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Rame e oro dovrebbero salire ancora dopo il rally del 2020

Pubblicato 29.12.2020, 12:44
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

I due metalli dovrebbero trovarsi alle due estremità opposte dello spettro di investimento, dal momento che uno è legato al rischio e l’altro è un rifugio. Tuttavia, sorprendentemente, i prezzi di rame e oro sono saliti e scesi insieme in ciascuno degli ultimi cinque anni. E, per il 2021, sembrano destinati a schizzare in sincrono.

Il rame, che sta per chiudere il 2020 con un balzo di circa il 27%, dovrebbe aumentare i rialzi nel prossimo anno sulla scia della prevista ripresa dell’economia globale man mano che le vaccinazioni per il coronavirus prenderanno ritmo. 

Nel caso dell’oro, il rally del 21% di quest’anno dovrebbe proseguire nel 2021 se il governo Biden dovesse riuscire a far approvare più stimoli per il COVID-19, come intende fare. 

Malgrado le prospettive positive, le previsioni sui prezzi sia del rame che dell’oro appaiono confuse per il prossimo anno. 

Il rame probabilmente neutralizzerà i massimi di prezzo di quest’anno nel 2021

La britannica Commodity Market Analytics ritiene che il rame con consegna a tre mesi sul London Metal Exchange possa facilmente rivisitare ed infrangere il massimo di quest’anno di 8.027 dollari la tonnellata se il principale acquirente, la Cina, dovesse continuare a riprendersi dalla pandemia più velocemente rispetto al resto del mondo. 

LME Copper Futures Weekly

Grafico settimanale future del rame LME

Le stime dell’agenzia si pongono dal lato più alto, è più realistico, in quanto basate sul rally del 18% del rame dall’inizio di novembre, quando hanno iniziato a circolare le notizie sull’efficacia in fase sperimentale dei vaccini per il COVID-19 sviluppati da Pfizer (NYSE:NYSE:PFE) and Moderna (NASDAQ:MRNA).

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Fitch Ratings e Bloomberg, intanto, hanno pubblicato delle stime a metà dicembre che continuano a riportare il rame LME a tre mesi rispettivamente a 6.800 e 6.900 dollari come media per il 2021. 

Domanda di rame nel 2021: perlopiù dalla Cina

Dan Smith di Commodity Market Analytics, in un articolo postato sul portale INN, spiega che la prevista crescita della Cina del 2% o oltre nel 2021 trainerà la domanda e i prezzi dei metalli in tutto il mondo, soprattutto del rame. 

Si prevede una ripresa rapida anche in Giappone ed Europa, dove l’attività si è ridotta di più nel 2020 per via dei lockdown dovuti al COVID-19, aggiunge. 

Negli Stati Uniti, inoltre, la presidenza Biden potrebbe far salire la domanda di rame tramite la sua agenda “verde”, che potrebbe portare ad un “incoraggiamento per l’energia rinnovabile ed i veicoli elettrici, spingendo la domanda di rame”, afferma Smith.

 Il rally dei titoli azionari alimenterà il rame

Anche la londinese CRU Group si aspetta prezzi del rame 2021 più alti in media rispetto a quelli previsti da Fitch o Bloomberg. Il principale consulente di CRU, Charlie Durant, ha riferito al portale INN che secondo lui il metallo rosso sarà scambiato ad un livello pari o superiore a 7.000 dollari nei prossimi 12 mesi sul LME, man mano che la propensione al rischio aumenterà per la maggior parte delle materie prime, insieme al rialzo dei titoli azionari. 

Spiega Durant: 

 “I tori affermeranno che il rally del prezzo del rame è ancora all’inizio, considerati i minimi dei titoli azionari e la prospettiva di un mercato equilibrato il prossimo anno. Gli orsi indicheranno il 90° percentile di costi di cassa per le compagnie minerarie di appena 5.000 dollari. Questa incertezza implica che il 2021 potrebbe essere un anno di considerevole volatilità del prezzo”.

