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Prosegue il rally del “dott. Rame”, ripresa a Wall Street

Pubblicato 12.06.2020, 15:58
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Quando si ha un problema di salute, si ascoltano i consigli del dottore. E il “dott. Rame” sta dicendo ai tori che il loro investimento sta ancora bene, con i mercati globali che guardano alla ripresa di Wall Street dopo la carneficina di ieri.

Il rame, utilizzato in circuiti elettrici ed elettronici ed in qualsiasi settore, dai motori all’edilizia, ai macchinari industriali come gli scambiatori di calore, ha visto un bel rally negli ultimi tre mesi. Il prezzo è rimbalzato di quasi il 7% finora questo mese, portando i guadagni da marzo al 32%. Persino il greggio, nonostante tutte le notizie rialziste delle ultime sei settimana, continua a mostrare un tonfo del 45% finora quest’anno, rispetto a solo il 6,5% del rame.

Su base settimanale, il rame potrebbe chiudere la quarta settimana consecutiva al rialzo, se gli investitori dovessero comprare sul calo oggi, anziché cercare di estendere il ribasso della seduta precedente.

Daily US Copper Futures

Grafico giornaliero future rame USA

 

Rame in salita sul mese e sulla settimana, in calo sull’anno

I future del rame sul COMEX hanno visto il calo maggiore in oltre 8 anni a marzo, crollando di quasi il 13%, con l’economia mondiale che ha cominciato ad andare in pausa per fermare la diffusione del COVID-19. Sul London Metal Exchange, i future del rame con consegna a tre mesi sono crollati del 6% finora quest’anno, malgrado le aziende nella maggior parte dei paesi abbiano riaperto, seppur con delle limitazioni. 

In un mondo perfetto, chi studia il rame con attenzione dovrebbe essere in grado di prevedere un imminente boom o una recessione. Questa presunta capacità diagnostica è quello che ha fatto ottenere al rame il titolo di “dottore”. Tuttavia, già prima dell’arrivo del coronavirus, il mondo difficilmente poteva definirsi perfetto. E la pandemia ora ha ridefinito quasi tutto quello che conoscevamo come normale. 

Chiave per il rally gli sconvolgimenti delle filiere

Così, il rame è rimasto nel suo universo, schizzando quando l’economia mondiale stava colando a picco. Il rame deve molto del suo rialzo agli sconvolgimenti della produzione causati dalle chiusure delle miniere e dalle interruzioni delle forniture.

Fino a stamattina, non ci sono stati segnali di una riduzione di questi problemi, il che significa che il rally potrebbe continuare, sulla scia dei timori di una seconda ondata di coronavirus negli Stati Uniti e in Germania. Almeno cinque stati USA (New Mexico, Oregon, Florida, Texas ed Arizona) hanno visto un’impennata di contagi questa settimana, dopo cinque settimane di cali nei 50 stati. In Germania, il tasso R di trasmissione del virus è balzato sopra il livello di 1, il che significa che la malattia potrebbe ricominciare ad andare fuori controllo. Nuovi casi si registrano anche in Asia.

La possibilità di un lockdown 2.0 negli USA (o almeno parziale) insieme alla dichiarazione del Presidente della Federal Reserve Jay Powell secondo cui la crescita statunitense potrebbe soffrire per altri due anni per la pandemia, hanno spinto Wall Street a segnare la perdita giornaliera peggiore in tre mesi ieri. Anche il rame è rimasto intrappolato nell’avversione al rischio dei mercati.

Wall Street potrebbe non pesare sul rame

Ciononostante, il tonfo dei titoli azionari potrebbe risolversi presto, afferma Bespoke Investment Group. E spiega che cali di tale portata (con l’indice Dow crollato dell’8%) sono storicamente stati seguiti da una considerevole ripresa nei giorni, nelle settimane e nei mesi seguenti. L’indice si avvia ad aprire con un rialzo di almeno l’1%, secondo i mercati dei future.

Se il mercato azionario non continuerà a pesare sul rame, allora quali sono le prospettive a breve termine per il prezzo?

Goldman Sachs, i cui consigli sulle materie prime sono attentamente seguiti a Wall Street, ha alzato significativamente le aspettative sul prezzo del rame in una nota inviata ai suoi clienti all’inizio della settimana.

Domanda cinese il maggiore fattore, dice Goldman

Goldman ha alzato le previsioni sul prezzo del rame a 3, 6 e 12 mesi a 6000/6250/6500 dollari la tonnellata, dai precedenti 4400/5000/6000 dollari, riportando come fattore la ripresa economica del principale acquirente: la Cina.

 “Secondo noi, il principale fattore alla base di questa ripresa è stata la performance superiore della domanda cinese, che ha tratto vantaggio dalle politiche di edilizia ed infrastruttura di cui abbiamo parlato”.

 “Ora ci aspettiamo che la domanda annua di rame da parte della Cina aumenti dell’1,5% sull’anno, rispetto alla contrazione del 2% che avevamo previsto in precedenza, il che implica una revisione al rialzo di 500.000 tonnellate della nostra stima sulla domanda”. 

Sempre in Cina, le vendite di auto a maggio sono aumentate per il secondo mese di fila, mentre la crescita del credito in senso più ampio è accelerata, con la seconda economia mondiale che si è rimessa in piedi.

Capital Economics contribuisce ad alimentare il solido sentimento per il rame. La capo economista per le materie prime, Caroline Bain, ha previsto prezzi più alti entro la fine dell’anno, affermando che la crescita della domanda cinese aiuterà a controbilanciare la debolezza altrove.

Qualcuno dubita delle prospettive del rame e della ripresa a V

Non tutti danno prospettive rosee per il rame, però.

Bloomberg, in un’analisi, ha spiegato che la forma dello stimolo e della ripresa cinese dà motivo per essere cauti, con gli effetti della domanda latente che cominciano a ridursi.

L’analista di ING Wenyu Yao parla di complicazioni tecniche, affermando che c’è stato un elemento di “sentimento irrazionale” in quanto il rally del rame si è originariamente basato sulle speranze di una ripresa economica a V, il che non è ancora risultato evidente dai dati.

Ma anche se le scommesse economiche sul rame cominciano a ridursi, le pressioni sulla produzione legate al COVID-19 potrebbero continuare a supportare il mercato.

L’epidemia di Covid in Cile potrebbe continuare ad alimentare il rally del rame

I lavoratori, iscritti al sindacato, della principale miniera di rame in Cile, Codelco, ieri hanno reso noto che stanno pensando di lasciare il lavoro in alcuni siti per mettersi in auto-quarantena in seguito alla morte di uno di loro per il virus.

Il Cile, il principale produttore di rame al mondo, si trova nella morsa di una grande epidemia di COVID-19, con i nuovi casi che aumentano al ritmo di 5.000 al giorno e le vittime che hanno superato le 2.000. 

La produzione delle miniere di rame cilene è però rimasta finora indenne. Ma la Federation of Copper Workers ha avvertito che ci sono numeri “allarmanti” di contagi di coronavirus in numerose miniere del paese e che le misure per fronteggiare l’epidemia sono insufficienti.

* Nota: Barani Krishnan non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

 

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