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Tassi Bce: pronto un taglio 25 pb mentre aumentano i rischi per la crescita

Pubblicato 11.09.2024, 10:42
© Reuters.

Investing.com – Dopo la pausa di luglio, con ogni probabilità la Bce abbasserà nuovamente i tassi d’interesse di altri 25 punti base il 12 settembre, ma l’unanimità non è scontata. Mentre tra le colombe aumentano i timori per la crescita, i falchi continuano a sottolineare la necessità di ulteriori rassicurazioni prima di impegnarsi in altri tagli dei tassi. E allora, per fare il punto della situazione, andiamo a scoprire cosa si aspettano gli analisti dalla prossima riunione Bce.

Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst, MFS Investment Management

Dopo aver mantenuto la propria posizione nella riunione di luglio e considerata la presenza di segnali di moderazione dell'economia reale, ci aspettiamo che la BCE effettui un taglio di 25 pb nella riunione di settembre, giustificato dalle proiezioni aggiornate che probabilmente confermeranno il ritorno dell'inflazione ai livelli target entro la seconda metà del 2025. Il taglio è ampiamente previsto e prezzato.

Attualmente i mercati stanno prezzando un valore intorno al 2,25% con un ciclo di tagli graduale come linea di base. Pertanto, è improbabile che la decisione di questa settimana porti a grandi movimenti sui mercati, a meno che la BCE non accenni a un ritmo di tagli più rapido nel breve termine (cosa alquanto improbabile nella situazione attuale). Anzi, è più probabile che la BCE mantenga un approccio data driven, a conferma del fatto che sono necessarie ulteriori prove di un calo dell'inflazione di fondo prima di considerarla vinta.

Due sono i fattori da tenere d'occhio durante la conferenza stampa. Il primo è il valore che la BCE attribuisce agli ulteriori rischi al ribasso per la crescita (già emersi chiaramente nella riunione dei conti di luglio) e, in secondo luogo, quanto ferme rimarranno le posizioni dei membri più “hawkish” (Schnable non sembra aver cambiato opinione).

Con il chiaro aumento dei rischi per la crescita, c'è un ulteriore elemento di disinflazione guidata dalla domanda che dovrà essere preso in considerazione in futuro. Per quanto tempo la BCE è disposta a mantenere un approccio decisamente restrittivo, nonostante la crescita non abbia raggiunto il suo obiettivo di base, ovvero una ripresa solida trainata dalla domanda? Sospettiamo che settembre sia troppo presto per abbandonare il mantra della dipendenza dai dati. Ottobre (se l'inflazione nel settore dei servizi dovesse correggere le distorsioni di agosto) potrebbe essere un buon momento per riconoscere che il passaggio a posizione meno rigide è necessario per evitare il rischio di entrare in una spirale disinflazionistica nel medio termine. Anche la comunicazione della Fed a settembre sarà fondamentale (nonostante la BCE ribadirà la sua indipendenza rispetto alle decisioni degli altri istituti centrali).

Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price



La Bce taglierà il tasso di deposito di 25 punti base questa settimana. Questo è ampiamente previsto e non sorprenderà i mercati finanziari o chiunque abbia seguito la comunicazione della Bce durante l'estate. La recente debolezza dei sondaggi sulla crescita economica e il calo dell'inflazione sostengono la decisione di tagliare di 25 punti base in questa riunione.

La grande domanda che gli investitori e gli osservatori si pongono è se la Bce fornirà qualche indizio sul futuro percorso della politica monetaria. Al momento, i mercati finanziari hanno scontato un grande allentamento monetario. I mercati ritengono che la Bce passerà da un ritmo di taglio trimestrale nel 2024 a un ritmo di taglio riunione per riunione nel 2025. Anche gli economisti oscillano fra queste due view. I mercati finanziari e gli osservatori della Bce esamineranno, quindi, attentamente la dichiarazione e la conferenza stampa alla ricerca di qualsiasi indizio su ciò che la Bce intende fare in futuro.

I dati restano volatili. Di conseguenza, riteniamo che la Bce sottolineerà il fatto che le sue decisioni continueranno a dipendere dal loro andamento. Crediamo che la Presidente Lagarde sottolineerà che la politica monetaria rimane dipendente sia dai dati sia dalle previsioni. Sebbene alcuni indicatori delle indagini congiunturali mostrino che l’economia sta iniziando a contrarsi in alcuni settori, come l'industria manifatturiera, nel complesso sta tenendo.

Allo stesso tempo, l'inflazione dei servizi IAPC non scende sotto il 4% da novembre. E il mercato del lavoro, il principale motore dell'inflazione dei servizi, rimane rigido. È probabile che i salari negoziati nell'Eurozona tornino a salire sopra il 4% nel terzo trimestre e rimarranno su questi livelli fino alla metà del 2025. Questi flussi di dati volatili porteranno la Bce a continuare a essere cauta in futuro. Un ritmo di taglio trimestrale rimane il risultato più probabile.

Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments

Non c'è dubbio che le banche centrali siano in modalità “taglio dei tassi”. La BCE dovrebbe tagliare i tassi questa settimana, la Fed probabilmente inizierà il suo ciclo di allentamento la prossima e la BoE deciderà se tagliare nuovamente a fine mese o rimandare alla riunione successiva. Il problema, però, non è tanto la direzione, quanto la velocità e la portata. Entro la fine dell'anno, il mercato prevede un totale di 45 punti base di tagli per la BoE, 62 punti base per la BCE e ben 113 punti base per la Fed. Entro settembre 2025, i mercati prevedono tassi ufficiali di poco superiori al 3,5% nel Regno Unito, al 3% negli Stati Uniti e ad appena il 2% nell'Eurozona. Tutto ciò si traduce in tagli sostanziali ed è lecito chiedersi se i mercati potrebbero rimanere delusi.

