Rassegna giornaliera sul mercato forex, 22 luglio 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
L’incertezza su cosa succederà all’economia statunitense dopo la scadenza del bonus disoccupazione da 600 dollari ha fatto allontanare gli investitori dal dollaro USA. Il biglietto verde scende contro tutte le altre principali valute, ad eccezione dello yen giapponese. Questo recente calo ha spinto il cambio EUR/USD al massimo dall’ottobre 2018 e la coppia USD/CHF al minimo da marzo. Anche il dollaro australiano e quello neozelandese schizzano ai massimi plurimensili contro il biglietto verde.
Parte di questa debolezza può essere attribuita alle vendite di case esistenti USA, aumentate meno del previsto nel mese di giugno, con i prezzi delle case che sono scesi a maggio. Secondo la CNBC, sebbene il 31 luglio sia la data di scadenza per i sussidi extra, in base al CARES Act, tutti gli stati smetteranno di pagarli dopo il 25 o il 26 luglio, per via del calendario amministrativo che utilizzano per pagare i sussidi, a meno che il Congresso non approvi la legge per prorogare gli aiuti. Finora, non si è parlato di estendere la scadenza per coprire gli ultimi giorni del mese. Al contrario, i legislatori federali si stanno concentrando su un altro pacchetto di aiuti per il coronavirus che conterrà dei sussidi. Una volta scaduti questi bonus disoccupazione, le pressioni sul governo perché raggiunga un accordo ed eviti di stroncare la ripresa aumenteranno esponenzialmente. Di conseguenza, il dollaro sarà influenzato dalle notizie sullo stimolo.
Mentre aspettano di vedere che tipo di stimolo introdurrà il governo USA, gli investitori sono ancora sconvolti per il massiccio pacchetto di aiuti economici approvato dall’UE martedì. Questo storico accordo riuscirà ad evitare una recessione per il coronavirus e a proteggere l’economia della zona euro da ulteriore debolezza. Il recente rally dell’euro rispecchia la fiducia e l’ottimismo dei mercati per il fatto che, con questo pacchetto, la zona euro andrà meglio degli USA nei prossimi mesi. L’UE ha in mente inoltre ulteriori cambiamenti alle regolamentazioni finanziarie che dovrebbero contribuire a supportare i mercati. Tecnicamente, la resistenza chiave per il cambio EUR/USD non si avrà prima di 1,17, sebbene 1,16 sia un livello da tenere d’occhio. La sterlina ha chiuso la giornata invariata, ma questa stabile azione di prezzo maschera una ripresa intraday più forte. Il cambio GBP/USD è sceso al minimo di 1,2645 prima di chiudere la giornata ben al di sopra di 1,27. Non sono stati pubblicati report economici britannici oggi e le trattative sulla Brexit arrancano, ma la sterlina ha tratto beneficio dal controllo del COVID-19 nel Regno Unito e dalla prospettiva di vendite al dettaglio più solide venerdì.
Tutte e tre le valute legate alle materie prime salgono contro il biglietto verde, ma il risultato maggiore è stato ottenuto dal dollaro australiano, schizzato al massimo di 15 mesi contro il cugino statunitense. Il dollaro neozelandese ha segnato il massimo di sei mesi, mentre il dollaro canadese è salito al massimo di un mese. Le pressioni inflazionari più forti hanno contribuito al rialzo del “loonie”, ma il fattore principale che ha trainato i guadagni del CAD è stata la debolezza del dollaro USA. L’indice IPC è salito dello 0,8% a luglio contro lo 0,4% previsto: sebbene incoraggianti, dei prezzi più alti non spingeranno la Banca del Canada ad un inasprimento, in quanto l’indice IPC su base annua oscilla vicino all’1,1%. Molte di queste valute stanno correndo troppo, ma i loro rally dovrebbero restare intatti fino a quando non ci saranno notizie dagli USA inequivocabilmente positive.