Market Brief
Proprio come i suoi colleghi della Federal Reserve, Janet Yellen ha ripetuto la sua intenzione di alzare i tassi prima della fine dell'anno. Per dare supporto alla sua visione, il Presidente della Fed ha argomentato che il recente debole livello di inflazione negli USA è dovuto principalmente ai bassi prezzi delle fonti energetiche e al ridotto prezzo delle importazioni derivante dalla forza del dollaro. Era tutto quello che ci voleva per risvegliare i tori del dollaro. Il Dollar Index è salito dello 0,41% a 96,30 con la valuta unica europea che ha sofferto la maggiore ondata di vendite tra le valute del G10. La coppia EUR/USD è scesa dello 0,65% prima di stabilizzarsi intorno a 1,1170. Janet Yellen ha inoltre aggiunto di aver fiducia che l'inflazione ritornerà al 2% nei prossimi anni e che, di conseguenza, la strategia più prudente è quella di iniziare a alzare i tassi gradualmente prima del raggiungimento del target della Fed.
Ieri mattina, la coppia USD/NOK è salita del 2,72% a 8,50 dopo che la Norges Bank ha tagliato il tasso di deposito di 25 punti base a 0,75% a causa di timori riguardanti la crescita. Inoltre, la banca centrale norvegese, ha lasciato una porta aperta per un ulteriore taglio dei tassi, spiegando che l'economia è stata particolarmente colpita dal persistente basso prezzo del petrolio.
Questa mattina è stato pubblicato il valore dell'inflazione ad agosto in Giappone e il dato non è stato bello. Nonostante l'ottimismo sfrenato di Kuroda il Giappone è ritornato in deflazione con l'inflazione core che è scesa dello 0,1% su base annua rispetto allo 0% del mese precedente. Dopo un inizio promettente nel 2013 l'economia sta perdendo energia e sembra non essere capace di ritornare alla crescita senza la spinta extra fornita dall'intervento della banca centrale giapponese. Ci aspettiamo di conseguenza che la Banca del Giappone decida di aumentare le dimensioni dello stimolo economico durante la sua riunione annuale. Rimaniamo rialzisti per quanto riguarda la coppia USD/JPY nel medio termine, tuttavia non escludiamo una forza temporanea del JPY nel breve termine.
A seguito di queste notizie, i titoli azionari giapponesi hanno subito un sostanziale rialzo a Tokyo, con gli indici Nikkey e il Topix che sono saliti rispettivamente del 1,76% e 1,88%. In altre parti dell'Asia, i titoli azionari della Cina continentale hanno continuato scivolare verso il basso. Lo Shanghai Composite è sceso ancora del 1,86% mentre la sua controparte caratterizzata da molti titoli tecnologici, lo Shenzhen Composite, sta dando forti segnali ribassisti con la media mobile giornaliera a 50 giorni che sta attraversando la media mobile giornaliera a 200 giorni verso la parte inferiore. Attualmente l'indice è in ribasso del 3,11%. A Hong Kong, L'Hang Seng è salito dello 0,23% mentre in Corea del Sud l'indice Kospi è sceso dello 0,22%.
Il real Brasiliano è salito del 4,44% nei confronti dell'USD, il suo più grande rialzo in sette giorni, dopo che il Governatore Tombini ha dichiarato di essere pronto a usare “tutti gli strumenti disponibili” per arrestare la massiccia ondata di vendite di real. Mentre Tombini e Joachim dichiaravano che la BCB userà le sue riserve Forex per proteggere il real, la coppia USD/BRL è scesa da 4,2478 a 3,9507 a San Paolo.
Oggi gli operatori terranno d'occhio i dati USA sul PIL annualizzato del secondo trimestre, l'indice PCE dei prezzi principali per il secondo trimestre, l'indice PMI Markit e l'indice sul sentimento d'aspettativa dei consumatori Michigan.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd