Venerdì sera Wall Street ha terminato con un progresso significativo dopo i dati sul mercato del lavoro.
Intonazione positiva anche sui listini asiatici questa mattina (tranne per Tokyo che ha chiuso sulla parità), guidati dalla Cina nonostante non ci sia stata nessuna evoluzione sul fronte commerciale con gli Usa dopo gli incontri di giovedì e venerdì a Pechino.
A sostenere gli scambi il balzo delle materie prime, con il WTI/USD che si è surriscaldato: i prezzi del Wti hanno superato la soglia di 70 dollari al barile, per la prima volta dal novembre del 2014. Incidono le tensioni tra Stati Uniti e Iran, che ha lanciato un avvertimento sulla possibile decisione Usa di abbandonare l'accordo sul nucleare.
L'indice Nikkei 225 giapponese è sceso dello 0,1 percento a 22,456,19, mentre l'indice Hang Seng di Hong Kong è salito dello 0,3 percento a 30.011,63.
L'indice Shanghai Composite nella Cina continentale è salito dell'1,2 percento a 3,129.28, e l'S&P/ASX 200 australiano è salito dello 0,3 percento a 6.082.30, gli indici di Taiwan e quelli del Sudest asiatico sono stati per lo più in salita.
A Wall Street: l'indice S&P 500 è salito dell'1,3 percento chiudendo a 2,663,42 venerdì. La media industriale Dow Jones è salita dell'1,4% a 24.262,51, mentre il composito Nasdaq è salito dell'1,7 percento a 7.209,62.
Pochi gli spunti macro previsti oggi.
Tra questi l'Istat che pubblicherà la nota mensile sull'economia. E a proposito di Italia, oggi il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, riprenderà le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Nel fine settimana il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha fatto un passo avanti verso la Lega, proponendo un governo insieme ma senza Berlusconi e con un premier terzo.
Sul fronte societario, oggi i conti di Ferragamo (MI:SFER) e Fincantieri (MI:FCT).
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