In Europa, la crescita è stata anemica, con gli ultimi dati che mostrano un forte calo dell'inflazione salariale e un’inflazione complessiva prossima al target del 2%. La Commissione europea sta esercitando pressioni sui governi affinché inaspriscano la politica fiscale. In questo contesto, le aspettative sui tagli sembrano ragionevoli.

Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research


La Bce deve decidere prima della Fed. Se da un lato ci aspettiamo che la Fed sia abbastanza chiara sulla generica “direzione di marcia” dopo il suo primo rialzo, anche se subordinato ai dati, dall'altro non crediamo che la Banca Centrale Europea (BCE) offrirà molta chiarezza su questo fronte dopo il secondo taglio di 25 punti base di giovedì.

Sebbene non vi siano molti dubbi sul taglio di questo giovedì, ci aspettiamo che il mercato si concentrerà su qualsiasi accenno di “forward guidance” sui prossimi passi da parte di Christine Lagarde. A nostro avviso, la Presidente terrà ancora nascoste le carte, dal momento che il dibattito in seno al Consiglio direttivo è ancora in pieno svolgimento. Tuttavia, l’ultimo flusso di dati gioca a favore delle colombe: i dettagli dei conti nazionali dell’area euro per il secondo trimestre confermano che le imprese stanno sempre più compensando la spinta del costo del lavoro riducendo i loro margini.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments

Nell’ultimo periodo la posizione mantenuta dalla BCE è stata di cautela, nel tentativo di ridurre le aspettative del mercato per tagli dei tassi consecutivi a settembre ed ottobre. L'attuale percorso di normalizzazione prevede un ritmo di tagli ogni due riunioni. Tuttavia, l'entità del primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, previsto per il 18 settembre, influirà sulla discussione della BCE durante il meeting di ottobre, indipendentemente dal messaggio che accompagnerà il secondo taglio previsto per questa settimana.

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Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM Italia

Per quanto riguarda un possibile nuovo taglio da parte della Banca centrale europea previsto per questa settimana, vale la pena notare che un taglio di 25 punti base è già completamente prezzato dal mercato. Tuttavia, tra i membri del Consiglio direttivo della BCE vi sono alcuni falchi alla ricerca di ulteriori rassicurazioni prima di impegnarsi in un taglio dei tassi, pertanto l'unanimità è incerta. Inoltre, il Chief Economist Philip Lane ha recentemente sostenuto che il ritorno al target di inflazione non è ancora garantito e la politica monetaria potrebbe dover rimanere in territorio restrittivo.

Dopo i tagli attesi per quest’anno e per il prossimo, ci si potrebbe chiedere se la politica monetaria rimarrà restrittiva o se si sarà spostata verso una posizione più neutrale. A nostro avviso, il Consiglio direttivo della BCE sembra mirare a una politica monetaria neutrale – che non stimola né frena la crescita economica – per tutto il 2025. La sfida sta nel fatto che né gli operatori di mercato né i banchieri centrali sanno esattamente dove si trovi attualmente il tasso di interesse neutrale. Il consensus suggerisce che sia al di sopra dei livelli degli ultimi anni, ma la sua posizione precisa – se il 2% o più – rimane sconosciuta. Per determinarlo si dovrà procedere per tentativi, abbassando i tassi e osservando la reazione dei dati per valutare l’entità necessaria dell’allentamento monetario.

Alla fine dell'estate, la Bce inizierà a valutare la revisione della sua strategia, con un dibattito approfondito su questioni che vanno oltre i rialzi o i tagli dei tassi e che potrebbero incidere significativamente sulla politica monetaria. Tale dibattito verterà su due pilastri fondamentali, ossia la potenziale definizione di regole per i futuri programmi di acquisto del debito, e la progettazione di piani d’azione contro i principali shock inflazionistici. Questi elementi sono cruciali, e rappresentano un'analisi essenziale per il futuro. La Banca centrale europea deve, infatti, stabilire delle regole per i suoi piani di acquisto del debito, il cui impiego, secondo studi recenti, ha avuto effetti collaterali. I relativi costi e benefici devono essere meglio compresi al fine di definire un quadro di riferimento che stabilisca quando utilizzarli o meno. Questo non significa abbandonare queste misure come parte della politica monetaria, ma che vanno valutate attentamente.

Alex Everett, investment manager di abrdn

Dopo il 2021 le banche centrali hanno adottato una stretta aggressiva e ha funzionato: l'inflazione è ben al di sotto del suo picco e le condizioni finanziarie sono restrittive. Ora è giunto il momento di normalizzare. Per noi una recessione globale rimane improbabile, quindi non è necessario un allentamento eccessivo dei tassi. Il tasso neutrale per gli Stati Uniti è pari a circa il 3%, il 2% nell'Unione Europea, mentre il Regno Unito è probabilmente più vicino agli Stati Uniti che all'UE.

Alcune banche centrali sono state troppo lente a muoversi durante la risalita e il rischio è che siano troppo esitanti nella fase di discesa.

La BCE si è impegnata a tagliare i tassi di interesse a giugno e poi sembra essersi pentita della decisione. La BoE ha effettuato un taglio scomodo in agosto, con quattro voti (su nove) a favore di una sospensione.

Per la BCE, la crescita e i salari hanno sorpreso in positivo quest'anno. Detto questo, le pressioni salariali si stanno abbassando, e il rallentamento della crescita nella seconda metà dell'anno dovrebbe rendere l'erogazione dei tagli meno dibattuta per i membri del comitato.

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