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USD in calo dopo il debole rapporto sul lavoro

Pubblicato 05.09.2016, 10:31
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L’ultimo rapporto sul lavoro USA è risultato debole e ha dunque smorzato le attese su un rialzo del tasso d’interesse da parte della Federal Reserve.

Nel mese di agosto l’economia USA ha creato 151 mila posti di lavoro non agricoli, mancando le 180 mila unità delle previsioni medie;.il rilevamento del mese precedente è stato però rivisto al rialzo, a 275 mila unità dalle 255 mila della prima stima.

Subito dopo la pubblicazione del rapporto, le borse di tutto il mondo sono salite bruscamente, i future sull’S&P 500 sono balzati fino a un massimo dello 0,70%, perché gli operatori ora escludono un restringimento della politica monetaria nel prossimo futuro.

In apertura, l’indice sulle blue chip è balzato dello 0,31%, a 2.177,50 punti, per poi stabilizzarsi intorno a 2.180. A parte, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 4,9% (rispetto al 4,8% delle previsioni medie e al 4,9% di luglio).

Le retribuzioni orarie medie sono cresciute del 2,4% a/a (rispetto al 2,5% previsto e alla cifra, rivista al rialzo, pari al 2,7% di luglio). Infine, il tasso di partecipazione è rimasto invariato, pari al 62,8%.

Sul Forex, l’USD è stato oggetto di forti vendite dopo la pubblicazione del rapporto, ma poi è tornado rapidamente sui livelli precedenti alla pubblicazione del dato NFP.

L’EUR/USD ha guadagnato lo 0,55%, raggiungendo il livello a 1,1252 prima di scendere a 1,1160 sulla scia del recupero dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA.

Questo contesto ha costituito una solida base per le valute ad alto rendimento, perché continua la corsa ai rendimenti.

Il dollaro neozelandese ha trovato forti richieste, la coppia NZD/USD è salita dello 0,64% a Sydney.

Analogamente, il dollaro australiano ha esteso i guadagni contro il biglietto verde, lievitando dello 0,80% contro l’USD, in rialzo a 0,76.

Le valute ad alto rendimento probabilmente troveranno un buon numero di acquirenti perché per gli operatori diventa meno probabile un rialzo del tasso d’interesse a settembre e ciò si riflette sui prezzi.

Inoltre, se i dati USA continueranno a essere deboli, anche il rialzo del tasso a dicembre potrebbe non essere più una cosa certa.

Lunedì i titoli asiatici si sono mossi diffusamente in territorio positivo. In Giappone, il Nikkei e il più ampio indice Topix hanno guadagnato rispettivamente lo 0,66% e lo 0,23%. Nel continente, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen sono saliti rispettivamente dello 0,12% e dello 0,48%, sulle piazze offshore l’Hang Seng di Hong Kong è avanzato dell’1,65%.

In Australia, l’S&P/ASX 200 ha guadagnato l’1,06%, mentre l’NZX neozelandese è lievitato dello 0,90%.

Infine, in Europa, anche se i future erano positivi, gli operatori hanno mostrato una certa timidezza. I future sull’Euro Stoxx 50 segnavano un +0,29%, quelli sul DAX erano in rialzo dello 0,42%; solo i future sul Footsie erano negativi, in calo dello 0,12%.

Oggi gli operatori monitoreranno il rapporto sull’inflazione in Turchia e Russia; il PMI composito e servizi in Spagna, Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Brasile; la produzione industriale in Svezia; le vendite al dettaglio nell’Eurozona.

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