Propensione al rischio debole durante la seduta asiatica, dopo che la BCE non ha parlato di una possibile proroga del QE e che Dudley (Fed) ha dichiarato che un rialzo del tasso resta appropriato.
Seguendo la scia negativa di Wall Street, gli indici azionari asiatici hanno chiuso con il segno meno, l’USD ha guadagnato contro le valute G10 e della regione.
Il Nikkei ha ceduto lo 0,30% e l’indice composito di Shanghai è avanzato di un irrisorio 0,07%,l’Hang Seng è rimasto chiuso per una festività locale.
I future sul Petrolio Greggio sono calati sulle prese di profitto, resistendo però sopra il manico a 50 USD.
La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le previsioni sul prezzo del greggio per il 2017, da 53 a 55 USD al barile, segnalando che la produzione dei paesi non OPEC frenerà i rialzi.
I mercati finanziari continuano a elaborare l’esito della riunione della BCE di ieri.
Draghi ha rinviato ogni decisione alla riunione di dicembre (come avevamo previsto). A nostro avviso, la banca appare estremamente restia a dare il via libera al ricorso a un ulteriore allentamento, a meno che esso non sia l’unica opzione percorribile.
Ciò dimostra il crescente disincanto circa la strategia di politica monetaria, questo diverrà un tema chiave per gli investimenti nel 2017.
L’oscillazione dei corsi azionari indica che anche i mercati fanno fatica a decifrare i prossimi passi delle banche centrali globali.
Noi interpretiamo così i commenti di ieri di Draghi: a dicembre la BCE prorogherà il programma di acquisto di asset e allo stesso tempo annuncerà una maggiore flessibilità dei parametri del QE per gestire il problema della scarsità.
Sul fronte geopolitico, il presidente delle Filippine Duterte ha annunciato la “separazione” dagli USA, spostando l’alleanza verso la Cina. Sotto la guida del nuovo presidente, le relazioni con gli USA si sono incrinate ma questa è una svolta estrema, che potrebbe potenzialmente cambiare i delicati equilibri dell’area pacifica.
I rendimenti USA proseguono il loro rally, il differenziale continua a essere inclinato a favore dell’USD. I dati positivi dagli USA sostengono la domanda di rendimenti, soprattutto per i titoli a scadenza più lunga.
L’indice della Fed di Philadelphia sulle prospettive delle imprese è salito a 9,7 punti rispetto ai 5 previsti, invece le vendite di case esistenti sono aumentate del 3,2% rispetto al 4,0% previsto.
In vista delle elezioni USA e sull’onda delle attese sempre più stabili di un rialzo del tasso a dicembre, la richiesta di USD dovrebbe continuare.
In Cina, i prezzi delle abitazioni hanno mostrato un’ulteriore accelerazione a settembre. I prezzi delle nuove abitazioni sono cresciuti dell’11,2% a/a dal 9,2% di agosto.
Delle 70 città monitorate, 64 hanno fatto registrare un rialzo dei prezzi, il rapido aumento dei prezzi alimenta preoccupazioni circa una bolla degli asset in Cina.
I funzionari hanno intrapreso misure per tenere sotto controllo i mercati immobiliari, ma gli sforzi non si rispecchiano nei dati.
La PBoC continua a far calare gradualmente lo yuan (CNY), la quotazione dell’USD/CNY ha toccato un nuovo minimo ciclico, pari a 6,75.
Oggi gli operatori monitoreranno i dati canadesi, fra cui le vendite al dettaglio e il rapporto sull’inflazione.
Secondo la BoC, sebbene il rischio sia pressoché bilanciato, questo dato inciderà sulle attese di un ulteriore allentamento.