I principali indici USA hanno visto un inizio positivo del 2019. L’indice S&P 500 ha registrato la sua performance di gennaio migliore in tre decenni, con un balzo del 7,8%, grazie alla ripresa dei mercati dopo la triste conclusione del 2018. L’indice NASDAQ è schizzato di circa l’11,5% dall’inizio dell’anno.
Nomi noti come Facebook (NASDAQ:FB), Amazon (NASDAQ:AMZN), Netflix (NASDAQ:NFLX) e la compagnia madre di Google, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) - chiamati nell’insieme FAANG - hanno registrato forti rialzi sul periodo, con Facebook e Netflix che hanno segnato impennate rispettivamente del 30% e del 33%. Ed è straordinario finché non si scava un po’ di più nella performance dei titoli del settore tech.
Viene fuori infatti che c’è un gruppo meno noto di titoli tech che ha visto impennate persino migliori: il Software & Services Industry Group (NYSE:XSW), al momento scambiato a poco meno del massimo storico. È schizzato di quasi il 18% dall’inizio del 2019, con una performance decisamente superiore al NASDAQ.
Nomi familiari come Microsoft (NASDAQ:MSFT) (+5,5% quest’anno), Adobe (NASDAQ:ADBE) (+12,6%) e Salesforce (+16%) sono tutti associati al settore, ma sono alcuni dei nomi più piccoli e meno noti del gruppo che hanno visto un’attività straordinaria, pur passando relativamente inosservati.
Dei 164 titoli del gruppo, ci siamo concentrati su tre che consideriamo delle perle rare. Infatti, potrebbero offrire agli investitori un forte potenziale di crescita a lungo termine. Ciascuno di essi merita considerazione in vista dei report sugli utili trimestrali di questo mese.
1. Twilio: fornitore di piattaforma di comunicazioni cloud
Il titolo di Twilio (NYSE:TWLO), specialista di una piattaforma di comunicazioni cloud, è schizzato del 27,5% dal 1° gennaio ed ha segnato un’impennata di quasi il 90% dopo essere stato nominato principale operatore del settore software a giugno.
Il titolo di Twilio è quasi raddoppiato in meno di cinque settimane dal recente minimo di 73,15 dollari del 24 dicembre. Al momento è scambiato al massimo storico di 113,89 dollari, alla chiusura di ieri sera.
Il prossimo report sugli utili di Twilio è atteso dopo la chiusura dei mercati USA martedì 12 febbraio. Ci si aspettano utili per azione di 0,04 dollari e ricavi di 184,43 milioni di dollari sul quarto trimestre. La compagnia aveva annunciato una perdita di 0,03 dollari ad azione nello stesso periodo dello scorso anno, con ricavi di 115,24 milioni di dollari.
E soprattutto, gli investitori terranno d’occhio l’aggiornamento di Twilio sul numero di clienti attivi per vedere se il fornitore di software riuscirà a confermare il suo torrido tasso di crescita mentre diversifica la sua base clienti oltre ad Uber, che rappresentava un tempo il 25% dei suoi ricavi. La compagnia ha annunciato nel suo report sugli utili del terzo trimestre di avere 61.150 clienti.
In termini di innovazione, Twilio si è dato da fare. Nel 2018 la compagnia ha lanciato la disponibilità generale di Twilio Flex Roadmap, il centro contatto della piattaforma dell’applicazione interamente programmabile, ed ha presentato Twilio Pay, che permette alle aziende di accettare facilmente e con sicurezza i pagamenti tramite telefono.
Inoltre, l’azienda ha effettuato l’acquisizione strategica di Ytica, una compagnia software di ottimizzazione della forza lavoro basata sull’analitica, e di SendGrid, la più grande piattaforma al mondo di consegna email basata sul cloud, ponendosi in un’ottima posizione per diventare leader del mondo delle comunicazioni cloud nei prossimi anni.
