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Non appena la parola “paziente” è comparsa sugli schermi quando la Federal Reserve ha rilasciato la sua dichiarazione di politica monetaria ieri pomeriggio, l’indice Dow è schizzato di 100 punti.
L’indice a mega-capitalizzazione ha segnato un’impennata di altri 150 punti prima di chiudere la giornata in salita di 434,90 punti, con un rimbalzo dell’1,77% rispetto alla chiusura del giorno prima.
Dalla dichiarazione del Federal Open Market Committee (FOMC) sono spariti i “rischi bilanciati” emersi da quella di dicembre. E non si parla più nemmeno delle aspettative di “qualche ulteriore graduale aumento del range obiettivo”. Al posto di queste dichiarazioni, troviamo le parole “la commissione sarà paziente” circa la necessità di ulteriori aggiustamenti.
Il Presidente della Fed Jerome Powell è uscito per la sua prima conferenza stampa post-vertice senza un aumento dei tassi in oltre un anno per comunicare il messaggio. Le controtendenze economiche suggeriscono che “attendere pazientemente una maggiore chiarezza” rappresenta la scelta migliore. L’effetto cumulativo degli sviluppi economici e finanziari negli ultimi mesi “giustifica un approccio paziente e di attesa”. Le parole “mutate pressioni inflazionarie” nella dichiarazione implicano che la commissione “sarà paziente”. Il calo dei prezzi del greggio e la diminuzione degli squilibri finanziari rendono “l’essere paziente” il supporto migliore per l’economia al momento.
Mentre Powell rispondeva abilmente alle domande, sembrava che avesse un promemoria davanti per ricordarsi di inserire nelle risposte la parola “paziente”, che è stata un ritornello per tutta la conferenza stampa. I membri del FOMC hanno suggerito la nuova posizione paziente nelle loro comparizioni pubbliche dell’anno nuovo e i verbali del vertice di dicembre, pubblicati a gennaio, riportano effettivamente che le “mutate pressioni inflazionarie” hanno permesso alla commissione di “essere paziente”.
La ciliegina sulla torta è stata la frase sulla “implementazione della politica monetaria e normalizzazione del bilancio”. Come ha chiarito Powell nel discorso di apertura della conferenza stampa, la commissione di politica monetaria ha deciso che dovrà mantenere un bilancio più alto rispetto a quanto stimato in precedenza, in quanto le banche adesso necessitano di maggiore liquidità.
La commissione sta ora valutano la “tempistica appropriata” per terminare l’attuale inasprimento quantitativo. In altre parole, smetterà di ridurre il bilancio molto prima del previsto.
Se la Fed rallenterà il ritmo dell’attuale deflusso e che tipo di assortimento manterrà in un portafoglio più o meno permanente sono fattori che restano da determinare.
Gli investitori hanno deciso che non diventerà più cauta di così. Oltre all’aumento del Dow, il rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni è sceso al 2,964% dal 2,73% prima dell’annuncio. Il dollaro è sceso di circa lo 0,17% secondo l’indice del dollaro USA sull’ICE.
L’inversione di rotta rispetto al tono della dichiarazione e della conferenza stampa di dicembre preoccupa alcuni analisti. Il loro timore è che la Fed abbia reagito esageratamente alla reazione dei mercati allora e che sia ora troppo cauta dopo essere stata troppo interventista. Molti, tuttavia, sono stati felici di vedere che la Fed non è più legata alle promesse di alzare i tassi ma è invece tornata ad un approccio di attesa. E hanno gradito l’intenzione della Fed di modificare la posizione in base alle circostanze.
I mercati dei future ora indicano che gli investitori non si aspettano alcun aumento dei tassi quest’anno. Il grafico dot-plot delle proiezioni dei membri del FOMC sui tassi di interesse sarà pubblicato fra sette settimane durante il vertice di marzo e mostrerà quanto le previsioni dei policymaker coincidano con quelle del mercato.
Alcuni analisti avvertono che la Fed potrebbe cambiare di nuovo idea nel corso dell’anno, tornando ad un inasprimento, se l’economia, contrariamente alle aspettative attuali, dovesse restare robusta e dovessero comparire delle pressioni inflazionarie.
Ma molti sono dell’idea che la Fed abbia già raggiunto il termine di un ciclo. Powell si è espresso in modo ambiguo circa il fatto che l’attuale tasso dei fondi Fed del 2,25-2,50 indichi la fine del cammino, affermando solamente che “rientra nel range” del tasso di interesse naturale o neutrale a cui punta la Fed che né stimoli e né rallenti la crescita.
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