Nel mondo delle materie prime sono chiamate “soft commodity”. Ma il caffè robusta, lo zucchero, il cacao ed il succo d’arancia possono essere definite anche materie prime “piacevoli” perché alla gente piace consumarle.
Tuttavia, non è stato un inizio di 2022 piacevole per questo gruppo di prodotti, con i prezzi crollati tra il 3% ed il 7% da quando è cominciato l’anno.
Il clima e i problemi logistici sembrano essere le questioni comuni che pesano sulla domanda di queste materie prime, ma ci sono anche dei problemi specifici.
Grafici gentilmente forniti da skcharting.com
Caffè robusta
Nel mondo del caffè, arabica e robusta sono dei reali.
Delle due, l’arabica è il re, consumato dal 70% del mondo che beve caffè.
La robusta è la regina ed è presente in quasi tutti i marchi di caffè solubile al mondo.
Al momento della scrittura, il contratto spot dell’arabica sull’ICE Futures USA segna +2,6% sull’anno, proseguendo il rally del 76% dal 2021.
Ma il contratto della robusta, sull’ICE Futures Europe, registra -7,2% dall’inizio di gennaio, rispetto allo spettacolare rialzo dell’81% dell’anno scorso.
Il Vietnam è il maggiore produttore di robusta, che rappresenta circa il 95% di tutto il caffè coltivato nel paese. Anche il Brasile produce un’alta quantità di robusta.
Jack Scoville, a capo delle analisi sulle coltivazioni del Price Futures Group a Chicago, afferma che il clima asciutto e il gelo in Brasile hanno creato molti problemi quest’anno agli alberi di robusta.
Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com, spiega che, malgrado abbia aperto l’anno al ribasso, la robusta potrebbe allontanarsi da questa strada in discesa.
“Restare al di sopra della Banda di Bollinger media di 2.247 dollari sarà importante per la robusta, per continuare il rialzo ed insidiare il recente apice di 2.499 dollari”, dice Dixit.
Il contratto spot dello zucchero grezzo sull’ICE Futures è balzato del 22% l’anno scorso, proseguendo un rally cominciato dopo che lo scoppio del COVID-19 nel 2020 aveva sconvolto la produzione e la distribuzione del dolcificante sul mercato globale.
Da quando è iniziato il 2022, però, il contratto spot dei future dello zucchero USA è crollato del 3,7%.
Parte della recente debolezza dello zucchero risale al periodo di fine 2021, con i casi di COVID dovuti alla variante Omicron che hanno comportato un calo della domanda in Europa, dove sono stati applicati nuovi lockdown per paura dei contagi, spiega Scoville.
Dixit afferma che il grafico settimanale dello zucchero mostra che i prezzi stanno scendendo sotto la Banda di Bollinger media di 19,42 centesimi e sono leggermente al di sopra della media mobile esponenziale su 50 settimane di 17,96.
“La lettura stocastica oversold di 6,97/14,77 indica una probabile inversione al rialzo all’area di 19,40 – 20,40”, dice.
“Tuttavia, un’infrazione sotto 17,96 potrebbe estendere la debolezza dello zucchero a 16,50 e la media mobile semplice su 100 settimane a 15,50”.
Cacao
Il cacao ha chiuso il 2021 in calo del 3,2%, con una performance inferiore rispetto alle altre soft.
Quest’anno, ha esteso il ribasso del 3,9%.
L’aumento dei contagi da COVID ed i conseguenti lockdown non sono stati un bene per il cacao, che ha sofferto sia per la diffusione della variante Delta all’inizio del 2021 che per quella, più recente, di Omicron.
Per Dixit lo scenario del cacao non è incoraggiante sul breve termine, con il prodotto intrappolato nella zona rossa e ben al di sotto delle principali medie mobili.
“I prezzi sono intrappolati nel range di 2.630-2.320 dollari”, afferma.
“Sul breve termine, il cacao probabilmente si indebolirà ancora, sotto i 2.300 dollari”.
Succo d’arancia
Il succo d’arancia è una delle bevande per la colazione preferite dagli americani e spesso sostituisce il caffè.
Il cosiddetto “OJ” ha chiuso l’anno in salita di quasi il 19%.
Dall’inizio di gennaio, però, OJ è sceso del 3,4%.
Per Scoville le buone condizioni del raccolto nella maggior parte delle aree di coltivazione, in particolare Florida e Messico, hanno alimentato l’idea di una produzione più alta annullando l’impatto del clima avverso nel principale paese produttore, il Brasile.
Dixit fa notare che l’OJ ha faticato a superare il massimo di agosto di 1,48 dollari e potrebbe restare in difficoltà a meno che non veda un breakout senza registrare nuovi minimi.
“I prezzi hanno bisogno di slancio per puntare agli 1,52 dollari”, spiega.
“La correzione sul breve termine potrebbe spingere OJ fino al minimo di 1,33 dollari”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.