Le cifre sulla crescita superiori alle attese negli USA hanno dato una nuova spinta al biglietto verde, facendo salire considerevolmente la probabilità di un intervento di restringimento della Federal Reserve già a dicembre.
La moneta unica è stata fra le valute che nella notte hanno fatto registrare l’andamento peggiore nel comparto G10, con un calo dello 0,25% contro il biglietto verde, a 1,0957.
Nel terzo trimestre, l’economia USA è cresciuta al 2,9% su base annua, superando il 2,6% delle previsioni medie e l’1,4% del secondo trimestre. Il rimbalzo della crescita è avvenuto sull’onda dell’aumento delle scorte e del boom delle esportazioni.
Per la prima volta dal primo trimestre del 2015, le scorte hanno contribuito alla crescita, salendo dello 0,61% nel trimestre conclusosi a settembre.
Le esportazioni sono aumentate dell’1,17% rispetto allo 0,21% del trimestre precedente. I consumi personali, invece, sono scesi all’1,47% rispetto al 2,88% registrato nel secondo trimestre.
In fin dei conti, lunedì l’indice del dollaro è salito dello 0,15%.
In Giappone, a settembre la produzione industriale è risultata debole, in rialzo dello 0,9% a/a rispetto all’1,9% previsto.
Su base mensile, la produzione industriale è rimasta invariata rispetto al mese precedente, invece i partecipanti al mercato si aspettavano un modesto rialzo pari allo 0,09%.
Anche le vendite al dettaglio sono risultate deboli, in calo dell’1,9% a/a rispetto al -1,8% delle previsioni medie.
Tutto sommato, l’economia giapponese sta facendo fatica ad acquisire slancio, nonostante i continui sforzi della BoJ per stimolare la crescita e l’inflazione.
Lo yen forte e la debole domanda globale danneggiano l’economia.
Lunedì è iniziata la riunione di due giorni della BoJ sulla politica monetaria, nel corso della quale la banca rivedrà le sue prospettive di crescita e inflazione.
Dopo essere scivolato a 104,27 in avvio di seduta, il cambio USD/JPY si è riportato intorno a 104,94 sull’onda dell’ulteriore rialzo del dollaro. Il giudizio rimane positivo. Si osserva una resistenza chiave a 107,49, mentre al ribasso un supporto giace intorno a 103 (minimi precedenti).
I titoli asiatici stanno perdendo terreno in modo generalizzato, con il Nikkei in calo dello 0,12% e il più ampio indice Topix invariato a 1.393 punti.
Nella Cina continentale, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno ceduto rispettivamente lo 0,12% e lo 0,08%.
Sui mercati offshore, l’Hang Seng ha ceduto lo 0,06% e il Taiex lo 0,18%.
Di conseguenza, lunedì anche i future sui listini europei sono negativi, perché gli operatori non hanno trovato buone ragioni per far salire i corsi.
Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione in Germania; le vendite al dettaglio in Spagna; le approvazioni di mutui nel Regno Unito; il rapporto sull’inflazione nell’Eurozona e in Italia; la bilancia commerciale in Sudafrica; le spese e i redditi personali, il deflatore PCE, l’indice sul manifatturiero della Fed di Dallas e l’indice dei direttori d’acquisto di Chicago negli USA.