Investing.com – E’ la notizia del giorno sul fronte interno: l’ILVA chiude i battenti e 5000 lavoratori – solo a Taranto - rimangono senza lavoro.
I sette nuovi arresti ordinati ieri dalla Procura di Taranto hanno segnato la resa dell’azienda.
Le accuse alla base dei provvedimenti restrittivi adottati nei confronti degli alti dirigenti dell'azienda sono molto pesanti e vanno dalla corruzione, all'associazione per delinquere, alla concussione e al disastro ambientale.
Ora la palla passa al governo ed alle autorità ed enti locali, certo non è questa una situazione localmente sostenibile ed i risvolti di carattere sociale sono talmente pesanti da risultare addirittura imprevedibili.
Risvolti drammaticamente negativi a cascata si avranno poi su tutte le altre aziende sparse un po’ in tutta Italia, che dipendono direttamente o indirettamente dalla produzione tarantina.
Una decisione della magistratura che va bene al di là delle sue competenze e che richiama l’attenzione del Governo e del legislatore in modo drasticamente urgente.
Non solo a livello locale ma anche a livello nazionale, nel settore industriale, la chiusura del colosso pugliese provocherà un calo del PIL nazionale nell’ordine dell’1.0/1.50% con perdite stimabili da Confindustria in circa un miliardo di euro l’anno.
Il governo tramite il ministro Clini ha subito convocato un incontro fra enti locali e sindacati per giovedì prossimo per trovare una veloce soluzione alla crisi, il ministro ha assicurato che per quella data il governo avrà pronta una soluzione.
I sette nuovi arresti ordinati ieri dalla Procura di Taranto hanno segnato la resa dell’azienda.
Le accuse alla base dei provvedimenti restrittivi adottati nei confronti degli alti dirigenti dell'azienda sono molto pesanti e vanno dalla corruzione, all'associazione per delinquere, alla concussione e al disastro ambientale.
Ora la palla passa al governo ed alle autorità ed enti locali, certo non è questa una situazione localmente sostenibile ed i risvolti di carattere sociale sono talmente pesanti da risultare addirittura imprevedibili.
Risvolti drammaticamente negativi a cascata si avranno poi su tutte le altre aziende sparse un po’ in tutta Italia, che dipendono direttamente o indirettamente dalla produzione tarantina.
Una decisione della magistratura che va bene al di là delle sue competenze e che richiama l’attenzione del Governo e del legislatore in modo drasticamente urgente.
Non solo a livello locale ma anche a livello nazionale, nel settore industriale, la chiusura del colosso pugliese provocherà un calo del PIL nazionale nell’ordine dell’1.0/1.50% con perdite stimabili da Confindustria in circa un miliardo di euro l’anno.
Il governo tramite il ministro Clini ha subito convocato un incontro fra enti locali e sindacati per giovedì prossimo per trovare una veloce soluzione alla crisi, il ministro ha assicurato che per quella data il governo avrà pronta una soluzione.