Market Brief
I mercati finanziari si stabilizzano sull’onda dei dati economici “rassicuranti” dalla Cina. A dicembre, la produzione industriale è scivolata al 5,9% a/a, a fronte del 6,0% previsto, in calo rispetto al 6,2% del mese precedente. Anche le vendite al dettaglio hanno deluso le attese, crescendo dell’11,1% a/a rispetto all’11,3% previsto e all’11,2% del rilevamento precedente. Nell’ultimo trimestre del 2015, l’economia cinese è cresciuta al ritmo più lento dall’inizio della crisi finanziaria. Nel quarto trimestre, il PIL è cresciuto del 6,8% rispetto all’anno precedente, meno del 6,9% previsto e precedente. Infine, nell’intero anno 2015, l’economia è cresciuta del 6,9% a/a, grossomodo in linea con l’obiettivo di Pechino. Ora la domanda principale da porsi è quali di questi dati siano davvero accurati.L’attenuarsi dell’avversione al rischio e il consolidamento dei prezzi del greggio hanno consentito ai mercati finanziari di riprendere fiato. I mercati azionari regionali asiatici sono positivi, i titoli della Cina continentale trainano i guadagni. Gli indici compositi di Dow Jones Shanghaie Dow Jones Shenzhen guadagnano più del 3% (rispettivamente il 3,22% e il 3,57%). In Giappone, il Nikkei è salito dello 0,55%, il più ampio indice Topix ha guadagnato un marginale 0,18%. L’Hang Seng di Hong Kong si è impennato del 2,95%, l’STI di Singapore ha guadagnato l’1,30%. La ripresa dei prezzi delle materie prime – il rame è in rialzo del 2,70%, il minerale di ferro del 2%, il Brent del 2,56% e il greggio WTI dello 0,75% - ha spinto al rialzo i titoli delle società estrattive australiane. Regis Resources Ltd (AX:RRL) è salito del 7,10%, Evolution Mining (AX:EVN) ha compiuto un balzo del 6,05% e Bluescope Steel Ltd (AX:BSL)del 5,68%. L’S&P/ASX 200 ha fatto registrare un rialzo dello 0,91%, i titoli neozelandesi sono saliti dello 0,37%. Anche in Europa i futures sui listini azionari sono positivi, con l’Euro Stoxx 50 a +2,08%, il Footsie a +1,44% e il DAX a +2,18%.Sul mercato dei cambi, le valute legate alle materie prime hanno assunto il comando, con il CAD in rialzo dello 0,68% contro il biglietto verde. L’USD/CAD è sceso a 1,4460 dopo aver toccato quota 1,4584 ieri a New York, riprendendo fiato dopo una corsa selvaggia che ha fatto salire la coppia del 6%, da 1,38 a 1,46. Sembra probabile una fase di stabilizzazione che permetterebbe agli investitori di riprendere fiato e riesaminare la situazione. Anche l’AUD/USD ha guadagnato lo 0,68% contro l’USD, cancellando le perdite di ieri. L’AUD è risalito sopra 0,69 USD e ora testa la resistenza oraria intorno a 0,6930 USD. Anche il kiwi si sta consolidando, dopo aver tentato invano di violare il forte supporto intorno a 0,64-0,6430 (minimo del 18 novembre e 61,8% di Fibonacci sul rally dal 2009 al 2014). La coppia NZD/USD è salita dello 0,19% a Wellington e ora passa di mano intorno a 0,6470. Oggi gli operatori monitoreranno i prezzi alla produzione e all’importazione in Svizzera; la bilancia delle partite correnti in Italia; IPC, indice delle vendite al dettaglio, IPP, e discorso di Marc Carney nel Regno Unito; IPC nell’Eurozona; sondaggio ZEW in Germania; IPC in Nuova Zelanda. |