Sembra passato molto tempo da quando il Presidente della Fed di St. Louis James Bullard ha detto che la banca centrale USA deve alzare i tassi di interesse dell’1% entro il 1° luglio. Bullard stava rispondendo al rapido aumento dell’inflazione, su di un 7% annuo, il massimo degli ultimi decenni.
Dopo queste dichiarazioni, l’azionario è crollato. L’S&P 500 è crollato del 4% nei tre giorni successivi.
Quasi tre settimane dopo, la domanda che ora ci poniamo è, quanti effetti avrà sui mercati e sull’economia mondiale l’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia?
Per rispondere con una sola parola: tantissimi. Con tantissima volatilità in arrivo.
I due eventi hanno portato forti cali nel mese di febbraio per molti mercati globali. Per gli indici USA, l’S&P 500 ha chiuso il mese in calo del 3,1%. Il Dow Jones Industrial Average è crollato del 3,5%, ed il NASDAQ Composite ha perso il 3,4%. I tre indici hanno registrato il secondo calo mensile consecutivo.
Le azioni sono scese questo mese in Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, India e Hong Kong.
L’azionario soffre dall’inizio del 2022 se non da prima. Il NASDAQ 100 non tocca il massimo di 52 settimane dal 22 novembre, ma i cali dell’indice sono stati modesti, nonostante tutto.
Ora, all’inizio di un nuovo mese, la Russia attacca l’Ucraina. I due paesi hanno avviato ieri dei dialoghi sul confine con la Bielorussia e si incontreranno nuovamente, ma non è stato trovato alcun accordo. Al momento della scrittura la situazione sta solo peggiorando.
L’invasione russa è stata fortemente criticata in tutto il mondo e su Mosca sono state imposte una serie di sanzioni. Anche i mercati stanno punendo l’attacco della Russia.
Il dollaro USA è schizzato del 32% contro il rublo russo questo lunedì.
La Russian Stock Exchange ha segnato un crollo del 34% dall’inizio dell’anno venerdì, mentre lunedì 28 non ha proprio aperto; la borsa di Mosca resta chiusa anche questo martedì 1° marzo. Inoltre, gli scambi si sono fermati anche per alcuni titoli che operano principalmente in Russia ma che sono stati quotati negli USA, tra cui Yandex (NASDAQ:YNDX) Ozon Holdings (NASDAQ:OZON).
Intanto il greggio ha continuato il suo rally quasi ininterrotto da quando ha toccato il minimo nella primavera del 2020. È intorno ai 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014. Goldman Sachs (NYSE:GS) ritiene che i prezzi del greggio raggiungeranno i 115 dollari tra un mese.
I prezzi della benzina al dettaglio sono aumentati di circa il 22% negli Stati Uniti e sembrano destinati ad avvicinarsi ai 4 dollari al gallone (complessivamente) per la prima volta dall’estate del 2008.
Dopo l’invasione, i paesi occidentali hanno imposto sanzioni sempre più severe alla Russia. Queste includono la chiusura dello spazio aereo alla Russia, il blocco delle transazioni in dollari da parte della Banca centrale russa e il congelamento delle riserve estere russe e un’altra misura che congela i beni in dollari del presidente russo Vladimir Putin e di molti dei suoi principali alleati oligarchi.
Intanto, due colossi del petrolio, BP (NYSE:BP) e Shell (NYSE:SHEL) hanno annunciato lunedì che cederanno o le loro partecipazioni nelle compagnie petrolifere russe. Le azioni della BP sono scese dell’8% dopo la notizia. Prendendo lo spunto, General Motors (NYSE:GM) ha dichiarato che fermerà le esportazioni di nuove Cadillac e Chevrolet in Russia. Si tratta di circa 3.000 unità all’anno, ha riferito il Detroit Free-Press.
Inaspettatamente, la crisi in Ucraina ha pesato anche su alti titoli, come ad esempio Anheuser-Busch InBev (NYSE:BUD).
Il colosso della birra e delle bibite ha perso il 2% nel mese di febbraio, ma è sceso del 3,8% nelle ultime due settimane. Ha una quota del 14% nel mercato russo.
La situazione in Europa ha spinto i titoli legati alla difesa. Lockheed Martin (NYSE:LMT) è schizzato dell’11,4% mentre Northrop Grumman (NYSE:NOC) ha segnato un rialzo del 19,5% questo mese.
È chiaro che l’invasione dell’Ucraina contribuirà a far lievitare i prezzi dei generi alimentari. I future del frumento a Chicago sono schizzati dell’8,6% a 8,34 dollari al bushel questo lunedì, il maggiore aumento giornaliero dell’ultimo decennio.
Il frumento è aumentato del 22,7% questo mese. L’Ucraina è un grande esportatore di cereali e l’invasione russa ha bloccato le forniture in partenza dai porti ucraini del Mar Nero.
Non si sa quando il conflitto finirà né quanto tempo ci vorrà per far ripartire l’economia ucraina - ammesso che l’Ucraina riesca a cacciare la Russia dal suo territorio e a rimanere indipendente.
Così, crisi Ucraina e inflazione andranno avanti a braccetto, probabilmente per mesi, causando non poche preoccupazioni. Speriamo che la situazione non trascini altri paesi nel conflitto.
Molto più facile occuparsi delle banche centrali, che potrebbero lasciare i tassi a livelli vicini allo zero per un anno di troppo (almeno). Questo naturalmente ci porta a parlare della Federal Reserve e dei due importanti eventi di marzo.
In primis, la testimonianza semestrale al Congresso di mercoledì del presidente della Fed Jerome Powell sulla politica economica e monetaria alla Commissione della Camera sui servizi finanziari. Potete scommettere che tutti si concentreranno sulla Russia e su come la Fed affronterà l’inflazione. Powell ripeterà la sua testimonianza giovedì davanti alla Commissione bancaria del Senato.
L’evento più importante sarà la decisione del tasso Federal Open Market Committee durante il vertice del 15-16 marzo. Le aspettative sono che la Fed alzerà di un quarto di punto percentuale l’obiettivo del suo tasso dei fondi federali. L’obiettivo della Fed, come Powell ha affermato a gennaio, è quello di ridurre la peggiore inflazione americana degli ultimi 40 anni.
Questo sforzo potrebbe richiedere almeno un anno, forse di più, per funzionare, ma lo strumento alquanto maldestro. I rialzi dei tassi applicati a tutti non tengono conto delle circostanze economiche individuali. Il rischio allora è che, se ci vorrà troppo tempo per contenere l’inflazione, si possa scatenare una recessione…8%.