Investing.com – I future del petrolio greggio sono scesi bruscamente venerdì, segnando il prezzo più basso in oltre un anno, i segni di rallentamento della crescita in Stati Uniti, Cina e Germania hanno incrementato le preoccupazioni sulle prospettive per l'economia globale.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a novembre sono stati scambiati a 78,64 dollari al barile alla chiusura degli scambi di venerdì, il minimo dal 29 settembre 2010. Il contratto di novembre è diminuito dell’ 1,3% nel corso della settimana.
I Futures del petrolio greggio hanno perso quasi l'11% nel mese di settembre, il più grande calo mensile dal maggio 2010 con un crollo del 17% nel terzo trimestre, il più ripido calo trimestrale dal quarto trimestre del 2008.
I prezzi del greggio hanno segnato -4,25% venerdì, nell’intensificarsi delle preoccupazioni sulla crescita globale, per via del terzo calo consecutivo mensile dell’indice manifatturiero cinese, la peggiore contrazione dal 2009.
Nel frattempo, nella zona euro, i dati preliminari hanno mostrato che il tasso di inflazione è inaspettatamente salito del 3% nel mese di settembre, rispetto al 2,5% del mese precedente. I dati hanno smorzato le aspettative che la Banca centrale europea abbasserà i tassi, nel tentativo di sostenere la crescita del blocco della moneta unica.
I dati hanno fatto seguito ad un rapporto che mostra che in Germania le vendite al dettaglio sono diminuite del 2,9% ad agosto, il calo più forte dal maggio 2007.
Inoltre Venerdì, i dati ufficiali hanno mostrato che la spesa dei consumatori negli Stati Uniti è aumentata dello 0,2% nel mese di agosto, contro la precedente lettura di un calo dello 0,7% nel mese precedente, mentre il reddito personale ha segnato -0,1%, il primo calo da ottobre 2009.
Gli Stati Uniti e la Cina sono i 2 principali consumatori di petrolio, mentre la zona euro è il quarto, secondo i dati di British Petroleum.
Questa visione scoraggiante sulla crescita globale ha influito sulle attività degli investitori, che hanno evitato le attività più rischiose, come le azioni e le commodities e si sono buttati sui tradizionali beni rifugio come il dollaro.
L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, ha segnato un +1,02% a 79,29 venerdì, leggermente al si sotto del massimo di 8 mesi.
I futures sul greggio sono saliti giovedì dopo che il Parlamento della Germania ha deliberato di aumentare le dimensioni del fondo di salvataggio della zona euro, il Fondo europeo di Stabilità finanziaria.
I prezzi del greggio hanno trovato un ulteriore supporto dopo che i dati hanno mostrato che le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti sono scese di 37.000 a 391.000 la settimana scorsa, mentre una relazione separata ha mostrato che l'economia statunitense è cresciuta dell’1,3% nel secondo trimestre, superiore a una stima precedente dell’1,2%.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a novembre sono stati scambiati al minimo di sette mesi di 102,30 dollari al barile alla chiusura degli scambi di venerdì. Il Brent ha segnato - 1,5% nell'arco della settimana, con lo spread tra il Brent e dei contratti di greggio in calo a 23,66 dollari al barile.
I futures sul petrolio Brent sono scesi quasi del 10,5% nel mese di settembre, il più grande calo mensile dal maggio 2010 e sono diminuite dell’8,6% nel terzo trimestre, il più grande calo trimestrale dal secondo trimestre del 2010.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a novembre sono stati scambiati a 78,64 dollari al barile alla chiusura degli scambi di venerdì, il minimo dal 29 settembre 2010. Il contratto di novembre è diminuito dell’ 1,3% nel corso della settimana.
I Futures del petrolio greggio hanno perso quasi l'11% nel mese di settembre, il più grande calo mensile dal maggio 2010 con un crollo del 17% nel terzo trimestre, il più ripido calo trimestrale dal quarto trimestre del 2008.
I prezzi del greggio hanno segnato -4,25% venerdì, nell’intensificarsi delle preoccupazioni sulla crescita globale, per via del terzo calo consecutivo mensile dell’indice manifatturiero cinese, la peggiore contrazione dal 2009.
Nel frattempo, nella zona euro, i dati preliminari hanno mostrato che il tasso di inflazione è inaspettatamente salito del 3% nel mese di settembre, rispetto al 2,5% del mese precedente. I dati hanno smorzato le aspettative che la Banca centrale europea abbasserà i tassi, nel tentativo di sostenere la crescita del blocco della moneta unica.
I dati hanno fatto seguito ad un rapporto che mostra che in Germania le vendite al dettaglio sono diminuite del 2,9% ad agosto, il calo più forte dal maggio 2007.
Inoltre Venerdì, i dati ufficiali hanno mostrato che la spesa dei consumatori negli Stati Uniti è aumentata dello 0,2% nel mese di agosto, contro la precedente lettura di un calo dello 0,7% nel mese precedente, mentre il reddito personale ha segnato -0,1%, il primo calo da ottobre 2009.
Gli Stati Uniti e la Cina sono i 2 principali consumatori di petrolio, mentre la zona euro è il quarto, secondo i dati di British Petroleum.
Questa visione scoraggiante sulla crescita globale ha influito sulle attività degli investitori, che hanno evitato le attività più rischiose, come le azioni e le commodities e si sono buttati sui tradizionali beni rifugio come il dollaro.
L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, ha segnato un +1,02% a 79,29 venerdì, leggermente al si sotto del massimo di 8 mesi.
I futures sul greggio sono saliti giovedì dopo che il Parlamento della Germania ha deliberato di aumentare le dimensioni del fondo di salvataggio della zona euro, il Fondo europeo di Stabilità finanziaria.
I prezzi del greggio hanno trovato un ulteriore supporto dopo che i dati hanno mostrato che le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti sono scese di 37.000 a 391.000 la settimana scorsa, mentre una relazione separata ha mostrato che l'economia statunitense è cresciuta dell’1,3% nel secondo trimestre, superiore a una stima precedente dell’1,2%.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a novembre sono stati scambiati al minimo di sette mesi di 102,30 dollari al barile alla chiusura degli scambi di venerdì. Il Brent ha segnato - 1,5% nell'arco della settimana, con lo spread tra il Brent e dei contratti di greggio in calo a 23,66 dollari al barile.
I futures sul petrolio Brent sono scesi quasi del 10,5% nel mese di settembre, il più grande calo mensile dal maggio 2010 e sono diminuite dell’8,6% nel terzo trimestre, il più grande calo trimestrale dal secondo trimestre del 2010.