Oggi i prezzi del petrolio sono in calo, trascinati dall'aumento dell'offerta russa e della crescita dell'attività di estrazione USA ai massimi da oltre tre anni, mentre un sostegno arriva dai timori sulla futura produzione di greggio iraniano e venezuelano.
Interfax ha riferito che la produzione di greggio in Russia è salita a 11,1 milioni di barili al giorno a inizio giugno rispetto ad un livello di poco sotto gli 11 milioni di maggio, e ben sopra il target fissato sotto 11 milioni.
Il contratto sul Brent per consegna agosto perde 76 cent (-0,99%) a 75,70 dollari, mentre il Future Petrolio Greggio WTI cala di 75 cent (-1,13%)a 65,01.
In Europa, il DAX di Francoforte è salito dello 0,6 percento a 12,845.25, mentre il FTSE 100 di Londra ha guadagnato lo 0,5 percento a 7,722,01, il CAC 40 di Parigi ha aggiunto lo 0,3 percento a 5.465,37.
In Italia invece a guidare i rialzi sono le banche, con Unicredit (MI:CRDI) al più 5,19%, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) più 4,45%, bene anche Cnh Industrial (MI:CNHI) più 2,68% e Banco Bpm (MI:PMII) più 2,65 2,65%.
In Asia, il Nikkei 225 di Tokyo è salito dello 0,5 percento a 22.804.04, mentre l'indice composito di Shanghai ha perso lo 0,5 percento a 3.052.78, Hang Seng di Hong Kong ha aggiunto lo 0,3 percento a 31.063,70. Il Kospi di Seoul è aumentato dello 0,8 percento a 2,470,15, invece il BSE Sensex 30 dell'India ha aggiunto lo 0,7 percento a 35,689,79.
A Wall Street, il Dow Jones è cresciuto dello 0,3 percento, mentre quello dell'indice Standard & Poor's 500 è salito dello 0,1 percento.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi
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