Di Peter Nurse
Investing.com - I prezzi del petrolio scendono questo martedì, cedendo i guadagni della seduta precedente nei timori che la prolungata ondata di COVID in Cina, il maggiore importatore mondiale di greggio, peserà ulteriormente sulla domanda.
Alle 15:15 CEST, i future del greggio USA scendono del 3,4% a 103,94 dollari al barile, mentre il contratto del Brent va giù del 3,3% a 109,38 dollari.
I future della benzina RBOB registrano -3,3% a 3,2657 dollari al gallone.
L’hub finanziario cinese di Shanghai domenica ha confermato che tre persone positive al COVID-19 sono morte, riportando vittime tra i pazienti di coronavirus per la prima volta in questa ondata.
Inoltre, altre aree nel paese hanno inasprito i controlli, come Tangshan e la zona economica dell’aeroporto di Zhengzhou, dove si trova anche il fornitore di Apple Foxconn.
Ciò suggerisce che la Cina non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua politica di tolleranza zero nei confronti della malattia. Intanto, il PIL del primo trimestre del paese pubblicato ieri ha rivelato un forte rallentamento.
“L’unico fattore che continua a trattenere il mercato è la situazione Covid in Cina e l’impatto sulla domanda”, scrivono in una nota gli analisti di ING.
Tuttavia, i prezzi del petrolio restano sopra i 100 dollari al barile, con i due riferimenti che hanno segnato il massimo dal 28 marzo ieri, grazie alle proteste negli impianti di produzione e trasporto in Libia.
La Libia è un’importante fonte di petrolio per l’Europa, soprattutto ora che molti paesi europei hanno deciso di non comprare petrolio russo. Secondo Reuters, la produzione russa è scesa di circa 300.000 barili al giorno sotto la quota OPEC+ a marzo.
Ciò significa che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed i suoi alleati, gruppo noto come OPEC+, ha prodotto 1,45 milioni di barili al giorno al di sotto del suo obiettivo a marzo.
“Il gruppo da mesi non riesce a raggiungere i livelli di produzione concordati”, aggiunge ING.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia in un report mensile la scorsa settimana ha stimato che la perdita di produzione russa arriverà ad 1,5 milioni di barili al giorno ad aprile e raddoppierà a 3 milioni da maggio.