Investing.com - Il Bitcoin e le altre valute virtuali schizzano questo lunedì, sulla scia della notizia che il Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB) non si sta muovendo per regolamentare le criptovalute.
Il Bitcoin è scambiato a 8.254,90 dollari, con un balzo del 7,20%, alle 9:03 ET (13:03 GMT) sul Bitfinex, dopo aver toccato il minimo della notte di 7.350,90 dollari ieri. La valuta non è riuscita a guadagnare terreno dopo il crollo a 6.000 dollari i primi di febbraio ed è ancora lontana dal massimo di 20.000 dollari di dicembre.
Il Presidente del FSB nonché Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney non ritiene che le valute virtuali costituiscano un rischio per la stabilità finanziaria, in base a quanto si legge in una sua lettera ai leader del G20.
I banchieri centrali e i ministri delle finanze di 20 economie si incontreranno oggi e domani a Buenos Aires. Alcuni membri, come il Giappone, hanno invitato i regolatori a regolamentare le criptovalute.
“Mentre si avvia al termine il suo lavoro per correggere le faglie che hanno causato la crisi finanziaria, il FSB si sta allontanando dalla delineazione di nuove iniziative di politica economica preferendo una implementazione dinamica ed una rigorosa valutazione degli effetti delle riforme concordate dal G20”, afferma Carney.
Anche le altre principali criptovalute sono in salita, con l’Ethereum, la seconda più importante valuta digitale al mondo per capitalizzazione di mercato, che segna un’impennata del 5,04% a 528,69 dollari sul Bitfinex. Il Ripple, la terza principale valuta virtuale, schizza dell’8,22% a 0,64640 dollari, mentre il Litecoin si attesta a 154,49 dollari, con un rimbalzo del 5,98%.
Intanto, Twitter Inc (NYSE:TWTR) starebbe considerando l’idea di seguire l’esempio di Google (NASDAQ:GOOGL) e Facebook (NASDAQ:FB) e proibire le pubblicità di portafogli di valute virtuali, offerte iniziali di valute digitali e vendite di token. Sky News ha riportato che il divieto potrebbe entrare in vigore tra due settimane, ma non ha svelato la fonte della notizia.
A gennaio, Facebook ha vietato gli annunci pubblicitari per la promozione di prodotti collegati ad “attività promozionali fuorvianti o ingannevoli”, come le ICO, mentre Google la scorsa settimana ha dichiarato che proibirà gli annunci a partire da giugno.