Le contestatissime elezioni statunitensi hanno generato degli inaspettati vincitori e sconfitti sul mercato azionario. Quando sembra ormai sempre più probabile che i Democratici possano arrivare alla Casa Bianca, mentre i Repubblicani manterranno il loro posto al Senato, gli investitori hanno iniziato a pensare a cosa significherà tutto questo per alcune grandi compagnie e titoli a crescita.
I maggiori vincitori del rally post elezione sono i titoli del settore tecnologico e sanitario, con gli obblighi sui dividendi che riducono le probabilità di forti cambiamenti normativi e fiscali che potrebbero pesare sulla loro crescita.
Di seguito, abbiamo selezionato tre titoli i cui guadagni post-elettorali offrono alcuni dettagli sulle ultime idee dei gestori dei fondi e sul perché alcuni titoli di questi settori potrebbero trarre vantaggio da un eventuale ulteriore slancio di questo rally.
1. Uber
Il più grande servizio di ride-hailing al mondo, Uber (NYSE:UBER), ed altre compagnie della gig-economy hanno vinto un cruciale referendum in California che le esenterà dal riclassificare i propri autisti come dipendenti.
Grafico giornaliero Uber
Anziché farli considerare dipendenti a tempo pieno, gli elettori dello stato hanno scelto una misura che richiede alle compagnie di adottare un pacchetto più leggero, che comprende uno stipendio garantito per quando gli autisti hanno un passeggero assegnato ed alcune garanzie alternative per salute, disabilità e non-discriminazione.
La decisione consente alle compagnie di ride-hailing e consegna a domicilio, comprese Lyft (NASDAQ:LYFT), Postmates Inc. ed Instacart Inc, di non rispettare una legge californiana che avrebbe ridefinito il modo in cui operano nello stato più popoloso degli USA.
Il titolo di Uber è schizzato del 14% mercoledì, con gli investitori che hanno accolto bene la notizia della vittoria che aiuterà questi operatori della gig-economy a tagliare i costi e mantenere intatto il loro business model. Dopo l’impennata, il titolo di Uber ora è scambiato al livello a cui si trovava poco prima della pandemia. Mercoledì ha chiuso a 40,99 dollari, con un balzo di circa il 30% quest’anno.
2. United Health
Anche le compagnie assicurative sanitarie e le case farmaceutiche hanno guadagnato terreno quando è diventato chiaro che non ci sarebbe stata la cosiddetta “onda blu” dei Democratici alle elezioni.
Un governo diviso significa che le riforme sui prezzi dei farmaci e sui rimborsi non avranno alcuna possibilità di essere approvate. Prevedendo questo esito, gli investitori hanno fatto schizzare il titolo di UnitedHealth Group (NYSE:UNH) del 10% mercoledì, con la più grande compagnia di assicurazioni sanitarie al mondo che ha chiuso a 354,56 dollari, alimentando il balzo del 30% di quest’anno.
Grafico giornaliero
L’analista di Goldman Asad Haider in una nota riportata da Bloomberg afferma che un governo diviso è positivo per le assicurazioni sanitarie in quanto il settore dovrà affrontare meno rischi di una “grande opzione pubblica progressista” o di un aumento delle imposte sulle aziende.
Prima delle elezioni, il settore sanitario era scambiato con lo sconto prezzo/utili più alto mai registrato rispetto al mercato generale. “Il gruppo comincia a diventare di nuovo più investibile”, afferma.
3. Facebook
Anche il titolo di Facebook (NASDAQ:FB) ha visto una forte spinta nelle speranze che i risultati delle elezioni statunitensi riducano il rischio di una regolamentazione del settore dei social.
Grafico giornaliero Facebook
Il Wall Street Journal ha riportato il mese scorso che i membri dello staff della Federal Trade Commission (FTC) stanno consigliando all’agenzia di avviare una causa antritrust contro Facebook.
La FTC ha passato oltre un anno ad esaminare le lamentele secondo cui Facebook starebbe usando la sua forte posizione di mercato per soffocare la concorrenza, nell’ambito di un’azione più ampia ad opera delle autorità antitrust USA mirata ad esaminare la condotta delle grandi compagnie tech, si legge nell’articolo.
Durante i quattro anni del governo Trump, Facebook si è ritrovata sempre più alla berlina per aver violato la privacy degli utenti e per il suo ruolo nell’aver consentito la diffusione di messaggi di odio e disinformazione sulla sua rete.
Con i Repubblicani che probabilmente manterranno il controllo del Senato, raggiungere un accordo su come limitare il potere delle “big tech” sarà una sfida e probabilmente lo status quo proseguirà. Il titolo di FB è schizzato di oltre l’8% mercoledì.