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È giunto il momento di salire sul carro rialzista?

Pubblicato 02.03.2020, 11:36
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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A Shanghai la borsa ha aperto la settimana con un rimbalzo del 3%, nonostante la flessione ai minimi storici dell’indice manifatturiero elaborato da Caixin. Il dato di febbraio ha mostrato che, in Cina, il manifatturiero ha subito il rallentamento ai ritmi più rapidi dall’inizio della raccolta dei dati nel 2004. Il mese scorso l’epidemia di coronavirus ha paralizzato l’attività nella più grande fabbrica mondiale. Le esportazioni sono crollate per effetto degli storni degli ordini e delle limitazioni alle spedizioni.

Il Nikkei ha guadagnato lo 0,95%, Hang Seng e Kospi hanno recuperato rispettivamente lo 0,61% e lo 0,78%.

Il greggio WTI ha compiuto un rimbalzo, superando i $46 dollari al barile, mentre il Brent ha scambiato a $51. Probabilmente la ripresa proseguirà sulla scia dell’atteso annuncio dell’OPEC, la settimana prossima, circa ulteriori tagli della produzione, con o senza il supporto della Russia.

Ci si potrebbe aspettare un consolidamento vicino all’area $45/48 in vista della riunione del 5-6 marzo. Per avere un impatto positivo sostenibile sui prezzi del petrolio, l’OPEC dovrebbe valutare la dimensione del crollo della domanda dovuto al coronavirus. Un taglio pari a 1 milione di barili al giorno potrebbe avere un impatto positivo circoscritto.

I future su FTSE (+2,15%) e DAX (+1,65%) puntano a un rialzo in apertura, dopo la pesante ondata di vendite che ha colpito il mercato la scorsa settimana.

Anche i future sui listini USA sono in lieve rialzo.

Le prime ore delle contrattazioni in Asia suggeriscono che gli investitori sono pronti a leccarsi le ferite della scorsa settimana. Il potenziale al ribasso si è sicuramente esaurito, dopo che l’azionario ha registrato la flessione peggiore dalla crisi del 2008. Molti investitori sono pronti a cavalcare l’ondata rialzista sui minimi attuali. Considerando l’entità delle vendite della scorsa settimana, anche la ripresa potrebbe essere attraente.

I tassi ai minimi storici sui titoli del Tesoro USA e le attese che la Fed tagli i tassi d’interesse alla prossima riunione dovrebbero dare uno stimolo alle borse mondiali. Le brusche oscillazioni dei mercati dei titoli sovrani USA hanno fatto salire al 100% la probabilità di un taglio a marzo la scorsa settimana. La Fed avrà sicuramente le mani legate, di fronte alla forte ondata di panico e alla necessità di dare al mercato quello che richiede. C’è addirittura chi ventila l’ipotesi che i banchieri USA taglino i tassi d’interesse prima della prossima riunione, in programma il 16-17 marzo, un’eventualità su cui dubitiamo.

Pertanto, con la rassicurazione che la Fed coprirà loro le spalle, gli azionisti potrebbero essere tentati di saltare sul carro dei tori questa settimana.

In apertura, il FTSE dovrebbe riprendersi superando la soglia dei 6700 punti base lunedì, perché la ripresa dei prezzi del petrolio dovrebbe sostenere i titoli dell’energia e l’indice ad alto tasso di titoli energetici. Il DAX dovrebbe superare il manico dei 12000 punti e l’S&P punterà sicuramente a un rimbalzo sopra i 3000 punti.

L’oro ha registrato oscillazioni violente venerdì scorso. Il prezzo di un’oncia è crollato a $1562 nonostante la pesante ondata di vendite sull’azionario. Poi lunedì il metallo prezioso è passato di mano vicino ai $1600. Le posizioni lunghe speculative sui massimi storici avvertono che, prossimamente, il miglioramento della propensione al rischio potrebbe provocare discreti venti contrari nei prezzi dell’oro. Un ritorno a $1500 all’oncia potrebbe non essere così strampalato.

Sui mercati azionari, è giunto il momento che il rendimento dei decennali USA rimbalzi dal minimo storico vicino all’1% e dia una spinta al dollaro USA.

L’euro, che ha archiviato una settimana fantastica contro il biglietto verde, dovrebbe cedere un po’ di terreno perché i livelli sopra 1,10 dovrebbero essere allettanti per aprire scommesse ribassiste sulla moneta unica. Un movimento sotto 1,0960, il forte ritracciamento pari al 38,2% di Fibonacci, dovrebbe rispedire la coppia nell’area di consolidamento ribassista.

Un rialzo del dollaro USA potrebbe portare a un’accelerazione delle vendite sul cable. Le crescenti preoccupazioni per una Brexit senza accordo potrebbero incoraggiare un ulteriore sviluppo al ribasso della sterlina, verso la media mobile a 200 giorni, che al momento si attesta appena sopra il livello a 1,27.

Le cifre definitive sui PMI manifatturieri in Europa e USA, in uscita oggi, meritano una certa attenzione, ma una revisione al ribasso dei dati non dovrebbe frenare la ripresa del mercato.

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