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Impennata dell’AUD/USD dopo le cifre elevate sull’IPC

Pubblicato 26.10.2016, 10:39
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In Asia, sul forex la seduta è trascorsa tranquillamente, gran parte delle valute G10 ha annaspato.

L’EUR/USD non si è mosso granché, salendo di un trascurabile 0,03%, a 1,0891. Nel breve termine, il giudizio rimane negativo, anche se riteniamo improbabili altri rialzi del dollaro. Al ribasso, si osserva un supporto chiave a 1,0822 (minimo 3 ottobre), mentre al rialzo la resistenza chiave giace intorno a 1,12-1,13 (massimi precedenti).

Nella notte la sterlina si è stabilizzata intorno a 1,2170, dopo essere crollata a 1,2083 martedì sull’onda del diffuso, ma passeggero, rally dell’USD.

Al ribasso, il livello a 1,1841 fungerà da supporto principale, mentre al rialzo il massimo del 7 ottobre, a 1,2477, rimane la resistenza più vicina.

In Australia, il rapporto sull’inflazione superiore alle attese riferito al terzo trimestre ha dato una forte spinta all’AUD.

La divisa australiana è salita dello 0,75% contro la sterlina, dello 0,70% contro il biglietto verde e dello 0,60% contro lo yen giapponese, dopo che l’indice dei prezzi al consumo si è attestato all’1,3% a/a, superando l’1,1% previsto e l’1% rilevato il trimestre precedente.

La media troncata – che esclude le variazioni più marcate – è risultata in linea con le previsioni medie, attestandosi all’1,7%.

L’AUD/USD è balzato così di più dell’1% nel giro di pochi secondi, toccando quota 0,7709, perché cifre forti riferiti all’inflazione fanno scendere la probabilità di un taglio del tasso d’interesse dalla RBA. La coppia di valute poi è scesa leggermente, a 0,7690. In un’ottica di lungo termine, l’AUD/USD non è riuscito a confermare una violazione netta del massimo del canale discendente, che al momento si aggira intorno a 0,7650.

Sul fronte azionario, le borse asiatiche si sono mosse con il segno meno seguendo la scia negativa di Wall Street.

L'indice S&P 500 martedì ha ceduto lo 0,38% sull’onda degli utili trimestrali deludenti. Il Dow ha ceduto lo 0,30% e il Nasdaq lo 0,50%.

In Asia, solo i titoli giapponesi sono riusciti a rimanere a galla, con il Nikkei in rialzo di un marginale 0,15% e il più ampio indice Topix dello 0,39%.

Altrove, l’indice composito di Shanghai è calato dello 0,53%, l’Hang Seng è scivolato dello 0,82%, mentre il Kospi sudcoreano ha perso l’1,14%.

Oggi gli operatori monitoreranno le vendite al dettaglio in Italia; le richieste di mutui MBA, le scorte all’ingrosso, i PMI servizi e composito, le vendite di nuove abitazioni e le scorte di greggio negli USA; la bilancia commerciale in Nuova Zelanda.

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