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Greggio: forze di mercato e indicatori sono cambiati. Cosa c’è da sapere

Pubblicato 22.04.2021, 13:00
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 22 aprile 2021

Il mercato del greggio è diverso da qualunque cosa i trader abbiano mai visto prima, in parte perché le forze stabilizzanti e gli indicatori tradizionali hanno subìto un capovolgimento.

Diamo un’occhiata a cosa si aspettano alcune banche, agenzie ed economisti per il futuro del greggio quest’anno. Di seguito vedremo anche come l’OPEC+ potrebbe influenzare il mercato, con il suo prossimo vertice in agenda mercoledì prossimo. (Nota: non è certo che l’OPEC+ si riunisca la prossima settimana, il 28 aprile, stanno ancora decidendo).

Diverse opinioni su prezzi, scorte e domanda

I prezzi del greggio sono stati relativamente stabili ad aprile, con il WTI che ha oscillato vicino ai 60 dollari al barile ed il Brent a poco più. Alcuni analisti, come quelli di Goldman Sachs (NYSE:GS) e Citigroup (NYSE:C), pensano che i prezzi saliranno a circa 80 dollari al barile quest’estate. In effetti, si aspettano che la domanda di petrolio salga a livelli record e che le restrizioni per la pandemia siano allentate nel terzo trimestre.

Altri sono più scettici, con i casi di coronavirus in India in aumento ed i paesi europei che pensano di introdurre più restrizioni sui viaggi.

WTI Weekly Chart

Grafico settimanale greggio WTI

La U.S. Energy Information Administration (EIA), nelle sue ultime previsioni a breve termine sul greggio, stima che le scorte e la domanda convergeranno nel terzo trimestre di quest’anno e poi i consumi supereranno leggermente le scorte nel quarto trimestre. Ciononostante, le previsioni dell’EIA indicano che il Brent vedrà una media di soli 61 dollari al barile nel secondo semestre dell’anno, quindi in calo rispetto al prezzo attuale di circa 65 dollari al barile.

Brent Weekly Chart

Grafico settimanale Brent

Un’opinione interessante su queste stime è stata fornita dal capo economista dell’American Petroleum Institute (API), Dean Foreman, nel podcast Energy Week all’inizio della settimana. (Nota: sono la co-conduttrice di questo podcast). Ha spiegato che le previsioni dell’EIA comprendono l’ipotesi che la produzione statunitense aumenterà di 900.000 barili al giorno per far fronte alla domanda crescente nel 2021.

Tuttavia, in base alle discussioni con i produttori statunitensi ed alla valutazione dei loro piani, sembra che la produzione USA difficilmente aumenterà così tanto e che gli Stati Uniti molto più probabilmente vedranno un incremento della produzione pari solo a metà di quella cifra.

Se così dovesse essere, e la domanda dovesse accelerare come previsto, allora i prezzi dovrebbero salire nella seconda metà dell’anno, contrariamente alle previsioni dell’EIA. Tuttavia, molto dipenderà dalla reattività dell’OPEC+. Non riuscendo ad aumentare la produzione, gli Stati Uniti essenzialmente lasceranno via libera all’OPEC+ per incrementare la sua produzione molto più di quanto abbia in programma al momento.

OPEC+: reattiva più che proattiva

L’OPEC+ sta adottando un approccio del tipo “stiamo a vedere”. Al momento, intende aumentare la produzione petrolifera gradualmente a maggio, giugno e luglio, con l’avvertimento di poter “inclinarla” al rialzo o al ribasso in occasione di quelli che sono diventati ormai dei vertici mensili, a seconda dei segnali del mercato. Potrebbe sembrare un approccio prudente, ma la strategia reazionaria dell’OPEC+ potrebbe essere proprio il fattore di innesco di un balzo del prezzo.

Quest’anno, anziché fissare le quote di produzione per 6 mesi alla volta, l’OPEC+ si è data un appuntamento mensile durante il quale fissa i tassi di produzione per 1, 2 o massimo 3 mesi alla volta. L’Arabia Saudita ha inoltre annunciato dei tagli unilaterali “a sorpresa” che hanno avuto un impatto sul mercato.

L’OPEC+ sta cercando di incontrarsi ogni mese, concedendo comunque abbastanza tempo alle società petrolifere per capire la sua politica e decidere i loro OSP (prezzi alla vendita ufficiali) per il mese successivo. E l’OPEC+ si sta incontrando regolarmente in modo da riuscire, insieme ai suoi membri, a reagire ai cambiamenti sul mercato.

Tuttavia, in conseguenza della maggiore frequenza delle riunioni dell’OPEC+, nessuno (comprese le società petrolifere, i loro clienti ed i trader del greggio) sa cosa aspettarsi dall’organizzazione. Allo stesso tempo, l’OPEC+ è passata perlopiù dal determinare i mercati al reagire ad essi.

Problemi nelle previsioni sui prossimi mesi

Quattordici mesi fa, i trader del greggio generalmente prendevano in considerazione alcuni indicatori per determinare i prezzi. Controllavano i trend di produzione, la politica dell’OPEC+, lo stato di salute generale delle economie (per determinare la domanda futura) e le questioni stagionali legate a viaggi, raffinazione, utilizzo di elettricità (dove il greggio viene bruciato per produrre elettricità), ecc.

Oggi, le informazioni di cui i trader hanno bisogno sono totalmente cambiate. I trend di produzione negli Stati Uniti sono difficili da capire, in parte perché i produttori sono consapevoli dei cambiamenti apportati dalla nuova leadership di governo.

L’OPEC+ è diventata reazionaria, cambiando politica su base mensile anziché ogni sei mesi. La salute economica non è più organica, ma ora è legata direttamente all’introduzione e all’allentamento di restrizioni e lockdown da parte dei governi.

Ecco perché vediamo così tante previsioni divergenti, che cambiano di mese in mese. Niente è più quello che era all’inizio del 2020.

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