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Greggio su dal minimo di 5 mesi, il PIL tedesco spinge il sentimento

Pubblicato 15.05.2012, 09:41
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Investing.com – I futures del petrolio rimbalzano dal minimo di 5 mesi nel corso della mattinata europea; la propensione al rischio è migliorata dopo i dati sul PIL tedesco migliori del previsto.

Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a giugno sono stati scambiati a 94,88 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dello 0,1%.

Precedentemente i prezzi erano scesi dello 0,5% al minimo di 93,97 dollari al barile, il minimo dal 19 dicembre 2011.

I prezzi del petrolio hanno segnato ieri le perdite più forti dell’anno, con gli investitori che hanno ridotto le esposizioni a causa dei timori per l’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro.

Ma i prezzi oggi hanno trovato il supporto dopo il rilascio dei dati sul PIL tedesco migliori del previsto.

I dati preliminari mostrano che il PIL del 1° trimestre in Germania è cresciuto più del previsto, indicando che la principale economia della zona euro sta superando gli effetti della crisi del debito della zona euro.

In Germania il prodotto interno lordo è aumentato di un destagionalizzato 0,5% nei primi tre mesi del 2012, superando le aspettative di un aumento dello 0,1%. Nell’ultimo trimestre 2011 il PIL tedesco si è contratto dello 0,2%.

Ma gli investitori continuano a monitorare la situazione politica greca, ed i tentativi del paese di formare una coalizione di governo in seguito alle elezioni delle scorso week end, in un clima di timore per un default e di una conseguente uscita del paese dalla zona euro.

Il Presidente greco, Karolos Papoulias, incontrerà nuovamente oggi i partiti, nel tentativo di formare un governo, dopo più di una settimana di stallo politico.

Si teme che la crisi del debito sovrano della zona euro possa causare un ulteriore rallentamento che influenzerà la curva della domanda del petrolio.
La zona euro ha rappresentato il 12% del consumo globale di petrolio, secondo i dati British Petroleum.

Intanto i traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.

L’American Petroleum Institute pubblicherà il suo rapporto sulle scorte nel corso della giornata, mentre il rapporto del governo di mercoledì potrebbe mostrare che scorte sono salite di 1,54 milioni di barili la scorsa settimana, al livello più alto dall’agosto 1990, alimentando dei timori per un calo della domanda USA.

Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.

I prezzi Nymex del greggio sono andati sotto forte pressione la scorsa settimana, perdendo quasi il 10,5% dal 1 maggio, sia per via dei timori su un rallentamento della ripresa economica - che potrebbe tradursi in una riduzione della domanda di energia – sia per il calo delle tensioni tra l’Iran e le nazioni occidentali sul programma nucleare del paese.

Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a giugno sono saliti dello 0,01%, a 111,09 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 16,21 dollari al barile.

Il Brent, il benchmark europeo, è oltre il 13% al di sotto del massimo intraday 128,38 toccato il 1° marzo.

Una perdita potenziale di forniture di petrolio iraniano ha contribuito a sostenere i forti aumenti dei prezzi del petrolio nella conclusione dello scorso anno e nel primo trimestre di quest’anno.

Ma i colloqui tra l’Iran le grandi potenze sulle ambizioni nucleari di Teheran, insieme all’aumento della produzione dell’Arabia Saudita e della Libia e dei segni di rallentamento della crescita economica statunitense e sull’occupazione, hanno spinto i prezzi del petrolio verso i massimi del primo trimestre.

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