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I titoli petroliferi sono da comprare dopo le notizie sul vaccino per il COVID-19?

Pubblicato 17.11.2020, 12:13

Dopo aver subìto un duro colpo dallo scoppio della pandemia di COVID-19 a marzo, i grandi titoli petroliferi cominciano a mostrare segni di vita.

Il Vanguard Energy Index Fund ETF (NYSE:VDE), tra i cui principali 10 possedimenti troviamo Exxon Mobil (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX) e Phillips 66 (NYSE:PSX), ha avuto una performance nettamente superiore all’indice S&P 500 nel mese scorso. È schizzato di circa l’11% contro l’indice di riferimento, salito di poco più dell’1%.

VDE Weekly TTM

Grafico settimanale VDE sui 12 mesi precedenti (TTM)

Questa corsa straordinaria è il risultato dell’ottimismo degli investitori che il peggio sia passato per questo segmento di mercato altamente ciclico, con il successo delle sperimentazioni sui vaccini per combattere la pandemia di COVID-19 che riaccende le aspettative di una piena attività economica, spingendo la domanda dei prodotti energetici.

Pfizer (NYSE:PFE) e BioNTech (NASDAQ:BNTX) hanno annunciato all’inizio del mese che il loro vaccino per il coronavirus si è dimostrato efficace al 90% nei test dell’ultima fase. Un’altra compagnia, Moderna (NASDAQ:MRNA), ieri ha reso noto che i suoi dati sulla sperimentazione di fase 3 dimostrano che il suo vaccino è efficace per oltre il 94% nel prevenire il virus, un risultato che l’amministratore delegato Stephane Bancel ha definito “una svolta”.

Questi sviluppi positivi hanno riacceso le speranze degli investitori che l’attività economica si normalizzerà nel 2021. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, i progressi sul vaccino potrebbero dare una spinta significativa alla domanda nel secondo semestre del 2021, dopo il considerevole rallentamento dovuto all’ultima ondata di lockdown.

Nelle loro prospettive sul 2021, gli esperti di strategie di Morgan Stanley consigliano agli investitori di continuare ad essere “pazienti” per quanto riguarda i mercati delle materie prime.

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“Questa ripresa globale è sostenibile, sincronizzata e supportata dalla politica, e segue perlopiù il “normale” copione post-recessione”, scrivono in una nota riportata da Bloomberg. “Siate fiduciosi, credete nella ripresa”.

Ripresa dei super colossi del greggio 

Con queste previsioni ottimistiche sull’economia globale ed il rialzo dei prezzi del greggio, alcuni dei titoli petroliferi più colpiti hanno dato prova di una solida performance nelle ultime due settimane. Scambiato a 37,59 dollari ieri mattina, il titolo di Exxon è schizzato di circa il 20% dal 28 ottobre, mentre un altro super-colosso, Chevron, ha visto un’impennata di circa il 30% nello stesso periodo.

Malgrado questa mossa straordinaria, ci sono ancora molti rischi che potrebbero far saltare la ripresa e far sì che gli investimenti sul greggio continuino ad essere una scommessa rischiosa per gli investitori a lungo termine.

Sul breve termine, le nuove misure di confinamento in Europa e l’indebolimento dei consumi in America risulteranno in un colpo per la domanda petrolifera globale nel 2020 più pesante di quanto si pensasse, ha spiegato la scorsa settimana l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio.

XOM Weekly TTM

Grafico settimanale XOM sui 12 mesi precedenti (TTM)

Ciò significa che i colossi del greggio impiegheranno molto più tempo per far invertire la rotta alla loro situazione finanziaria e ad investire sulla crescita. Riportando una terza perdita trimestrale consecutiva, Exxon ha detto agli investitori ad ottobre che potrebbe tagliare fino al 15% della sua forza lavoro globale, circa 14.000 posti di lavoro, mentre fatica a sopravvivere al downturn. Il gigante sta abbandonando i suoi precedenti piani di investimento per risparmiare per i payout del dividendo.

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Sul lungo termine, le prospettive per le compagnie petrolifere non sembrano molto rosee. I consumi di greggio potrebbero non tornare più ai livelli visti prima della crisi del coronavirus, secondo un recente report di uno dei maggiori produttori petroliferi, BP (NYSE:BP). Anche nel suo scenario più rialzista si prevede che la domanda non sia nulla di più che “pressoché invariata” per i prossimi due decenni, mentre la transizione energetica farà allontanare il mondo dai combustibili fossili.

Morale della favola

Gli investitori stanno diventando rialzisti sui titoli petroliferi dopo aver valutato la prospettiva di una fine del rallentamento dovuto alla pandemia l’anno prossimo. Quando questa fine arriverà, sarà una buona notizia per i titoli ciclici, compresi quelli dei super-colossi del greggio.

Tuttavia, non crediamo che i titoli petroliferi rappresentino un investimento interessante per gli investitori a lungo termine. Un passaggio permanente all’energia pulita, politiche governative più severe e cambiamenti delle abitudini dei consumatori sono alcuni dei fattori che potrebbero far restare i prezzi del greggio sotto pressione.

Ultimi commenti

Grazie Haris
attenzione però ai disinvestimenti delle aziende petrolifere,in futuro potrebbero esserci meno pozzi e Minore produzione.
Buondi Haris concordo come sempre sulle sue analisi, petroliferi posizioni short x quanto mi riguarda e siamo gia’ al limite.
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