Buongiorno ai lettori di Investing.com.
Il sentiment di mercato e l'appetito al rischio continuano a precipitare in vista dell’ultimo meeting FED per il 2018. Allo stato attuale pare che i mercati stiano quasi cercando di forzare la mano per costringere la Powell & Co a fare un passo indietro nelle scelte di politica monetaria. C’è una sostanziale divisione tra ciò che il mercato sta scontando in termini di rialzo tassi in prospettiva 2019 e ciò che la Fed sta lasciando intendere nei recentissimi interventi dei propri membri. Anche l'enorme svendita azionaria sta procedendo nella direzione “avvertimento” ed è per questo che il FOMC dovrà prendere la decisione più importante non solo di quest’anno ma anche degli anni a venire.
Con una volatilità così elevata, anche nei prossimi giorni potrebbero verificarsi forti oscillazioni. Se la Fed dovesse aumentare i tassi per la quarta volta (quasi certo) e mantiene la politica monetaria immutata, allora potrebbe esserci un ulteriore crollo delle azioni, ma potrebbe anche innescare l’inversione della curva dei rendimenti (lo spread 2-10 anni è attualmente appena 16 punti base). Al contrario, se la FED dovesse rivedere pesantemente la propria politica (pur procedendo col quarto rialzo), ci potrebbe essere una significativa correzione del dollaro e un forte rimbalzo dell’equity. Per il momento stiamo registrando spostamenti di liquidità verso asset rifugio ed anche i rendimenti delle obbligazioni stanno diminuendo
Wall Street, giusto per tornare alla giornata di ieri, ha perso un altro 2% rompendo massicci supporti a 24.000 per quanto riguarda il Dow e 2580 dell’S&P 500. I futures hanno messo a segno un timido rimbalzo durante la sessione asiatica, rimbalzo che con la risalita dell’equity europea sta proseguendo. Rimbalzo che non è bastato ai mercati asiatici, decisamente sotto pressione ( Nikkei -1,8%, Shanghai Composite -0,8%) e sul fronte valutario segnaliamo un rinforzo del dollaro neozelandese dopo un incremento sostanziale della fiducia delle imprese. Nelle materie prime c’è stato un consolidamento dell'oro e dell'argento, il petrolio continua a perdere terreno e in questo momento siamo attorno ai 49 dollari al barile.
Sul fronte macro economico quella odierna sarà un’altra giornata senza grossi appuntamenti, eccezion fatta per qualche dato USA sul mercato immobiliare e l’API report serale (ore 22:30).