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Inflazione e preoccupazioni sempre presenti

Pubblicato 02.06.2022, 12:37
Aggiornato 12.03.2024, 12:10

Seduta europea che chiude al ribasso, trascinata sul finale dai mercati statunitensi, in una sessione altalenante tra le persistenti preoccupazioni inflazionistiche, notizie provenienti dalla Russia e, se non fossero sufficienti, dalla nota pessimistica di JP Morgan (NYSE:JPM) sulle prospettive economiche. Jamie Dimon, CEO di JP Morgan e uno tra i primi a prevedere una maggiore serie di rialzi dei tassi d’interesse americani nell’anno, ha riportato le sue attese per il prossimo “'uragano economico”, consigliando agli investitori cautela. Anche Fidelity si è unita al coro, per voce della sua economista Anna Stupnytska: “Se guardiamo ai vari episodi storici, pensiamo che le azioni non abbiano ancora trovato il minimo, visti i venti contrari di un'ulteriore stretta aggressiva da parte delle banche centrali, il rischio legato alla guerra in Ucraina, che è chiaramente sistemico, e la forte performance dei mercati delle materie prime”

Le principali attese di ieri, nel Vecchio Continente, erano per i PMI manifatturieri, i quali hanno disegnato un quadro contrastante in crescita in Germania e Spagna, ma in rallentamento in Francia, Italia e per l’area Euro. Mercato del lavoro che invece riporta un livello di disoccupazione stabile sul minimo storico del 6,8%, evitando grattacapi per la BCE. Banca Centrale che intanto, per voce della presidente Lagarde, incoraggia la transizione energetica riportando come l’inflazione attuale non provenga dalla greenflation ma bensì da quella fossile. Tra i settori in Europa si salva solamente quella auto +1,27%, mentre al ribasso troviamo soprattutto il settore Travel&Laisure -2,58% e Real Estate -1,80%. In Italia solamente 7 titoli chiudono al rialzo, con Stellantis (BIT:STLA) +1,74%, Leonardo +1,5%, Pirelli (BIT:PIRC) +1,06%, Tenaris (BIT:TENR) +0,77%, Moncler (BIT:MONC) +0,43%, Iveco Group +0,35% e Inwit (BIT:INWT) +0,14%.

Con l’Europa che si organizza per l’offensiva sull’embargo petrolifero verso Mosca, il Cremlino gioca d’attacco e lo fa sul tallone d’Achille per il Vecchio Continente, ovvero il gas. Il diktat di pagamenti per le forniture di gas in rubli continua a mietere vittime, dopo il taglio all’olandese GasTerra, alla danese Orsted, alla finlandese Gasum, alla polacca PGNiG nonché verso la Bulgaria ieri è stato il turno della Germania con la sospensione di Shell Energy e del suo contratto annuale di 1,2 miliardi di metri cubi – pari a circa il 2,5% delle importazioni tedesche di gas dalla Russia dello scorso anno. Germania che comunque gode ancora delle forniture di Uniper e RWE le quali hanno accettato il meccanismo di pagamento. Meccanismo, quest’ultimo, volto in particolare a rafforzare il rublo, in un contesto di eccessive pressioni al ribasso. Per l’Italia, ricordo come Eni (BIT:ENI) abbia già provveduto all’apertura dei due conti, euro e rubli. Sebbene l’effetto sulla Germania sia maggiormente dimostrativo pone nuove problematiche per Berlino, alle prese con la necessità di accumulare entro il primo novembre l’80% di stoccaggio di gas – in questo momento il valore si attesta al 48,63% dati al 30 maggio, secondo le stime AGSI. Prezzi del gas europeo che hanno evitato il rally soprattutto grazie ai primi passi nel Consiglio europeo sul  price cap dei prezzi in caso di emergenza.

In Italia, intanto, un aiuto sulla dipendenza russa viene da Snam (BIT:SRG), la quale ha riportato l’acquisto, per un importo di 350 milioni di dollari, di un'unità di rigassificazione galleggiante in grado di stoccare circa 170.000 metri cubi di GNL e con una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi all'anno, equivalenti a circa il 6,5% del fabbisogno interno dell'Italia.

