- Il FTSE 100 è il meno colpito dalla guerra in Ucraina, mentre il tedesco DAX è stato il più colpito
- L’S&P 500 ha registrato molta volatilità nel 2023. Tuttavia, gli indicatori tecnici suggeriscono che resta in un canale bullish
- L’Euro Stoxx 50, invece, ha una performance superiore all’S&P 500 finora nel 2023, per via della minore esposizione al settore tech
- 1931: -27,3%.
- 1937: -20,7%.
- 2022: -18%.
- 1974: -14,7%.
- 2008: -13,9%.
- 1954: +32,9%.
- 1995: +31,7%.
- 1933: +30,7%.
- 1935: +29,8%.
- 1985: +29%.
S&P 500
Tecnicamente, l’indice mantiene lo slancio rialzista da quando ha formato un bottom a metà ottobre e resta all’interno del suo canale bullish.
La rottura sopra la media mobile su 200 giorni alla fine di gennaio conferma la forza.
Ma perché non ha continuato a salire da inizio febbraio? Se guardiamo il grafico, possiamo vedere che, tracciando i livelli di Fibonacci, otteniamo una serie di livelli che fanno da obiettivi di rialzo. Il primo obiettivo è stato raggiunto a novembre, e il secondo a inizio febbraio.
I livelli di Fibonacci non fanno solo da possibili obiettivi. Tendono anche a fare da supporto o resistenza. È successo quando è stato raggiunto il primo obiettivo, difficile da infrangere, e ora sta avvenendo lo stesso col secondo obiettivo.
Il terzo è estremamente interessante, non solo perché è un livello di Fibonacci, ma anche perché è una resistenza. Quindi, il giorno in cui raggiungerà 4305, probabilmente si fermerà ad ossigenarsi e scenderà.
Avevo previsto che i titoli europei avrebbero battuto quelli statunitensi entro il 2023 il 9 gennaio. Finora, l’S&P 500 segna +8,02%. L’Euro Stoxx 50, +13,54%.
È vero che le banche stanno beneficiando dell’aumento dei tassi, e che sia la Federal Reserve che la Banca Central Europea stanno continuando ad alzarli. Tuttavia, questo è un aspetto positivo per l’azionario europeo in quanto l’esposizione alle banche è maggiore in Europa, soprattutto per indici come l’IBEX 35.
Inoltre, il settore tech è quello che soffre di più per l’aumento dei tassi di interesse, e i mercati azionari europei vi hanno meno esposizione rispetto a Wall Street.
Come se non bastasse, ci sono anche dei mercati europei con maggiore esposizione alle materie prime, come il britannico FTSE e il settore energetico.
Da un punto di vista tecnico, l’Euro Stoxx 50 continua a salire dai minimi di ottobre.
Dobbiamo stare attenti perché si avvicina ad una forte resistenza a 4400-4402, formata nel novembre 2021 e che senza successo aveva provato ad infrangere nel gennaio 2022.
Quindi, quando raggiungerà questo livello, è probabile che lo romperà nei primi tentativi e si sposterà verso il basso.
FTSE 100
Non si parla spesso del britannico FTSE, o almeno non quanto si dovrebbe.
L’indice è stato creato nel 1984. È il principale indice del Regno Unito e comprende 100 compagnie con la market cap più alta.
Viene rivisto ogni tre mesi, il primo venerdì di marzo, giugno, settembre e dicembre.
Qualche giorno fa, ha raggiunto nuovi massimi storici. La sua composizione lo rende in un certo senso differente dagli altri. Tra le 100 compagnie che compongono l’indice, c’è sempre un peso alto di compagnie appartenenti al settore delle materie prime.
Ciò significa che, quando le materie prime sono in bull market, il FTSE 100 tende ad essere il mercato azionario con la performance migliore in Europa.
Ed è proprio per questa inclinazione maggiore verso le materie prime e la minore esposizione al settore tech che il FTSE 100 ha battuto la maggior parte dei rivali nel 2022.
È salito dello 0,91% rispetto al -8,78% del Dow Jones Industrial Average, -33% del Nasdaq 100, -5,56% dell’IBEX 35, -11,74% dell’Euro Stoxx, -12,35% del DAX e -9,37% del Nikkei 225.
Portafoglio 60/40
Consiste nell’investire il 60% del capitale in azioni, che hanno un potenziale di rischio più alto ed un maggiore potenziale di ritorno, e il 40% nei bond.
Ma il 2022 ha cambiato tutto. Sulla base dei ritorni totali, l’S&P 500 è sceso del 18,1%, i Treasury decennali del 17,8% e il portafoglio 60/40 del 18%.
Ma, nonostante la debole performance dell’anno scorso, il portafoglio 60/40 storicamente è andato bene. In effetti, se guardiamo agli ultimi 95 anni, vediamo che ha avuto ritorni positivi in 73 anni e perdite solo in 22.
Gli anni peggiori sono stati:
Gli anni migliori sono stati:
Nota: L’autore non possiede nessuno degli asset menzionati.