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L’innaturale propensione al rischio

Pubblicato 26.06.2020, 10:40
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Le forti aspettative circa ulteriori stimoli fiscali e monetari non hanno permesso alla correzione ribassista di svilupparsi in modo salutare, malgrado il continuo flusso di notizie negative e in peggioramento.

Giovedì gran parte degli indici azionari USA è rimbalzata più dell’1%, anche se in Texas è stata fermata la riapertura delle aziende a causa del rapido incremento dei nuovi casi. C’è stato un forte aumento dei casi in Arizona e in California, e la Apple (NASDAQ:AAPL) ha chiuso 14 negozi in Florida.

Nel frattempo, il numero di richieste di sussidi di disoccupazione la scorsa settimana è salito a 1,480 milioni di unità, più di quanto previsto dagli analisti; la cifra suggerisce che sul mercato del lavoro la ripresa post-Covid non è forte quanto previsto e le nuove misure di contenimento in vari stati causeranno altri danni.

I dati di oggi dovrebbero confermare un robusto rimbalzo della spesa dei consumatori USA a maggio, nonostante l’ingente perdita di ricavi dovuta alla chiusura delle aziende e alla debolezza del mercato del lavoro.

Le banche USA (+2,71%) hanno trainato i rialzi dopo che, dagli stress test della Federal Reserve (Fed), è emerso che sono abbastanza solide e dispongono di “capitalizzazione sufficiente”, anche negli scenari ribassisti “più duri”. La Fed, tuttavia, ha stabilito un limite sui dividendi e ha proibito alle banche di riacquistare azioni per mantenere livelli di capitale sani nei prossimi mesi. Queste ultime misure potrebbero scoraggiare dall’investimento in titoli bancari, perché le banche non sarebbero in grado di mitigare uno shock negativo dei prezzi, se si dovessero intensificare le vendite a livello globale.

Dal canto suo, il Senato USA ha approvato una legge che mira a penalizzare le banche che fanno affari con funzionari cinesi che “cercano di mettere a repentaglio l’autonomia di Hong Kong o di erodere le libertà fondamentali promesse ai cittadini di Hong Kong” attraverso la nuova legge sulla sicurezza nazionale. La legge dovrà essere approvata dalla Camera per suscitare la reazione della Cina e degli investitori.

Le azioni a Hong Kong (-0,57%) sono comunque scese marginalmente, altrove invece sono prevalsi i rialzi. L’ASX 200 e il Nikkei hanno guadagnato rispettivamente l’1,55% e l’1,40%, e il Kospi l’1,17%.

Dopo essere riusciti a invertire rapidamente le perdite iniziali giovedì, gli indici europei si preparano a un avvio positivo in quest’ultimo giorno di scambi della settimana. Il FTSE 100, più turbato che ferito, probabilmente chiuderà la settimana piatto, sopra la soglia dei 6200 punti.

Il greggio WTI è rimbalzato dai $37 al barile e si prepara a compiere un altro tentativo sopra i 40 dollari. Tuttavia, i timori di ulteriori danni alla domanda globale di petrolio potrebbero eclissarlo, perché la speranza di vedere ulteriori stimoli fiscali e monetari potrebbe arginare il potenziale al rialzo sopra la soglia dei $40.

La robusta domanda di beni rifugio mostra che gli investitori rimangono cauti, nonostante la propensione al rischio stimolata in modo artificiale. L’oro continua a essere richiesto sopra i $1750 all’oncia, con i rischi al ribasso che prevalgono sulle borse, sull’onda dei toni decisamente negativi delle notizie. Nel frattempo, i rendimenti USA in calo hanno fornito un ulteriore supporto al metallo prezioso, mantenendo su livelli molto bassi il costo opportunità.

Sui mercati valutari, l’indice del dollaro USA rimane stabile vicino alla soglia dei 97 punti.

L’EUR/USD è interessato dalla domanda di acquisti sui minimi sotto il livello a 1,12 e dovrebbe mantenersi sopra il cruciale supporto di Fibonacci a 1,1160, salvo che non si assista a un improvviso deterioramento della propensione al rischio globale.

Il cable si consolida vicino al manico a 1,24 e sulla sterlina stanno svanendo le pressioni al ribasso, perché il “momento della verità” per i negoziati sulla Brexit è stato rinviato a ottobre, sviluppo che toglie un po’ di pressione dagli investitori. L’UE, però, si aspetta un compromesso politico dal Regno Unito ai negoziati della prossima settimana, mentre il Regno Unito rimane fermo nella sua decisione di non scendere a nessun compromesso. I tori della sterlina continueranno quindi a muoversi sul filo del rasoio, e ciò dovrebbe limitare il potenziale al rialzo prima della media mobile a 200 giorni, pari a 1,27. Il bollettino trimestrale della Banca d’Inghilterra (BoE) probabilmente enfatizzerà ancora l’aumento dei rischi per le prospettive economiche dovuti alla pandemia e alle incertezze persistenti sulla Brexit, ma la reazione del mercato dovrebbe essere tiepida.

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