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Italia, disoccupazione in risalita a marzo evidenzia debolezza 1° trimestre

Pubblicato 30.04.2015, 13:58
© Reuters. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi

MILANO/ROMA (Reuters) - Torna a salire il tasso di disoccupazione in Italia, a segnalare come la ripartenza dell'economia attesa per il primo trimestre, unita al debutto di sgravi fiscali e modifiche normative, non abbia prodotto un miglioramento della situazione del mercato del lavoro.

Secondo le stime mensili diffuse stamani da Istat a marzo, mese in cui sono entrate in vigore le norme sul contratto a tutele crescenti per le nuove assunzioni, il tasso di disoccupazione è salito al 13% dal 12,7%, il livello più alto dal novembre scorso, a fronte di un consensus per una lieve discesa al 12,6%.

Il dato sconta anche gli sgravi contributivi per le imprese che assumono con contratti stabili previsti dalla legge di Stabilità a partire da gennaio.

La situazione appare leggermente meno negativa nel confronto su trimestre, che evidenzia un calo del tasso di disoccupazione dello 0,2% rispetto all'ultima parte del 2014.

Questo però a fronte di un tasso di occupazione in calo dello 0,1% al 55,5% e di un aumento dello 0,2% del tasso di inattività al 36%.

"L'interpretazione più plausibile è che i dati di oggi rappresentino un'ulteriore espressione dell'incertezza con cui si sta avviando la ripresa", commenta Stefania Tomasini, economista di Prometeia.

Secondo Tomasini, il 2015 sarà più che altro un anno di assestamento per il mercato del lavoro italiano. "Noi continuiamo a ritenere che la ripresa si rafforzerà nel corso dei prossimi trimestri. Nella media d'anno comunque il tasso di disoccupazione dovrebbe restare al 12,7%, ovvero il livello del 2014".

Il presidente dell'Inps ed economista Tito Boeri ritiene che si tratti di decimali, pertanto "è come se disoccupazione e occupazione si fossero stabilizzati. Siamo nell'ambito dell'errore statistico".

Mantiene una visione "costruttiva" anche Fabio Fois, economista di Barclays: "Continuiamo giudicare positivamente le riforme introdotte, i cui effetti positivi si evidenzieranno nel corso dell'anno"

Nelle attese dei previsori privati e istituzionali, l'economia dovrebbe aver messo a segno una variazione congiunturale positiva nel primo trimestre, la prima dopo circa tre anni e mezzo, e dovrebbe poi rafforzarsi nel corso dell'anno, per il quale il governo stima un crescita del Pil dello 0,7%.

Una ripartenza debole, legata in buona parte a un insieme di fattori esogeni favorevoli, quali il quantitative easing varato dalla Banca centrale europea, la discesa dell'euro e il calo dei prezzo del greggio che, ha avvertito oggi lo stesso ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, non dureranno in eterno.

© Reuters. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi

"I dati mensili dell'indagine campionaria effettuata dall'Istat ci dicono che l'uscita da un lungo periodo di crisi è sempre all'insegna di alti e bassi... non sembrano avere ancora prodotto effetti statisticamente stabili", gli fa eco in una nota il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Boeri, a chi gli chiedeva se i dati di oggi non contraddicano quelli diffusi dal ministero pochi giorni fa secondo cui a marzo sono 92.299 i contratti di lavoro in più di cui 31.370 stabili, ha risposto: "Se c'è un aumento dei contratti a tempo indeterminato calano gli autonomi e gli irregolari. Sono dati che Istat coglie a differenza dei dati amministrativi del ministero".

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