La posizione monetaria unica del Giappone spesso è controintuitiva.
Dall’implosione del suo mercato azionario all’inizio negli anni Novanta, il Giappone ha dato vita a un nuovo fenomeno spesso chiamato “economia zombie”. Dal momento che queste compagnie non sono riuscite a coprire i debiti con entrate operative, e le banche si sono rifiutate di accettare le perdite, il sistema è diventato dipendente dalla Banca del Giappone (BoJ) e dal suo controllo della curva del rendimento (YCC).
La banca centrale ha tenuto i tassi di interesse bassissimi per sostenere questo modello e li ha portati in territorio negativo (-0,10%) dal 2016. Ma ora è in arrivo una svolta. La Banca del Giappone dovrebbe mettere fine alla sua politica di tassi di interesse negativi ad aprile, in base a quanto riferito da fonti interne a Reuters.
E questo malgrado il Giappone sia entrato in recessione la scorsa settimana, con una contrazione del prodotto interno lordo (PIL) per due trimestri consecutivi, sceso del 3,3% nel trimestre precedente (Q3) e inaspettatamente dello 0,4% nel Q4 ‘23. Tuttavia, il nuovo Governatore della BoJ, Kazuo Ueda, nominato ad aprile 2023, ha affermato che ne vale la pena, perché l’YCC causa pesanti distorsioni del mercato.
“Quando riusciremo a prevedere che l’inflazione stia andando sostenibilmente e stabilmente verso il nostro obiettivo del 2%, abbandoneremo il controllo della curva del rendimento e passeremo alla riduzione del bilancio”.
Governatore della BoJ Kazuo Ueda nel maggio 2023
A dicembre, il tasso di inflazione nipponico risulta al 2,60%, il terzo calo consecutivo dal 3,3% di ottobre. Per gli investitori, ciò significa aprire le porte della speculazione. L’indice Nikkei 225 Stock Average (NIKKEI) è già salito del 7,32% sul mese, rispetto al +3,78% dell’S&P 500 (SPX).
La riforma della corporate governance nipponica incentiva ulteriormente gli investitori. La borsa di Tokyo sta trainando questo rally, facendo aumentare alle compagnie il loro rapporto P/B. In pratica, le compagnie si stanno affrettando ad aumentare i riacquisti di azioni e i payout dei dividendi per restituire valore agli azionisti.
Ecco tre titoli nipponici che potrebbero beneficiare ulteriormente degli afflussi degli investitori.
1. Toyota Motor Corporation
Al contrario di Tesla, che segna -16% negli ultimi tre mesi, TM registra +25%. Mentre Toyota (NYSE:TM) ha previsto un tasso di crescita P/E nel 2024 di 68,3, Tesla (NASDAQ:TSLA) ha -1,73. Meno speculativa e più radicata come azienda automobilistica, Toyota ha fatto la scelta giusta concentrandosi su ibridi più accessibili che hanno meno probabilità di bloccarsi in inverno.
Malgrado questo approccio, Toyota intende investire circa 28 miliardi di dollari negli EV entro il 2030. A febbraio Toyota ha pubblicato i risultati del Q3 FY24. Negli ultimi cinque anni, Toyota ha aumentato le passività totali del 19% a 359,5 miliardi di dollari. Su base annua, le vendite sono cresciute del 23% e le entrate nette del 105%.
Il rendimento del dividendo di Toyota è ora del 2,13%, con un payout annuo di 5 dollari ad azione. In base alle opinioni di otto analisti raccolte da Nasdaq, TM è “buy”. Il prezzo obiettivo medio per TM su 12 mesi è 213,16 dollari rispetto agli attuali 234 dollari. Questo suggerisce una probabile correzione dopo lo slancio attuale, probabilmente nel secondo semestre del 2024 quando la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi.
2. Mitsubishi UFJ Financial Group
Se c’è un settore destinato a trarre vantaggio dal passaggio del Giappone a tassi di interesse positivi, è quello bancario. Con uno spread dei tassi di interesse più ampio all’orizzonte, le banche possono guadagnare di più applicando gli interessi ai prestiti.
Essendo la più grande banca del Giappone, MUFG si stima abbia 2,9 mila miliardi di AuM. Le azioni di MUFG sono aumentate del 17% negli ultimi tre mesi. Mitsubishi UFJ ha un tasso di crescita P/E previsto di 138,24 nel 2024 rispetto a 29,24 del 2023.
In base ai rating degli analisti del WSJ, il titolo MUFG è un “buy”. Il prezzo obiettivo medio di MUFG è 10,54 dollari rispetto agli attuali 9,99 dollari. La stima alta è 11,82 dollari, mentre quella bassa è 7,43 dollari. Gli investitori dovrebbero considerare il titolo MUFG come uno dei più sicuri ma economici per l’esposizione alla diversa politica monetaria del Giappone.
3. Sony Group Corporation
Il colosso nipponico dell’elettronica di consumo e dell’intrattenimento ha pubblicato il report del Q3 FY23 il 14 febbraio. Sony (NYSE:SONY) ha generato oltre il 22% di vendite su base annua, aumentando il flusso di cassa operativo del 226%. Tuttavia, la compagnia ha implementato una revisione al ribasso delle vendite del 5% nella stima per il FY2023, soprattutto per via del calo delle vendite di hardware.
E quindi SONY è andata in pareggio negli ultimi tre mesi, avendo guadagnato mezzo punto percentuale. Ciononostante, su 12 mesi, nove analisti sentiti da Nasdaq indicano SONY come “strong buy.” Il prezzo obiettivo medio di SONY è 107 dollari, contro gli attuali 88 dollari per azione.
Sebbene il tasso di crescita P/E previsto per Sony sia -2,5, dovrebbe riprendersi a 14,34 l’anno dopo. Questo rende le azioni ADS SONY un buy sulla debolezza.
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su The Tokenist. Consulta la newsletter gratuita di The Tokenist, Five Minute Finance, per un’analisi settimanale delle principali tendenze nel campo della finanza e della tecnologia.