LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio ritracciano dai guadagni registrati ieri sulla scia dell'aumento delle scorte negli Stati Uniti e i nuovi casi di coronavirus in crescita negli Usa e in Europa, che alimentano i timori di un eccesso di offerta e di un indebolimento della domanda.
Alle 11,00 i futures sul Brent sono in calo di 1,27 dollari o del 3,1%, a 39,93 dollari al barile, dopo aver toccato quasi il +2% ieri. I futures sul greggio Usa cedono 1,50 dollari o il 3,8%, a 38,08 dollari al barile dopo un balzo del 2,6% ieri.
La scorsa settimana le scorte di petrolio e benzina sono aumentate, come mostrano i dati diffusi dall'Api, con le riserve di petrolio greggio in aumento di 4,6 milioni di barili a 495,2 milioni di barili, ben al di sopra delle attese degli analisti intervistati da Reuters di un incremento pari a 1,2 milioni di barili.
Stati Uniti, Russia, Francia e altri Paesi hanno registrato un numero record di casi di Covid-19 negli ultimi giorni e i governi europei hanno introdotto nuove restrizioni per tentare di tenere a freno i nuovi focolai in continua crescita.
I mercati del petrolio sono sotto pressione anche a causa del ripristino della produzione in Libia che, secondo le attese, tornerà a produrre 1 milione di barili al giorno nelle prossime settimane.
Notizie positive per i prezzi del petrolio arrivano dalla Cina, dove il consumo interno di carburanti per l'aviazione è rimbalzato vicino ai livelli pre-pandemia a settembre grazie a una rapida ripresa del traffico passeggeri e del trasporto merci, secondo quanto comunicato da fonti del settore.