Investing.com – I futures dell'oro sono in calo oggi, per il terzo giorno consecutivo, tra i timori sulla crisi del debito greco che hannno spinto il dollaro USA contro l’euro, pesando sulle valute legate alle materie prime.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell'oro con consegna ad aprile a 1.699,35 dollari l’oncia troy, giù dello 0,26% nella mattinata europea.
I prezzi sono scesi precedentemente dello 0,35%, al minimo della sessione di 1.689,98 dollari l’oncia troy.
Supporto a 1.689,95 l’oncia troy, il minimo dal 29 febbraio e resistenza a 1.717,65 l’oncia troy, il massimo del giorno precedente.
I prezzi dell’oro sono scesi in seguito all’apprezzamento del dollaro, salendo al massimo di due settimane. Nel breve termine, l’oro resta molto più sensibile al rapporto euro/dollaro che alla propensione al rischio, che nel passato ha spinto in alto i prezzi.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è salito dello 0,19% a 79,57, poco al di sotto del picco di due settimane di 79,64 toccato ieri.
Il dollaro più forte solitamente pesa sul’oro, riducendo la richiesta di metallo prezioso come investimento alternativo, e rendendo le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Intanto i mercati restano cauti, in vista della scadenza dell’8 marzo fissata per i titolari dei bond per aderire all’accordo secondo il quale scambieranno gli attuali titoli di stato greci con uno swap.
C’è incertezza sulla partecipazione alle swap. Si prevede che almeno il 66% dei creditori privati aderirà all’accordo.
Un fallimento dell’accordo rigetterebbe il paese in un caotico default del debito sovrano.
I mercati hanno notato che i prezzi dell’oro restano vulnerabili ad un ulteriore pull back nel breve termine, se i prezzi dovessero scendere sotto il livello tecnico di 1.675 dollari l’oncia.
L’oro tiene la media di 200 giorni a 1.675 dollari l’oncia, da metà gennaio. Se dovesse scendere al di sotto del livello, gli analisti prevedono che il metallo potrà toccare i 1.650 dollari.
Il gruppo finanziario Citigroup vede per la fine del 2012 un aumento dei prezzi a 2.400 dollari l’oncia troy, con livelli di 3.400 dollari l’oncia troy negli “anni a venire.”
Tuttavia nel breve temine la banca vede un “serio pericolo” che ci possa essere una correzione a 1.600 dollari l’oncia.
Sul Comex, l’argento con consegna a maggio è salito dello 0,15%, a 33,74 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio è sceso dello 0,83% a 3,828 dollari la libbra.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell'oro con consegna ad aprile a 1.699,35 dollari l’oncia troy, giù dello 0,26% nella mattinata europea.
I prezzi sono scesi precedentemente dello 0,35%, al minimo della sessione di 1.689,98 dollari l’oncia troy.
Supporto a 1.689,95 l’oncia troy, il minimo dal 29 febbraio e resistenza a 1.717,65 l’oncia troy, il massimo del giorno precedente.
I prezzi dell’oro sono scesi in seguito all’apprezzamento del dollaro, salendo al massimo di due settimane. Nel breve termine, l’oro resta molto più sensibile al rapporto euro/dollaro che alla propensione al rischio, che nel passato ha spinto in alto i prezzi.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è salito dello 0,19% a 79,57, poco al di sotto del picco di due settimane di 79,64 toccato ieri.
Il dollaro più forte solitamente pesa sul’oro, riducendo la richiesta di metallo prezioso come investimento alternativo, e rendendo le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Intanto i mercati restano cauti, in vista della scadenza dell’8 marzo fissata per i titolari dei bond per aderire all’accordo secondo il quale scambieranno gli attuali titoli di stato greci con uno swap.
C’è incertezza sulla partecipazione alle swap. Si prevede che almeno il 66% dei creditori privati aderirà all’accordo.
Un fallimento dell’accordo rigetterebbe il paese in un caotico default del debito sovrano.
I mercati hanno notato che i prezzi dell’oro restano vulnerabili ad un ulteriore pull back nel breve termine, se i prezzi dovessero scendere sotto il livello tecnico di 1.675 dollari l’oncia.
L’oro tiene la media di 200 giorni a 1.675 dollari l’oncia, da metà gennaio. Se dovesse scendere al di sotto del livello, gli analisti prevedono che il metallo potrà toccare i 1.650 dollari.
Il gruppo finanziario Citigroup vede per la fine del 2012 un aumento dei prezzi a 2.400 dollari l’oncia troy, con livelli di 3.400 dollari l’oncia troy negli “anni a venire.”
Tuttavia nel breve temine la banca vede un “serio pericolo” che ci possa essere una correzione a 1.600 dollari l’oncia.
Sul Comex, l’argento con consegna a maggio è salito dello 0,15%, a 33,74 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio è sceso dello 0,83% a 3,828 dollari la libbra.