Mercoledì 3 Ottobre
L’Italia resta sotto i riflettori. L’aspro conflitto verbale con Bruxelles è sotto gli occhi di tutti e contribuisce alla volatilità ribassista sugli asset nostrani, alimentando il timore che un costante muro contro muro porterà ad ulteriori ribassi. Un segnale di ammorbidimento (deficit più bassi per 2020 e 2021) è però arrivato ieri sera da Roma e potrebbe contribuire a stabilizzare/far rimbalzare il mercato mentre si aspettano maggiori dettagli sulla manovra.
Il tono acceso di molte dichiarazioni di ieri è stato il principale fattore che ha mantenuto alta la tensione (ribassista) sui mercati italiani. Le parole di Borghi (presidente della commissione bilancio della Camera), sul fatto che l’Italia potrebbe risolvere i suoi problemi con il debito se avesse la propria moneta, sono state in seguito corrette senza lasciare spazio a dubbi e illazioni dallo stesso Borghi e dal PM Conte (NO PLAN WHATSOEVER FOR ITALY TO LEAVE THE EURO: BORGHI / ITALY'S CONTE: EURO IS OUR CURRENCY, IRREVERSIBLE). Il conflitto verbale con Bruxelles è apparso comunque in tutta la sua asprezza (Juncker promises a “tough stance” on Italy / DI MAIO: UNELECTED EU COMMISSION PRETENDS TO LECTURE ITALY GOVT / EU COMMISSIONERS MUST WAIT FOR FIGURES BEFORE SPEAKING / Salvini: "I only speak to sober people who do not make out-of-this-world comparisons”) e ha comprensibilmente fatto aumentare i timori che la negoziazione con l’Europa per portare avanti un piano di spesa fiscale che cade indubbiamente fuori dai parametri consentiti, non stia partendo con il piede giusto. La mia impressione è che il nostro governo stia facendo una scommessa, indubbiamente rischiosa, ma che ha una sua razionalità. Ovvero che l’Europa non potrà permettersi un atteggiamento inflessibile come è accaduto nella crisi greca, perché l’Italia non è la Grecia. Ovviamente non sarà una passeggiata per il mercato se il gioco delle parti porterà ad alzare i toni per testare le rispettive forze e chiamare i potenziali bluff della controparte.
Fonte: Holger Zschaepitz
Intanto un articolo del Corriere pubblicato online nella notte mostra un ramoscello d’ulivo teso dall’Italia all’Europa dopo le tensioni dialettiche di ieri: “Manovra, il segnale del governo a Bruxelles: deficit al 2,4 nel 2019, ma poi scende” di Enrico Marro https://www.corriere.it/politica/18_ottobre_02/segnale-governo-bruxellesdeficit-24-2019-ma-poi-scende-ce01b162-c67f-11e8-8ad0-429d1e46ab5e.shtml. Un segnale che potrebbe essere preso positivamente in apertura (l’EUR/USD è salito nella sessione asiatica da 1.1540 a 1.1580) nel mostrare un ammorbidimento dei toni. Sul contenuto dell’articolo sono meno positivo. La discesa del deficit sembrerebbe (non è ancora chiaro) essere dovuta alle ipotesi di crescita: dopo 1.6% nel 2019 e 1.7% nel 2020, spunterebbe un 2.0% nel 2021. Proiezioni che si possono definire molto ambiziose se non direttamente poco credibili.
E’ presumibile che il vero next step per il mercato sarà l’analisi di maggiori dettagli riguardanti la composizione della manovra che dovrebbero emergere in questi giorni dai lavori delle commissioni tecniche. Questo quello che finora si è potuto leggera tra le righe di dichiarazioni, indiscrezioni e interviste: 2.4 bio saranno necessari per neutralizzare l’aumento dell’IVA nel 2019; 1.5 bio per indennizzare gli investitori che hanno subito perdite sui bond coinvolti nelle ristrutturazioni bancarie; 8.0 bio per I cambiamenti alla riforma delle pensioni; 10.0 bio per il reddito di cittadinanza (6.5 mio di cittadini italiani da almeno 10 anni) che comprendono anche 2.0 bio per il rilancio dei centri per l’impiego; 3.5-4.5 bio per tagli all’imposizione fiscale. Da dove arriveranno le coperture necessarie è ovviamente il nodo della questione in grado anche di orientare la qualità e i toni della reazione di Bruxelles.
Una dinamica da tenere d’occhio a Wall Street. Nelle ultime sessioni il mercato azionario americano è rimasto relativamente ai margini dell’azione che ha visto l’Europa (l’Italia) al centro del palcoscenico. Recentemente la sotto-performance del mondo small-cap, una delle locomotive dei guadagni degli ultimi trimestri, è apparsa comunque evidente. Ieri l’indice Russell 2000 ha perso 1.0% con l’S&P 500 sostanzialmente invariato. Cumulando le ultime due sessioni il più seguito indice small-cap ha perso 2.4% (S&P 500 +0.9%, il Dow Jones addirittura +1.2%). Un simile scarto, su due sessioni, è il più elevato dall’agosto 2011 (che se ricordo bene era stato un periodo di forte volatilità innescato dal downgrade del debito US). Lo strategist di Morgan Stanley (NYSE:MS) Hans Redeker fa notare come da aprile (nel periodo che ha visto una forte accelerazione nelle divergenza di performance tra mercati US e resto del mondo) l’investitore americano sembrerebbe aver ruotato verso asset più rischiosi (nel mondo azionario sovra-performance small-cap e nel mondo obbligazionario del comparto High-Yield). L’ipotesi è che la crescente incertezza portata dalla guerra commerciale sul palcoscenico globale sia stata controbilanciata domesticamente da un’espansione fiscale in grado di proteggere il settore privato statunitense e di spingere gli investitori ad assumersi maggior rischio in patria (magari uscendo da asset emergenti). Per Redeker una spiegazione (oltre alla stabilizzazione emergente che potrebbe portare una ‘contro-rotazione’) consiste nella recente salita dei tassi US che è quasi tutta dovuta ai tassi reali (ora a 93bp sul 10Y). Tassi reali in salita sono in grado di dar certamente più fastidio alle aziende medio-piccole (che non hanno una base globale di funding come le multinazionali) e alle aziende maggiormente levereggiate del mondo High Yield, rispetto all’universo Investment Grade.
Maggiori dettagli sul budget italiano e sviluppi nell’interazione Roma-Bruxelles sono destinati a rimanere il principale faro del mercato. Dal puto di vista dell’agenda macro i PMI servizi da tutto il globo completeranno il quadro (di moderato rallentamento) finora fornito dai PMI manifatturieri. La rilevazione privata (ADP) della situazione occupazionale americana ci introdurrà all’highlight macro della settimana: i Payrolls di venerdì. Buona giornata.
Alessandro Balsotti, Strategist e Gestore del JCI FX Macro Fund
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