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Value small cap a beta alto battono l’indice S&P 500 a inizio 2023

Pubblicato 17.01.2023, 16:03
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È ancora presto per saltare alle conclusioni, è vero, ma i risultati iniziali per il 2023 nella prima metà di gennaio mostrano un diffuso rally della maggior parte degli equity factor, trainato dalle cosiddette azioni a beta alto, in base ad una serie di ETF di riferimento.

La strategia di tenere titoli con il rischio beta più alto registrava ben +10,1% sull’anno in corso, alla chiusura di venerdì (13 gennaio), tramite l’Invesco S&P 500 High Beta ETF (NYSE:SPHB). Dopo il rally della scorsa settimana, il fondo ha chiuso vicino al livello più alto da mesi e al momento è in testa alla corsa dei factor nel 2023, con un ampio margine. Dopo aver perso leggermente più terreno l’anno scorso rispetto al mercato (SPY), SPHB segna nel complesso una performance superiore, con una bella ripresa.

SPHB Weekly Chart

Le azioni value small-cap inoltre stanno registrando dei risultati relativamente forti ad inizio anno. Sebbene questa fetta dell’universo factor abbia perso terreno nel 2022, il calo delle small value è stato relativamente leggero rispetto a quello del mercato in generale l’anno scorso. Per il momento, il vantaggio resta intatto, tramite l’iShares S&P Small-Cap 600 Value ETF (NYSE:IJS), balzato dell’8,3%, quasi il doppio rispetto al riferimento (SPY) quest’anno.

Tutti i factor ETF nel grafico sopra stanno registrando dei rialzi finora nel 2023, ad eccezione dello slancio (MTUM), invariato al momento. È un segnale preoccupante se si pensa che il fondo ha perso terreno in linea col calo del mercato generale l’anno scorso. L’incapacità di MTUM di tenere il passo con un diffuso rally suggerisce che il fattore slancio affronta degli ostacoli relativamente forti.

In effetti, non mancano certo le insidie. Oltre ai problemi che ci trasciniamo dall’anno appena concluso (inflazione, aumento dei tassi di interesse, guerra in Ucraina e rischi di recessione), arriva anche la minaccia di un blocco delle attività amministrative USA e di un possibile default.

Finora, tuttavia, la maggior parte delle aree del mercato azionario statunitense sta lasciando da parte i rischi. Vediamo se questa forte apertura proseguirà. Qualunque direzione dovesse prendere gennaio, i risultati saranno considerati un segnale per l’anno che si apre, secondo il cosiddetto effetto gennaio. In base a questa idea, questo rimbalzo iniziale sembra incoraggiante.

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