Intanto l’Europa si prepara ad aprire la sua moneta unica alla Croazia, dopo che la Commissione ha dato la sua approvazione ieri alla richiesta. Se la decisione dovesse essere approvata dall'Eurogruppo e dal Consiglio dell'UE entro la fine del mese, la Croazia potrebbe adottare la valuta ufficiale dell'UE già dal 1° gennaio 2023, sei mesi prima di celebrare il suo decimo anniversario come membro dell'UE.

Seduta di ieri caratterizzata, sia in America che in Europa, maggiormente dalle preoccupazioni per una nuova stretta di politica monetaria. In Europa continuano a pesare i dati di martedì sulla crescita inflazionistica, mentre i buoni dati ISM manifatturieri statunitensi di ieri, con il dato che a maggio si è attestato a 56,1, in espansione rispetto alle attese e in crescita rispetto al precedente dato, vengono ad essere letti come un nuovo via libera per la Fed a manovre più restrittive. 

Treasury USA 10Y



In un tale contesto i prezzi dei titoli di stato sono scesi su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni è salito di 0,06 punti percentuali al 2,9%, mentre il titolo a due anni più sensibile alle politiche è salito di 0,08 punti percentuali al 2,6%. Rialzi che avvengono anche in relazione all’avvio del Quantitative Tightening da parte della Federal Reserve. Gli investitori ora si aspettano che il tasso sui fondi federali raggiungano il 3% entro fine anno.Fed Watch



La prospettiva di tassi più alti ha pesato sui mercati azionari, con l'indice S&P 500 di riferimento e il Nasdaq, dominato dalla tecnologia, che hanno chiuso ciascuno in calo dello 0,7%.

Le attività europee hanno seguito un andamento simile, con l'indice azionario Stoxx 600 in calo dell'1,08% mentre il rendimento del Bund decennale tedesco è aumentato di 0,05 punti percentuali, all'1,17%. Le parole di Holzmann (Bce) secondo cui un rialzo di 50 pb sono ormai necessari, con l’inflazione fuori controllo, e il rialzo dei tassi di ieri da parte della Bank of Canada di 50 pb aumentano le speculazioni per prossima decisione da parte della Bce. Resta tuttavia difficile ipotizzare un cambio di rotta anticipato da parte della Lagarde.

In attesa dell’incontro (virtuale) odierno del cartello Opec+, il prezzo del petrolio registra una correzione a seguito della notizia secondo cui l’Arabia Saudita starebbe valutando un aumento anticipato della sua produzione. I timori che il divieto di assicurazioni sui cargo russi entro fine anno, decisi da Regno Unito ed UE, collochino seri dubbi sulla capacità di Mosca di reindirizzare il petrolio verso altre regioni, starebbero spingendo l’Arabia Saudita ad azioni per non perdere il controllo dei prezzi del petrolio. Attenzioni tuttavia a mosse anticipatorie, dopo le tensioni e i diversi rifiuti sauditi alle richieste americane.  Relazioni che non sono mai state buone con la nuova amministrazione Biden, la quale starebbe valutando un viaggio a Riyad per ricucire i rapporti (visto soprattutto gli aumenti dei carburanti, sui massimi storici, e in vista delle elezioni di metà mandato americane).

Prezzi USA



Criptovalute: nonostante la continua correzione del mercato, con la capitalizzazione complessiva scesa del 5% nelle ultime 24 ore, e con Bitcoin scivolato sotto i $30mila, non viene meno il sostegno di alcune istituzioni. Goldman Sachs (NYSE:GS) nel suo sondaggio annuale sul mondo assicurativo, per la prima volta include quesiti su investimenti in criptovalute. Ovviamente il dato non deve essere letto per i suoi numeri ma come pietra miliare della ormai penetrazione e soprattutto affermazione del sistema crypto, perfino nei vecchi salotti. Il documento svela come l’11% degli assicuratori americani ha investito o sta pensando di investire in criptovalute. Dati maggiormente inferiori per gli assicuratori asiatici 6% ma soprattutto per l’Europa 1% - segno di un deciso e profondo gap tra i continenti.

Insurance Survey GS


Intanto nuovi problemi colpiscono la rete Solana, dopo che lo scorso mese la rete era stata ferma per circa sette ore, con i validatori che non stanno elaborando nuovi blocchi da oltre sei ore. Il Team di Solana ha rassicurato gli utenti sulla sicurezza dei fondi e richiesto ai suoi validatori il riavvio della rete. 

Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
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