Ad aprile, l'ISM servizi - l'indice che misura la performance del terziario negli Stati Uniti - è diminuito più di quanto atteso dagli analisti, restando però su livelli associati a una crescita dell'economia.
L'indice di riferimento redatto dall'Institute for Supply Management è sceso a 56,8 punti, dopo i 58,8 punti di marzo; gli analisti avevano previsto un dato a 58,2 punti.
Da segnalare che un valore al di sopra della soglia dei 50 punti indica una fase di espansione della congiuntura; il dato si attesta al di sopra di tale soglia da 99 mesi di fila.
Guardando alle singole componenti, quella sull'andamento aziendale è scesa a 59,1 dai 60,6 punti del mese precedente, quella dell'occupazione è calata a 53,6 da 56,6 punti, quella dei prezzi è passata a 61,8 da 61,5 punti.
Infine, gli ordini alle fabbriche sono aumentati a marzo più di quanto previsto dagli analisti, secondo quanto reso noto dal Dipartimento del Commercio, il dato è cresciuto dell'1,6% a 507,7 miliardi, mentre gli analisti attendevano un rialzo dell'1,4 per cento.
Escludendo i trasporti, il dato è salito dello 0,3%, mentre escludendo il settore difesa l'indice è cresciuto dell'1,6 per cento.
L'attività industriale rappresenta circa il 12% dell'economia statunitense.
L'indice S&P 500 ha perso 32 punti, ovvero l'1,2%, a 2.603 a partire dalle 10:35 am, ora orientale.
La media industriale Dow Jones è scesa di 309 punti, ovvero dell'1,3 percento, a 23,615, il composito del Nasdaq ha perso 77 punti, ovvero l'1,1 percento, raggiungendo i 7.023, l'indice Russell 2000 ha registrato 19 punti, ovvero l'1,2%, a 1.535.
Il CAC 40 della Francia ha perso lo 0,3%, mentre il DAX tedesco è sceso dello 0,5%. Il FTSE 100 britannico è diminuito dello 0,4 percento, l'indice di riferimento Hang Seng di Hong Kong è sceso dell'1,2%, e il Kospi sudcoreano è sceso dello 0,7%.
FIBO Group