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Come Smith di Commodity Market Analytics, anche Durant di CRU si aspetta che la Cina superi le proiezioni sulla crescita ed inneschi un altro fenomeno come quello del 2020 per i prezzi del rame. Il rame ha registrato un crollo del 12% a marzo, dopo due mesi di lockdown in Cina, ma ha cominciato a schizzare senza interruzioni da aprile, quando la seconda economia mondiale ha ripreso le attività anche se il resto del mondo, compresi gli Stati Uniti, aveva chiuso. 

Aggiunge Durant: 

 “Penso che l’aspetto più interessante della storia sia quanto rapidamente si siano ripresi gli acquisti cinesi e quanto metallo è stato risucchiato dalla Cina”.

 “I più recenti dati macroeconomici cinesi sono generalmente solidi, con i completamenti immobiliari mensili diventati positivi. Per il 2021, pensiamo che le misure di stimolo, la ripresa del settore automobilistico ed il fiorente mercato immobiliare possano di nuovo aiutare ad alimentare la crescita della domanda cinese di rame raffinato ad oltre il 2% su base annua”.

Oro: Goldman prospetta 2.300 dollari per il prossimo anno

Per quanto riguarda l’oro, gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS) puntano ad un massimo record di 2.300 dollari l’oncia nel 2021, aspettandosi che la ripresa dalla recessione per il coronavirus alimenti una maggiore inflazione il prossimo anno.

Gold Weekly TTM

Grafico settimanale oro sui 12 mesi precedenti (TTM)

I future dell’oro sul COMEX a New York sono arrivati solamente a quasi 2.090 dollari quest’anno. 

Gli economisti di Goldman si aspettano un’inflazione al picco del 3% nel 2021, prima che scenda entro fine anno.

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Un’ulteriore spinta ai prezzi del metallo giallo dovrebbe arrivare dalla ripresa della domanda di oro fisico per i tradizionali grossi acquisti di lingotti in India e in Cina, scrivono gli analisti di Goldman. 

La londinese Capital Economics, tuttavia, si aspetta che il rialzo dei future dell’oro COMEX nel 2021 sia limitato a circa 1.900 dollari, poco più dei livelli attuali. Secondo l’agenzia, l’aumento dell’inflazione peserà sul prolungato contesto di tassi bassi e dissuaderà dagli investimenti su asset senza interesse, come l’oro. 

Infine, lo stimolo USA probabilmente deciderà i prezzi dell’oro 

Noi di Investing.com siamo convinti che i future dell’oro possano persino superare la proiezione di Goldman di 2.300 dollari, ammesso che Biden riesca a realizzare lo stimolo che ha pianificato per riportare in attività l’economia statunitense. 

Lo sforzo erculeo che è stato necessario solo per far approvare il secondo piano di aiuti dal Senato USA quest’anno rispecchia le probabilità che l’oro possa arrivare alla prossima fase del prezzo di 2.000 dollari. 

In parole povere, il governo Biden dovrà liberarsi dall’impasse politica che il Senato attualmente controllato dai Repubblicani probabilmente opererà su qualsiasi piano (o proposta di legge) sugli aiuti per il COVID-19 che il governo ha in programma far approvare nel 2021.

Una svolta decisiva sarà rappresentata dai ballottaggi per il Senato in Georgia del 5 gennaio: se saranno vinti dai Democratici faranno sì che il partito del nuovo presidente abbia di fatto il controllo di entrambe le camere del Congresso, assicurandosi la capacità di far approvare qualsiasi legge.

Il Presidente Eletto ha già dichiarato che intende incoraggiare il Congresso ad approvare un pacchetto di stimolo maggiore quando assumerà ufficialmente il ruolo il 20 gennaio. Se il Democratici dovessero vincere in Georgia, Biden potrebbe proporre due, o persino tre, pacchetti di aiuti entro la fine dell’anno, per cercare di far accelerare la ripresa statunitense. 

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A quel punto, persino un prezzo di 3.000 dollari per l’oro potrebbe non essere impossibile.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

 

 

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