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Il Nikkei allunga, l'Europa no

Pubblicato 21.11.2016, 08:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Sono proseguiti in settimana i “nuovi trend” visti dopo l’elezione di Trump.

Maggiore forza per i paesi sviluppati e debolezza relativa per gli emergenti. Oro e Argento in declino sulla forza del dollaro e sulla aspettativa ritenuta quasi certa di un aumento dei tassi a dicembre.

Dicevo la scorsa settimana che il pattern grafico che si era formato rappresentava una bella opportunità rialzista per Europa e Giappone. Il Nikkei l’ha colta (e in buona parte USA), l’Europa no.

La spiegazione è in gran parte nei dati del PIL trimestrale, largamente sopra le attese per il Giappone, appena in linea con le aspettative per Eurozona.

Ma probabilmente c’entra qualcosa anche il prossimo referendum italiano.

Con i No piuttosto avanti nei sondaggi c’è il timore che ciò possa scatenare qualche ulteriore picco di volatilità sugli indici europei.

E sarebbe vissuto come un’altra mezza sconfitta per l’Europa (dopo Brexit e Trump, dove il tifo contro dei vertici europei era fin troppo palese).

Non a caso l’indice italiano è stato di nuovo il peggiore in settimana, rendendo il tutto più coerente. Si va prospettando il rischio di un processo di “marginalizzazione” dell’Europa sullo scenario globale.

A livello politico mi pare ormai evidente, ma anche a livello economico e quindi finanziario.

Sui grafici siamo sempre sui massimi storici o annuali per gli indici più importanti, sui supporti per emergenti ed oro, accumunati dal medesimo andamento post Trump.

Sui primi siamo in zona ipercomprato sui grafici giornalieri e non è affatto da escludere che ci possa essere qualche giornata di debolezza nel breve.Variazioni settimanali
indici azionari

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USA
Non fa nuovi massimi storici lo S&P 500, ma è ormai a mezzo passo. Acquisti proseguiti in settimana, ma con forza decrescente. Prima di acquistare sulla forza (cioè sul superamento dei precedenti massimi), attenderei una chiusura settimanale oltre 2200. Sul giornaliero siamo entrati in zona ipercomprato, a supporto di una possibile fase di stabilizzazione.
sp500

Mai stata così alta la probabilità di un aumento tassi a dicembre. Evento ormai dato per certo dai mercati.
tassi usa

Europa
una importante occasione mancata per gli indici europei, soprattutto considerando il favorevolissimo contesto valutario, con l’Euro in forte svalutazione. Nel calcio si dice gol fallito, gol subito. Speriamo ovviamente non sia il caso. Pil Europeo che cresce nel 3° trimestre dello 0,3% sul trimestre precedente (in linea con le attese. Rimane a +1,6% quello tendenziale sull’anno.
Dax ancora una volta respinto da 10.800, per la quinta volta nelle ultime 15 settimane. Forse come per gli indici USA attenderei il superamento in chiusura settimanale prima di valutare nuovi coinvolgimenti
dax grafico

Italia
anomalo affondo in settimana, in sostanziale controtendenza rispetto ai principali indici. Stavolta non si può dare la colpa al settore bancario per se, in quanto l’indice europeo delle banche è sui massimi di periodo. I dati del PIL persino sopra le attese, con la stima flash a +0,3% (attese +0,2%). Migliora anche la lettura annuale (+0,9%, attese 0,8%). Non rimane che l’incombente referendum a spiegare la caduta.
Al netto degli indecisi in costante diminuzione abbiamo i No in vantaggio di 5 punti mediamente, a guardare le ultime rilevazioni. Ma la campagna è ancora aperta, abbiamo visto cosa è successo con le elezioni USA.
sondaggi referendum

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L’indice Italiano fornisce un segnale di prosecuzione del ribasso, con la rottura della trend line rialzista dai minimi di febbraio. 15.750 ultimo baluardo prima di rivedere i minimi annuali. Quadro in miglioramento ora solo sopra i 17.000 punti.
mib 40 grafico

Asia
Un segnale rialzista per l’indice Nikkei, che interrompe con decisione la fase di stabilizzazione. Gli acquisti in settimana sul dato del PIL oltre le attese: +0,5% nel trimestre (attese +0,2%). Ma ben +2,2% rispetto all’analogo trimestre dello scorso anno. Si possono delineare sui grafici le prime trend line rialziste, con primi supporti rilevanti in area 17.300.
giappone nikkei

Non ancora pienamente digerita su molti indici asiatici lo shock delle presidenziali USA (e l’imminente aumento tassi). Molti indici ancora deboli, ma senza eccessi. Chissà che non sia il momento buono per tornare a valutarli con interesse. Sotto il grafico dell’India, con prezzi in prossimità dei support principali di medio periodo:
india grafico

Materie prime
Continua a scendere l’Oro, che fornisce un segnale di interruzione del trend rialzista, con la rottura del precedente minimo relativo. Rimbalzi sempre possibili su turbolenze dei mercati, con prima resistenza a 1265. Ma cresce il dubbio che la fiammata rialzista del 2016 possa essere stata solo un rimbalzo strutturato in un trend di fondo ribassista. Una prova più evidente l’avremo all’eventuale rottura di area 1180, ulteriore livello rilevante di supporto.
oro grafico

Zucchero impegnato in una decisa correzione, anticipata dalla divergenza ribassista sull’RSI precedentemente segnalata. Ma il trend rialzista di fondo rimane integro, a mio avviso leciti acquisti tra 18 e 19, in caso di raggiungimento.
zucchero grafico

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Petrolio Greggio
Paesi produttori impegnati in un meeting informale a Doha per tentare un accordo. Nel frattempo aumentano le scorte settimanali, e la produzione dei paesi Opec è stata spinta a nuovi massimi. Così l’accordo potrà essere più facilmente raggiunto…
opec produzione

Prezzi in rialzo questa settimana, ma per ora il rialzo è ancora configurabile come un rimbalzo a testare la trendl ine rialzista precedentemente rotta all’ingiù. Quello del petrolio è in questa fase un tema puramente speculativo, da maneggiare con attenzione. Si è perso sia il legame con gli indici che con il dollaro Usa.
petrolio grafico

Valutario
Forti acquisti sul dollaro Usa, che qui vediamo nel grafico mensile del US Dollar Index (un paniere di dollaro rispetto alle principali valute, con Euro circa 57% del peso). Rottura al rialzo della resistenza, resta probabile uno scenario di trend positivo almeno fino all’annuncio dei tassi Usa (13-14 dicembre). 104/105 un ulteriore livello di verifica al rialzo
dollar index

Guardando allo specifico Eur-Usd, prezzi in accelerazione ribassista. A questo punto il primo supporto ragionevole è area 1.04/1.05. Resistenze abbassabili ad 1.09
eur usd grafico

Riccardo Zarfati
onehourtrading.it

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