Ieri le valute dei mercati emergenti sono state oggetto di forti vendite, perché i partecipanti al mercato sono stati meno inclini ad assumersi altri rischi.
Le vendite di real brasiliani sono state amplificate dalla debolezza della produzione industriale, che ha mancato ampiamente le previsioni, contraendosi ad agosto del 5,2% a/a (rispetto al -4,8% previsto), dopo essere diminuita del 6,4% nel mese precedente.
Il real brasiliano ieri è scivolato dell’1,47% contro l’USD, riportandosi intorno a 3,2580.
Martedì anche il peso colombiano è stato sotto pressione, scivolando dell’1,52% contro l’USD sull’onda della diffusa avversione al rischio.
Stamattina i metalli preziosi si sono lievemente ripresi dopo il crollo massiccio.
Il metallo giallo ha ceduto il 3,30%, passando da 1.310,50 a 1.267,10 USD, sulle voci di un potenziale restringimento delle condizioni di politica monetaria da parte delle banche centrali.
Anche l’Argento ha subito un duro colpo, cedendo quasi il 6% e scendendo a 17,80 prima di recuperare un po’ di terreno e riportarsi intorno a 18 USD.
Stamattina Palladio e Platino sono in rialzo rispettivamente dello 0,10% e dello 0,65%.
Il dollaro neozelandese ha fatto registrare l’andamento peggiore fra le valute G10, con un calo dello 0,49% contro il biglietto verde, attestandosi a 0,7176 USD, livello minimo da agosto.
La coppia NZD/USD ha sfondato nettamente al ribasso il supporto a 0,7222 e ora si dirige verso quello successivo, ubicato intorno a 0,7165.
La recente svalutazione del kiwi è dovuta principalmente al fatto che i partecipanti al mercato hanno iniziato a mettere in conto un altro taglio del tasso dalla RBNZ, costringendo chi è alla caccia di rendimenti a cercare nuove strade per generare rendimenti.
In caso di violazione di quest’ultimo supporto, quello successivo giace a 0,7088 (minimo 8 agosto), poi la strada sarà spianata verso 0,70 USD.
Durante la seduta asiatica, la sterlina britannica si è mossa lateralmente, per poi essere oggetto di una mini-ondata di vendite all’avvio della seduta europea.
La GBP ha ceduto un altro 0,30% contro il dollaro, scendendo a 1,2691, perché aumenta di nuovo l’incertezza sulla Brexit.
Facciamo fatica a essere rialzisti sulla sterlina, perché non c’è chiarezza sulle prospettive.
Abbiamo, però, la sensazione che la sterlina sia ipervenduta, poiché gli investitori brancolano nel buio senza che vi siano in passato situazioni simili che fungano da termine di raffronto.
Oggi gli operatori monitoreranno i PMI servizi e composito in Spagna, Eurozona, Francia, Germania, Regno Unito, Brasile e Stati Uniti; il dato ADP sulla variazione nell’occupazione, le domande di mutui MBA, la bilancia commerciale, gli ordinativi alle aziende, gli ordini di beni durevoli e le scorte di greggio negli USA.