Investing.com – I futures del greggio sono scesi mercoledì, restituendo alcuni dei forti guadagni del giorno precedente dopo che i dati del settore hanno dipinto un quadro variegato della domanda di energia degli Stati Uniti, mentre ha pesato un dollaro USA più forte.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna nel mese di ottobre sono stati scambiati a 85,12 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in calo dello 0,37%.
Precedentemente era sceso dello 0,85%, al minimo giornaliero di 84,56 dollari al barile.
L'American Petroleum Institute, un gruppo industriale, ha dichiarato martedì che le scorte di greggio USA sono scese di 3,34 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative di un aumento di 0,8 milioni barili.
Tuttavia, le forniture totali di benzina sono aumentate del 6,37 milioni di barili, a 213,9 milioni.
I trader di energia hanno osservato attentamente le scorte di benzina nelle ultime settimane per misurare la forza della domanda degli Stati Uniti, nel periodo del picco della domanda di benzina.
Nel corso della giornata, il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti rilascerà il suo attesissimo report sulle scorte di petrolio greggio per la settimana conclusa il 19 agosto.
I dati dimostreranno che negli Stati Uniti le scorte di petrolio greggio sono aumentate di 0,8 milioni di barili, mentre per le forniture di benzina è stato previsto un calo di 1,0 milioni di barili.
La forza del dollaro ha anche pesato, poiché l'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è salito dello 0,12% a 73,95.
Nel frattempo, il fornitore globale di servizi finanziari BNP Paribas ha abbassato le sue previsioni per il prezzo greggio per il resto dell'anno, con una media di 92 dollari al barile nel terzo trimestre e di 98 nel quarto trimestre, nel timore di una recessione double dip negli Stati Uniti.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad ottobre sono scesi dello 0,99% a 108,96 dollari al barile, in salita di 23,84 sulla controparte statunitense.
I mercati hanno continuato a monitorare gli sviluppi in Libia al fine di valutare i tempi di ripresa della produzione di petrolio nel paese, fino a ritornare ai livelli pre-guerra.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna nel mese di ottobre sono stati scambiati a 85,12 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in calo dello 0,37%.
Precedentemente era sceso dello 0,85%, al minimo giornaliero di 84,56 dollari al barile.
L'American Petroleum Institute, un gruppo industriale, ha dichiarato martedì che le scorte di greggio USA sono scese di 3,34 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative di un aumento di 0,8 milioni barili.
Tuttavia, le forniture totali di benzina sono aumentate del 6,37 milioni di barili, a 213,9 milioni.
I trader di energia hanno osservato attentamente le scorte di benzina nelle ultime settimane per misurare la forza della domanda degli Stati Uniti, nel periodo del picco della domanda di benzina.
Nel corso della giornata, il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti rilascerà il suo attesissimo report sulle scorte di petrolio greggio per la settimana conclusa il 19 agosto.
I dati dimostreranno che negli Stati Uniti le scorte di petrolio greggio sono aumentate di 0,8 milioni di barili, mentre per le forniture di benzina è stato previsto un calo di 1,0 milioni di barili.
La forza del dollaro ha anche pesato, poiché l'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è salito dello 0,12% a 73,95.
Nel frattempo, il fornitore globale di servizi finanziari BNP Paribas ha abbassato le sue previsioni per il prezzo greggio per il resto dell'anno, con una media di 92 dollari al barile nel terzo trimestre e di 98 nel quarto trimestre, nel timore di una recessione double dip negli Stati Uniti.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad ottobre sono scesi dello 0,99% a 108,96 dollari al barile, in salita di 23,84 sulla controparte statunitense.
I mercati hanno continuato a monitorare gli sviluppi in Libia al fine di valutare i tempi di ripresa della produzione di petrolio nel paese, fino a ritornare ai livelli pre-guerra.