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I sospetti d’insolvenza in Portogallo riducono la propensione al rischio

Pubblicato 11.07.2014, 10:18
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Market Brief

C’è stata una forte contrazione della propensione al rischio dopo che i timori di un’insolvenza in Portogallo hanno innescato vendite aggressive sull’azionario europeo e sui bond dei paesi periferici. Su listini americani e asiatici sono poi proseguite le vendite dettate dal panico. In breve, il panico si è scatenato fra gli investitori dopo che l’Espirito Santo International non ha eseguito pagamenti per “alcuni clienti”, fatto che ha generato un calo del 17% nelle azioni dell’Espirito Santo Financial Group, primo azionista della banca. Il titolo è stato sospeso dopo aver raggiunto i 51 euro per azione. Il panico ha alimentato timori in tutto il vecchio continente. L’indice portoghese PSI20 ha ceduto il 4,4%, l’IBEX ha perso più del 2,0%, seguito da FTSE (-0,7%), CAC40 (-1,3%), S&P500 (-0,4%), Dow Jones (-0,4%), Nikkei (-0,3%) and Hang Seng (-0,3%). C’è stato un rally dei rendimenti dei titoli periferici dell’Eurozona, guidato dai decennali portoghesi; i titoli di stato di Grecia, Italia e Spagna sono stati venduti. I flussi in entrata hanno fatto abbassare i rendimenti dei titoli di stato svedesi, tedeschi, olandesi e svizzeri. Le vendite sui bond periferici dell’Eurozona hanno fatto indebolire l’EUR/USD. Ieri la coppia ha toccato quota 1,3589 a New York e continua a essere offerta sotto la sua media mobile a 21 giorni (1,3613). Dal punto di vista tecnico, il canale di trend ascendente di giugno-luglio è in rotazione / appiattimento. Per oggi prevediamo un rialzo limitato, perché le incertezze dovrebbero continuare a pesare su tutto il complesso EUR. Una chiusura settimanale inferiore a 1,3576/80 (minimo 7 luglio / pivot MACD) dovrebbe far diminuire ulteriormente la propensione di breve termine per l’EUR/USD. Il tema chiave della giornata sarà l’evoluzione della situazione in Portogallo. In realtà l’Espirito Santo non è abbastanza grande da generare un rischio sistemico, anche se potrebbe innescare un contagio. Dovrebbero persistere le pressioni al ribasso sulle valute ad alto beta e dei mercati emergenti.
La reazione generata dai verbali della Fed è stata passeggera perché sono subentrate notizie più pregnanti. Appena prima che si diffondesse il panico per il Portogallo, l’USD/JPY aveva toccato quota 101,07, poi la coppia è risalita a 101,39 a Tokyo perché gli operatori giapponesi hanno preferito trarre beneficio dai livelli bassi piuttosto che cavalcare il trend ribassista. Gli indicatori di trend e momentum sono da piatti a negativi, il supporto chiave staziona a 100,76 (minimo del 2014). Se la situazione in Portogallo si facesse più seria, i rendimenti legati all’avversione al rischio potrebbero spingere i livelli verso la soglia inferiore del 2004. Sotto questo livello s’intravedono gli stop. L’EUR/JPY consolida le perdite nella stretta fascia compresa fra 137,68 e 137,92. I livelli tecnici si sono attenuati.
L’AUD/USD continua a essere offerto sotto 0,9400 (media mobile a 21 giorni / esercizio delle opzioni). L’impostazione tecnica è marginalmente negativa, la prima linea di ordini staziona a 0,9339/51 (61,8% di Fibonacci sul calo da ottobre 2013 a gennaio 2014 – media mobile a 50 giorni), sotto questi livelli dovrebbero intensificarsi le pressioni a vendere. Prima del fine-settimana, prevediamo un’azione limitata per l’AUD/NZD sotto 1,0660, con l’ex supporto che diventa resistenza di breve periodo (fascia infragiornaliera 1,0645/59).
Oggi il Canada diffonderà i dati sul lavoro; i mercati prevedono che il tasso di disoccupazione rimarrà invariato al 7,0%. Dal 27 giugno l’USD/CAD si è stabilizzato nella fascia 1,0600-1,0700, facendo svanire il momentum ribassista di breve termine. I dati sul mercato occupazionale oggi saranno importanti. Sebbene riteniamo che la probabilità di un altro allentamento della BoC non sia più attuale, un’eventuale sorpresa negativa sul fronte del lavoro innescherà nuovi tentativi verso la resistenza a 1,0700. Sarà necessaria una violazione da una parte o dall’altra dell’attuale fascia di scambi per poter parlare di una direzionalità di breve termine.
A seguire il calendario economico odierno: indice dei prezzi all’ingrosso m/m e a/a di giugno in Germania; IPC (definitivo) m/m e a/a di giugno in Germania e Spagna; bilancia delle partite correnti di maggio in Francia; produzione nel settore costruzioni (dato destagionalizzato) m/m e a/a di maggio nel Regno Unito; tasso di disoccupazione e di partecipazione di giugno in Canada; dichiarazione mensile sul budget di giugno negli Stati Uniti.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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