BERLINO (Reuters) - Il canale export tedesco accusa ad agosto una battuta d'arresto mensile di 5,8%, flessione di maggior portata dall'apogeo della crisi finanziaria globale a gennaio 2009, a segnale di come e quanto la locomotiva della zona euro risenta della debolezza della congiuntura estera oltre che delle tensioni geopolitiche.
Il dato arriva all'indomani di quello sulla produzione industriale, sempre di agosto, che ha identicamente mostrato la performance più debole da gennaio 2009. Dell'altro ieri - tra l'altro - l'indice sugli ordinativi industriali anch'esso ai minimi da oltre cinque anni in ragione principalmente alla caduta delle commesse estere.
A parere dell'ufficio federale di statistica i numeri odierni potrebbero aver risentito negativamente della pausa estiva prolungata in alcuni laender, dalle ricadute sia sulle esportazioni sia sulle importazioni.
Indicatori economici tanto deludenti potrebbero gettare nuova benzina sul fuoco nel dibattito - in prima natura politico - tra l'esecutivo di Angela Merkel che si ostina a insistere sulla correzione del deficit e quanti invece - a partire dal Fondo monetario internazionale - chiedono a Berlino di rilanciare gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture.
"La nostra economia ha smesso di crescere. Sono anni ormai che non si investe abbastanza" sintetizza Volker Treier, economista capo della Camera del commercio e dell'industria Dihk.
"E' finita la 'Sommermaerchen' (estate da favola) e siamo passati a un'estate da racconto dell'orrore" commenta l'economista Ing Carsten Brzeski.
Nel World Economic Outlook diffuso martedì 7, il Fondo ha corretto da 1,9% a 1,4% la proiezione sulla crescita tedesca 2014 e da 1,7% a 1,5% quella sull'anno prossimo.
Anticipate da indiscrezioni stampa e pubblicate stamane poche ore dopo il dato sulla bilancia commerciale, le stime a cura dei sei istituti economici che fanno consulenza a Berlino hanno fatto altrettanto.
Tornando infine brevemente ai numeri sul saldo con l'estero di questa mattina, un inatteso calo evidenzia anche il canale importazioni con una caduta di 1,3% rispetto al consensus per un incremento di 1%.
L'avanzo commerciale di agosto passa così a 17,5 miliardi dai 22,2 miliardi di luglio, disattendendo le aspettative per un avanzo di 18,5 miliardi.