ROMA (Reuters) - E' un'Italia, quella fotografata dal Rapporto annuale 2015 dell'Istat, che vede crescere l'integrazione degli stranieri e con città più "eco", ma in cui furti e rapine sono notevolmente aumentati in questi anni di crisi e con un Mezzogiorno che continua a lamentare forti penalizzazioni nell'accesso ai servizi.
Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2015 erano oltre 5 milioni, pari all'8,3% del totale, in primis romeni, albanesi, marocchini e cinesi.
Il rapporto, presentato oggi a Montecitorio, mette in luce come tra gli stranieri di almeno 14 anni più di otto su dieci abbiano nella propria rete di relazioni sociali persone a cui potersi rivolgere in Italia; di questi il 20% ha una rete mista e il 15,5% di soli italiani, contro il 61,9% che conta solamente su connazionali.
E' straniero il 9% della popolazione scolastica, ed è aumentata di circa il 12% la presenza nelle scuole di alunni stranieri nati in Italia. Inoltre la metà degli studenti stranieri nella fascia 10-24 anni dice che vorrebbe proseguire gli studi e andare all'università.
Istat sottolinea poi come tra i bambini stranieri di 6-13 anni il 69,1% abbia un italiano come miglior amico.
AUMENTANO FURTI E RAPINE, DIVARI SALUTE NORD-SUD
Se dal 2009 al 2013 gli omicidi sono calati del 14,3%, furti e rapine sono invece aumentati rispettivamente del 18% (+67% quelli in abitazione) e del 22%. Nel solo 2013 sono stati denunciati 1,5 milioni circa di furti e 44.000 rapine.
Tra i problemi segnalati dal rapporto anche il forte squilibrio territoriale nell'assistenza sanitaria, specie tra Nord e Sud: la quota di persone in cattive condizioni di salute, a parità di età, è del 17,7% nel Centro-nord e del 20% nel Mezzogiorno.
Nella geografia della salute percepita, spiega Istat, "emerge nettamente una situazione peggiore nei centri urbani meridionali, dove il rischio di cattive condizioni di salute è del 50% superiore rispetto alle città del Centro-nord".
ORTI URBANI, TANTO VOLONTARIATO MA POCA FIDUCIA
Le amministrazioni risultano sempre più orientate verso una gestione maggiormente eco-sostenibile delle città, come nel caso degli acquisti "verdi", che nel 2013 sono stati scelti dai due terzi dei Comuni.
Crescono i sistemi di infomobility, e in tema di "smart energy" il 30% dei capoluoghi ha installato punti di ricarica per i veicoli elettrici.
Sempre più diffusi, inoltre, i progetti di innovazione eco-sociale: in 57 città sono presenti gli orti urbani, e per promuovere la sicurezza alimentare 78 Comuni hanno scelto di acquistare prodotti bio certificati per le mense scolastiche.
Il volontariato risulta la forma di impegno sociale più diffusa, anche se quello fotografato dal rapporto è un Paese che si fida poco: solo poco più di un quinto della popolazione dai 14 anni in su ritiene che la gran parte delle persone sia degna di fiducia, contro la media Ocse del 33%.
(Antonella Cinelli)