alleanza centrista si attesta tra il 5% e l'8%, ma Calenda punta al 12%, soglia che sarebbe sufficiente a privare il blocco conservatore della maggioranza al Senato.

"Possiamo sottrarre molti voti al centrodestra", ha detto.

Se il voto premiera' il programma di Azione e Italia Viva, Calenda spingerà per il ripristino di una coalizione di unità nazionale guidata da Draghi che coinvolga tutti i principali partiti.

BATTAGLIA PER DRAGHI

Calenda presenta Draghi come candidato premier di Azione, anche se l'ex capo della Banca Centrale Europea non partecipa alle elezioni e non ha mostrato interesse per un eventuale secondo incarico.

Nel caso di stallo del parlamento "credo che (il Presidente Sergio) Mattarella chiederà a Draghi di rimanere", ha detto Calenda.

Se la destra, guidata da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, non dovesse ottenere una chiara vittoria alle elezioni, Calenda esclude che Azione possa offrire il proprio appoggio per una maggioranza politica con la destra.

Calenda ha poi respinto la possibilità di sostenere qualsiasi tentativo della destra di far passare una modifica costituzionale per introdurre l'elezione diretta del capo dello Stato, una riforma cara a Meloni.

Calenda, 49 anni, ha iniziato la sua carriera politica nel 2013 con Scelta Civica, un partito centrista fondato dall'ex presidente del Consiglio Mario Monti che è durato solo pochi anni.

Si è poi unito al Partito Democratico (Pd) prima di fondare Azione nel 2019. L'anno scorso si è candidato a sindaco di Roma, ma è arrivato terzo nella corsa poi vinta dall'attuale sindaco del Pd Roberto Gualtieri.

I critici sostengono che Calenda, che proviene da un ambiente alto-borghese, non sia in contatto con la gente comune, mentre i suoi ammiratori lo paragonano al presidente francese Emmanuel Macron.

© Reuters. Carlo Calenda, leader del partito Azione, durante un'intervista con Reuters a Roma. REUTERS/Remo Casilli

"Il nostro posizionamento politico è molto simile a quello di Macron", ha detto Calenda, sottolineando che al Parlamento europeo Azione fa parte dello stesso gruppo centrista "Rinnovare l'Europa" di La Republique en Marche di Macron.

"Ogni Paese ha la sua storia ma all'Italia serve un partito riformista, liberale e popolare...Serve un’area del buon senso, dello spirito repubblicano che ha molto a che fare con quello che Macron ha fatto nella campagna per il secondo mandato", ha detto.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Gianluca Semeraro)

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