- Gli analisti discutono della direzione dei titoli azionari mentre agli investitori manca qualcosa su cui concentrarsi
- Il reflation trade inverte la rotta, supportando l’idea che gli investitori continuano a focalizzarsi sullo stimolo
Gli investitori diventeranno prudenti sulla scia dei dati deludenti sull’occupazione ad agosto, anche se i titoli azionari hanno raggiunto, o oscillano vicino ai massimi quasi storici, o spingeranno ancora di più i titoli azionari, focalizzandosi sulla prospettiva di forti profitti aziendali da qui in avanti?
Sebbene ci aspettiamo che i titoli azionari oscillino sul breve termine mentre i mercati aspettano un altro chiaro catalizzatore, dopo che si sarà posato il polverone secondo noi gli investitori non si concentreranno né sulle valutazioni schiumose e né sui risultati aziendali.
Restiamo dell’idea che avevamo prima dei dati NFP di venerdì: è più probabile che gli investitori saranno rialzisti proprio per via del report sull’occupazione debole. Abbiamo spesso notato che i titoli azionari vanno in sell-off nonostante i dati economici in miglioramento, nei timori di una fine dello stimolo più rapida, mentre dei dati deboli vengono accolti con dei rally, sull’idea che dei dati negativi contribuiranno a prolungare il supporto governativo e della banca centrale.
Visto che in passato è andata così, ha senso pensare che sarà lo stesso anche stavolta, pochi giorni dopo il simposio di Jackson Hole durante il quale il Presidente della Fed Jerome Powell ha parlato di un inasprimento della politica monetaria sulla scia di un miglioramento del mercato del lavoro.
Regna l’indecisione, atteso nuovo catalizzatore
Venerdì, i trader del mercato azionario sembravano indecisi. Con gli analisti di Wall Street che avvertono che i compratori cominceranno a chiedersi se valga la pena scommettere sulle valutazioni più costose della storia, le previsioni di un maggiore rialzismo dopo una stagione degli utili forte e la nostra idea che probabilmente vedremo ulteriori guadagni col mercato che riuscirà ad evitare un altro sell-off di panico nella prospettiva di una liquidità ridotta, gli investitori prendono tempo. L’indice S&P 500 ha chiuso la settimana invariato.
Tuttavia, guardando più a fondo, diventa evidente che ci sono grosse differenze nella performance dei settori. Il settore tech ha registrato una performance superiore venerdì, con +0,4%, al contrario di utenze (-0,8%) e titoli value, comemateriali (-0,7%), finanziari, industriali ed energetici (tutti -0,6%).
In altre parole, i trader sono nuovamente passati dai settori value ai titoli growth tecnologici. Lo stesso paradigma si nota anche negli indici. L’indice NASDAQ 100, legato al settore tech, ha avuto una performance superiore, con +0,4% (così come il settore tech SPX), seguito dal NASDAQ Composite con +0,2%... gli unici due riferimenti in verde venerdì.
Dalla parte opposta del Reflation Trade, l’indice Russell 2000, il più sensibile alla ripresa economica, scende dello 0,5%, ed il Dow Jones Industrial Average, le cui società blue-chip comprendono un’ampia gamma di titoli value, si piazza al secondo posto in termini di performance peggiore, con un calo dello 0,2%.
Pensiamo che questo pattern supporti la nostra tesi: i trader si aspettano un’economia in indebolimento e di conseguenza stanno tornando sui titoli che vanno meglio durante una contrazione.
I rendimenti, compresi quelli dei Treasury a 10 anni, di riferimento, sono balzati venerdì, probabilmente perché gli investitori si sono allontanati dalla sicurezza dei bond sovrani USA per concentrarsi sugli asset legati al rischio, come i titoli azionari, sulla scia del rinvio della tempistica di una riduzione dello stimolo.
I tassi sono schizzati ma hanno fatto dietrofront dopo aver toccato la linea del collo di un bottom testa e spalle.
Gli investitori esteri hanno abbandonato i Treasury ed hanno venduto il dollaro nell’ambito della transazione, spingendolo giù per il sesto giorno di fila, nel decimo giorno su 11.
L’USD è sceso al di sotto della linea del collo di un potenziale apice ma ha trovato supporto ed ha chiuso più su.
L’oro, invece, è rimbalzato.
Il metallo prezioso ha completato un pennant rialzista, infranto sia dalla DMA su 100 che su 200, dopo che il prezzo si è liberato di un canale discendente.
Sebbene il Bitcoin stia procedendo a stento da fine agosto, al momento della scrittura è di nuovo rimbalzato sopra i 50.000 dollari.
Il token digitale ha registrato un massimo più alto venerdì, ma ha sviluppato una serie di doji, indicando che il trend potrebbe stare perdendo slancio. Una chiusura sotto la DMA su 200 per la criptovaluta significherebbe che ha raggiunto il massimo, come sembrano suggerire gli indicatori, avendo fornito delle divergenze negative.
Il greggio ha chiuso al ribasso venerdì.
Il WTI è sceso dall’apice di un canale discendente, con i tori che cercano di completare un bottom testa e spalle.
Questa settimana
Orari EDT
Lunedì
Festa del Labor Day negli Stati Uniti e in Canada. Mercati chiusi.
4:30: Regno Unito – Indice PMI edilizia: probabile calo a 56,9 da 58,7.
Martedì
00:30: Australia – Decisione sui tassi di interesse della RBA: dovrebbero restare invariati allo 0,10%.
5:00: Germania – Indice ZEW sul sentimento economico: dovrebbe crollare a 30,0 da 40,4.
19:50: Giappone – PIL: dovrebbe salire allo 0,4% dallo 0,3% mensile ed all’1,6% dall’1,3% su base annua.
Mercoledì
10:00: USA – Report JOLTs su posizioni lavorative: dovrebbe scendere a 9,281 milioni da 10,073 milioni.
10:00: Canada – Decisione sui tassi di interesse della BoC: dovrebbero restare invariati allo 0,25%.
10:00: Canada – Indice PMI Ivey: pari a 56,4 a luglio.
Giovedì
7:45: Zona euro –Dichiarazione di politica monetaria e decisione sui tassi di interesse della BCE
8:30: USA – Richieste iniziali di sussidio di disoccupazione: dovrebbero risultare pari a 335 mila, in calo dal dato precedente di 340 mila.
Venerdì
2:00: Regno Unito – PIL: dovrebbe scendere allo 0,50%.
2:00: Regno Unito – Produzione manifatturiera: probabilmente scesa allo 0,1% dallo 0,2%.
6:30: Russia – Decisione sui tassi di interesse: previsto aumento al 6,75% dal 6,50%.
8:30: USA – Indice IPP: probabile calo dall’1,0% allo 0,6%.
8:30: Canada – Variazione dell’occupazione: dovrebbe crollare da 94,0 mila a 75,0 mila.