Un saluto ai lettori di Investing.com,
insieme al Brasile la Russia è tra i paesi emergenti che di recente è uscito da una recessione di “ricaduta” si potrebbe dire.
Tassi in discesa e inflazione non preoccupante hanno accompagnato il paese negli ultimi anni, il tutto nel bel mezzo delle sanzioni varate dalla UE in occasione delle faccende legate all'Ucraina.
Sanzioni tra l'altro confermate proprio in questi giorni per altri 6 mesi almeno.
Il più importante indice azionario del paese, RTSI, è uscito malconcio dalla recente esplosione di volatilità sui mercati globali arrivando a perdere il 7% circa in seguito all'impennata del famoso Vix (c.d. indice della paura).
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Come se non bastasse il colpo più duro è arrivato dopo qualche giorno allorché si assistette in Siria ad un bombardamento con armi chimiche che ha indotto il governo americano ad introdurre, praticamente da subito, nuove sanzioni alla Russia, ritenuta quantomeno corresponsabile dell'attacco.
Il risultato fu il crollo del rublo e della borsa russa, nella giornata del 9 aprile:
in quest'ultimo caso è arrivata a perdere più del 15% in due giorni (intraday). Da allora l'indice ha iniziato una risalita che ha riportato i valori quasi ad annullare lo scivolone e presentandosi, sia sul daily che sul weekly, al contatto con le medie che contano per il medio termine.
Gli sviluppi più interessanti le osserviamo sul giornaliero:
L'indice ha rotto al rialzo la resistenza dinamica offerta dalla trend line ribassista originatasi dai massimi post Vix. La rottura è coincisa anche con quella che ad oggi sembra anche essere la rottura della ema 50.
In particolare si osserva una potente candela fatta solo da real body: la seduta si è aperta sui minimi e si è chiusa sui massimi.
Il giorno successivo l'indice ha evidenziato un ribasso intraday annullato sul finire della seduta e consegnandoci così nell'ultima seduta di venerdì quello che sembra un pull back sulla trend line e sulla ema 50.
Un quadro molto interessante che, francamente, stride con almeno due circostanze.
La prima riguarda il quadro di confermate sanzioni UE, la seconda il comportamento del rublo contro dollaro USA.
Quest'ultima è quella che, a mio avviso, lascia più perplessi.
Osserviamo questo grafico:
Si osserva una quasi perfetta correlazione inversa tra indice e cambio che lascia immaginare che difficilmente potremmo assistere alla borsa che procede al rialzo con il rublo che continua ad indebolirsi contro dollaro.
Osserviamo il cambio sul daily
La debolezza originatasi in coincidenza col movimento del Vix non accenna a diminuire. Il cambio staziona da allora sopra la ema50 con un movimento a triangolo che lascerebbe immaginare una probabile rottura al rialzo. Acuendo la debolezza del rublo e portando con se quella dell'indice RTSI se vogliamo continuare a credere che la decorrelazione vista prima continui ad esistere.
Allora o uno dei due sta barando oppure potremmo assistere ad un repentino cambio di movimento da parte di uno di essi.
Sempre sul giornaliero, ora l'indice si trova compresso tra la resistenza della ma 200 al rialzo, e la ema 50 e la trend line appena violata al ribasso.
Un ritorno sotto questa media, potrebbe denotare il fallimento del recente movimento rialzista, soprattutto se avvenisse con il dollaro che rimanesse su alti livelli contro rublo.
Viceversa, la violazione della ma 200, magari con la ripresa del rublo che si portasse verso la ema 50, violando la trend line rialzista che sta sostenendo il cambio nel breve, potrebbe essere un buon segnale della bontà del recente movimento dell'azionario
Ciò che potrebbe incoraggiare l'apertura di nuove posizioni long sull'indice:
Un'ultima considerazione, che vale la pena fare, riguarda la relazione con il prezzo del petrolio.
Si legge che la stagione estiva sia di solito indigesta per le quotazioni del petrolio.
Tralasciando qui le motivazioni che possono esservi alla base, ho osservato ciò:
Negli ultimi quindici “periodi estivi” (trimestre giugno-settembre) per la qualità BRENT non risulta, almeno in questo lasso temporale, evidente la debolezza supposta.
In 15 osservazioni 8 volte (53%) il prezzo è salito, 2 volte (14%) è rimasto stabile mentre 5 volte (33%) soltanto è sceso ed in 2 di queste occasioni si è trattato di casi di crisi come il 2008 ed il 2015.
Dando per scontata l'informazione della forte dipendenza dell'economia del paese dalla disponibilità del petrolio, insieme al gas naturale, nello stesso periodo la correlazione tra borsa e petrolio è stata molto alta, poiché nel 80% dei casi, sono andati nella stessa direzione mentre, sempre nel periodo estivo, è risultata leggermente meno evidente (73%) con il cambio USDRUB
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Siamo ad 1/3 del trimestre estivo 2018 e sia il Brent che il rublo sono in discesa: entrambi segnali negativi per la borsa.
Non resta che pazientare e monitorare gli aspetti sopra segnalati, per capire chi sta bluffando tra indice, rublo e petrolio e posizionarsi sul mercato.