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Italia, Fmi taglia stime Pil, 2014 a -0,2%, 2015 a +0,8%

Pubblicato 07.10.2014, 15:47
Italia, Fmi taglia stime Pil, 2014 a -0,2%, 2015 a +0,8%

MILANO (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale ha tagliato ancora le stime di crescita sull'andamento dell'economia italiana, dopo la revisione al ribasso operata appena una ventina di giorni fa.

Nei capitoli 1 e 2 della nuova edizione del World economic outlook (Weo), il Fmi indica una contrazione del Pil italiano dello 0,2% quest'anno e una crescita dello 0,8% il prossimo.

Nel rapporto ex Article IV sull'Italia, pubblicato il 18 settembre, il Fondo aveva già portato la stima sul Pil italiano del 2014 ad un -0,1%, dal +0,3% contenuto nell'aggiornamento della precedente edizione del Weo, di fine luglio; per quel che riguarda il 2015, in settembre il Fmi indicava una crescita dell'1,1%, stima invariata rispetto a quella di luglio.

"Nell'ambito di un outlook debole, le prospettive non sono uniformi all'interno della regione: più forti in Germania e Spagna, più deboli in Francia e Italia" spiega il Fondo, aggiungendo che "l'economia italiana si è contratta nella prima metà del 2012 e su base annua non è atteso un ritorno ad una crescita positiva fino al 2015".

Nel presentare il rapporto Article IV sull'Italia gli economisti del Fmi avevano già preannunciato la possibile revisione al ribasso delle stime in ottobre, sottolineando che i dati usciti a partire dall'estate, in particolare produzione industriale e fiducia delle imprese, sono risultati inferiori alle attese.

In settembre l'indice della fiducia delle imprese in Italia è sceso a 95,1 toccando il minimo dall'agosto 2013. Per quanto riguarda la produzione industriale a luglio, ultimo periodo disponibile, ha registrato un calo congiunturale dell'1%, contro attese per un dato invariato, gettando un'ombra anche sull'andamento del terzo trimestre, dopo i primi due negativi.

La settimana scorsa il governo ha presentato le nuove stime macroeconomiche, indicando una contrazione del Pil dello 0,3% quest'anno e dello 0,6% il prossimo, livelli quindi inferiori a quelli odierni di Washington.

Restano invece immutate, rispetto a quelle di settembre, le stime del Fondo sul tasso di disoccupazione in Italia: 12,6% quest'anno, di fatto sui massimi, e 12,0% nel 2015.

FMI TAGLIA STIME PIL FRANCIA, GERMANIA

Il Fondo ha limato verso il basso anche le proprie previsioni sul Pil complessivo dell'area euro. Le nuove stime indicano una crescita dello 0,8% nel 2014 e dell'1,3% nel 2015, contro l'1,1% e l'1,5% rispettivi dell'aggiornamento del Weo di fine luglio.

Nel dettaglio, hanno subito una revisione anche le stime su Germania (+1,4% per il 2014 e +1,5% per il 2015, dai precedenti +1,9% e +1,7%) e Francia (+0,4% per il 2014 e +1% per il 2015 dai precedenti +0,8% e +1,5%).

Il Fondo parla in generale di un andamento dell'economia inferiore alle attese nella prima metà dell'anno, a causa di una serie di "sorprese negative", tra cui una "crescita stagnante nell'area euro, con una contrazione del prodotto in Italia, nessuna crescita in Francia e un'inattesa debolezza in Germania nel secondo trimestre".

INFLAZIONE 2015 ANCORA SOTTO TONO IN ITALIA E ZONA EURO

Il Fondo ha rivisto inoltre le proiezioni sull'inflazione italiana, rispetto a quelle diffuse il mese scorso: la variazione dell'indice dei prezzi al consumo è ora vista ad un +0,1% per il 2014, dal precedente +0,4%, mentre per il 2015 ad un +0,5%, dal precedente +1%.

Nell'edizione di ottobre del Weo, il Fondo parla di "prospettive per una ripresa modesta e un'inflazione sotto tono" nella zona euro.

Per la zona euro, il Fmi stima ora un'inflazione allo 0,5% quest'anno e allo 0,9% il prossimo. Le precedenti stime, contenute nel Weo di aprile, erano per uno 0,9% nel 2014 e uno 1,2% nel 2015.

"L'inflazione si attesterà in media attorno allo 0,5% nel 2014 ed è vista ben sotto l'obiettivo di medio termine della Bce nel prevedibile futuro" si legge nel rapporto.

© Reuters. Il logo del Fondo monetario internazionale

Il Fmi vede peraltro aumentare i rischi sia di deflazione sia di recessione nella zona euro. La probabilità di un'entrata dell'economia in deflazione entro il prossimo anno viene ora valutata in circa il 30%, mentre quella di uno scivolamento in recessione in quasi il 40%. Nel Weo dello scorso aprile le due probabilità erano indicate rispettivamente in meno del 25% e in poco più del 20%.

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