Ieri sono usciti i dati sul mercato del lavoro USA, con i sussidi di disoccupazione cresciuti meno del previsto (194 mila rispetto ai 200 mila attesi), ed il dato sull’indice dei prezzi alla produzione (il “cugino” del dato sui prezzi al consumo) in salita del +0.7% rispetto al +0.4% atteso.
I mercati hanno reagito quindi come sempre, con un approccio negativo spaventati sempre che una combinazione di mercato del lavoro robusto ed inflazione in salita possa indurire ulteriormente la Fed.
Come sempre tuttavia si è trattato di una reazione di 1 giorno, che va sempre approfondita all’interno di un contesto che vede da inizio anno (per ora) mercati in ripresa.
Ho quindi preso due dati molto interessanti che vorrei mostrarvi oggi…
Il dato numero 1, è che dal superamento della Media Mobile a 200 giorni (parliamo di indice S&P 500 sempre) i prezzi si sono mantenuti sopra (al 14.2) per 18 giorni consecutivi, dopo un calo superiore al 20% nell’anno precedente.
Abbiamo avuto 11 casi di anni simili, e nel 100% dei casi, come vedete dalle ultime 3 colonne, a distanza di 3,6 e 12 mesi, il mercato ha sempre registrato performance positive, a 6 e 12 mesi addirittura in doppia cifra. Questo fa rima un po' con un’altra statistica di cui vi avevo parlato qualche tempo fa, ovvero quando gennaio ha chiuso con un risultato superiore al 5%, storicamente l’anno è sempre andato bene ed in doppia cifra.
Ancora una volta ci tengo a dire che queste non sono certezze, ma dati storici per cui dobbiamo investire cercando per quanto possibile di mettere le probabilità dalla nostra parte.
Anche perché ho già mostrato in un’analisi precedente, che anche il dato sull’inflazione (IPC) dovrebbe calare nei prossimi 2 mesi per via dell’effetto base.
La seconda statistica, molto curiosa riguarda le valutazioni.
Infatti vediamo come sia il crollo dei titoli tech nel 2022, che la rotazione growth/value abbia portato paradossalmente ad un cambio di prospettiva che forse non molti hanno notato. Ovvero per la prima volta dopo molti anni, le big tech sono più a sconto rispetto alle big normali. Il P/E di Google (NASDAQ:GOOGL) infatti è pari a 21 volte gli utili contro ad esempio i 26 di una Coca-Cola Co (NYSE:KO) o i 45 di una Walmart Inc (NYSE:WMT).
Ragionando in prospettiva (io ho comprato Google recentemente nei cali peraltro) le trimestrali dovrebbero migliorare dopo qualche mese di rallentamento, ed anche ragionando in ottica recessiva (ammesso che una recessione di qualche tipo ci sarà), solitamente i tech sono un settore che ben si presta in queste fasi.
Come sempre nessuno ha la sfera di cristallo, ma alcune considerazioni a riguardo vanno fatte.
Vi ricordo che martedì alle 17 terrò il webinar “Investire con gli ETF: come scegliere i migliori”(potete iscrivervi gratuitamente a questo link) che sarà molto utile anche ai fini della nuova rubrica 60/40 che partirà sempre la prossima settimana.
Alla prossima!
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