Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
La capacità di Donald Trump di spostare i mercati con un tweet è ormai un fatto assodato. L’ultimo esempio in ordine cronologico lo si è avuto domenica allorquando sia il Presidente degli USA che il Segretario del Tesoro hanno lanciato messaggi distensivi verso la Cina.
Si parla di trattative per un possibile accordo, si sostiene che al momento non è in atto alcuna guerra commerciale; ciò, ovviamente, ha fatto sì che gli investitori abbandonassero i timori, appannaggio di una rinnovata avversione al rischio.
Attenzione però, perché stiamo vivendo un periodo governato esclusivamente dalle notizie e basterebbe l’ennesimo tweet per stravolgere – per l’ennesima volta – le carte in tavola. Questa mancanza di chiarezza sul termine di questa vicenda continua a ostacolare movimenti direzionali convincenti e ciò è evidente soprattutto sul forex.
Se è vero che venerdì scorso abbiamo avuto gli attesissimi dati sul mercato del lavoro USA, è altrettanto vero che i mercati stanno iniziando a diventare immuni all’eventuale guerra commerciale.
Le reazioni appaiono meno umorali sul mercato valutario, mentre sui titoli azionari continuiamo a osservare una volatilità pazzesca. Venerdì ci lasciammo con una chiusura in negativo – presumibilmente dopo le parole di Powell, che sembra non andare molto d’accordo con l’equity – nella notte di domenica, nel corso della sessione asiatica, i future americani hanno guadagnato terreno portandosi dietro il Nikkei (+0,5%) e determinando un’apertura in forte gap up dei listini del Vecchio Continente.
Per concludere, visto che in calendario non abbiamo appuntamenti rilevanti, segnaliamo un lieve deprezzamento dell’XAU/USDo mentre il Future Petrolio Greggio WTI sta provando a rimbalzare dopo il recente movimento ribassista.