Il titolo è schizzato del 212% dall’IPO del luglio 2016.
2. Trade Desk: piattaforma di acquisto di pubblicità digitale
Trade Desk (NASDAQ:TTD) ha segnato un successo dopo l’altro finora quest’anno, registrando un balzo di quasi il 34%, con gli investitori sempre più rialzisti sullo specialista nell’acquisto di pubblicità digitali. La compagnia, che opera una piattaforma di software self-service in cui i clienti possono acquistare e gestire campagne di pubblicità digitali basate su dati usando i propri team, ha tratto vantaggio dalla fiorente ondata di acquisti di pubblicità digitali.
Il titolo ha registrato un’impennata del 45% dopo aver toccato il recente minimo di 102,35 dollari il 24 dicembre. Al momento è scambiato a 155,16 dollari, alla chiusura di ieri, poco meno del massimo storico di 161,50 dollari di fine settembre.
Pubblicherà i risultati del quarto trimestre giovedì 21 febbraio, dopo la chiusura. Le previsioni indicano utili per azione di 0,80 dollari e ricavi di 147,79 miliardi di dollari. La compagnia ha riportato utili per azione di 0,54 dollari nello stesso periodo dell’anno prima e 102,65 miliardi di dollari di ricavi.
Gli investitori aspettano di capire se la compagnia intenda alzare nuovamente le previsioni, come ha fatto in ciascuno degli ultimi tre trimestri.
Secondo International Data Corporation, le spese globali per la pubblicità digitale dovrebbero passare da 229 miliardi di dollari del 2017 a 360 miliardi nel 2021, quasi metà del totale del mercato pubblicitario. Non sorprende quindi che Trade Desk abbia subìto un’impennata di ben il 415% dal prezzo IPO del settembre 2016 di 29,12 dollari. La compagnia è in pole position per capitalizzare questo trend nei prossimi anni.
3. Workday: soluzioni software aziendali
Workday (NASDAQ:WDAY) offre soluzioni software aziendali per la gestione finanziaria e delle risorse umane, come strumenti per i libri paga. È stata fondata da David Duffield, fondatore ed ex Amministratore Delegato di PeopleSoft e dall’ex responsabile per le strategie di PeopleSoft Aneel Bhusri in seguito all’acquisizione ostile di PeopleSoft da parte di Oracle (NYSE:ORCL) nel 2005.
Il titolo, al momento scambiato al massimo storico di 189,29 dollari, è schizzato di circa il 18,5% finora quest’anno. Ha segnato un’impennata del 290% dal lancio in borsa nel novembre 2012 al prezzo di 49,10 dollari.
Workday pubblicherà gli utili del quarto trimestre dopo la chiusura dei mercati giovedì 28 febbraio. Si prevedono utili per azione di 0,32 dollari e ricavi di 776,52 milioni di dollari. La compagnia ha riportato utili per azione di 0,28 dollari e ricavi di 582,48 milioni di dollari nello stesso periodo dello scorso anno.
Wall Street seguirà con attenzione i ricavi da abbonamenti, schizzati del 34,7% su base annua nel terzo trimestre a 624,4 milioni di dollari.
L’analista di William Blair Justin Furby in una nota del 31 gennaio scrive che il produttore di software per le risorse umane ha ottenuto un grosso contratto con Accenture (NYSE:ACN), importante compagnia di servizi IT. “Con quasi 500.000 dipendenti a livello globale, Accenture è uno dei principali datori di lavoro al mondo e probabilmente sarà tra i primi cinque clienti di Workday per numero di persone”, si legge nella nota di Furby.
“Un accordo di tale portata potrebbe facilmente portare ad oltre 20 milioni di dollari di ricavi da abbonamenti all’anno (una volta implementato del tutto) e di oltre 100 milioni di dollari di arretrati”.
Considerati tutti questi elementi, Workday sembra stare rapidamente entrando tra i nomi che contano nella gestione delle risorse umane.