Di Mauro Speranza
Investing.com – C’è grande attesa sui mercati per l’evento principale della giornata di oggi, il ‘super giovedì’ della Banca centrale europea, con l’istituto centrale che si pronuncerà sui tassi, che dovrebbero restare invariati, e soprattutto per le parole di Mario Draghi nel corso della consueta conferenza stampa post-meeting.
La BCE arriva a questo appuntamento dopo aver ritardato per due volte le previsioni del rialzo dei tassi di interesse, anche a causa del peggioramento delle prospettive macroeconomiche della zona euro, confermate anche dai dati di oggi tedeschi sulla fiducia delle aziende e sulle aspettative di business.
Se il mercato ha già scontato la conferma dell’attuale livello dei tassi almeno fino alla prima metà del 2020, gli operatori si concentreranno sulle parole di Mario Draghi che potrebbero dare indicazioni su una possibile approvazione di nuovi stimoli monetari con la data di settembre la più probabile secondo il consenso degli analisti consultati da Europa Press.
In un discorso tenuto a Sintra (Portogallo) durante un evento della BCE, il banchiere italiano ha dichiarato che se le prospettive non migliorano, saranno "necessari" ulteriori stimoli, tra cui un taglio dei tassi di interesse o la riattivazione degli acquisti di attività nette.
"Il discorso di Draghi a Sintra ha chiarito che la questione sulle prospettive a breve termine per la BCE non riguarda quali fatti negativi sono necessari alla BCE per tagliare i tassi, ma quali sorprese positive potrebbero impedire alla BCE di tagliare i tassi", spiega Carsten Brzeski, economista capo di ING Germania.
Franck Dixmier, direttore del reddito fisso globale di Allianz (DE:ALVG) Global Investor, ha dichiarato che le parole di Draghi in Portogallo rappresentano "un importante punto di svolta nella politica monetaria della zona euro".
Anche il mercato sconta che l'autorità monetaria farà qualche movimento per rilanciare l'economia, non c'è un chiaro consenso sul fatto che la decisione verrà presa nella riunione di questo giovedì o in settembre. "La domanda principale è se la BCE può permettersi di aspettare sei settimane prima di lanciare nuovi stimoli o se dovrebbe sorprendere i mercati", ha aggiunto Brzeski.
Tra le misure prese in considerazione dal mercato vi è un calo di 10 punti base del tasso di deposito a -0,50% e la ripresa degli acquisti di attività nette. Un rapporto pubblicato nei giorni scorsi dalla società di rating S&P Global ha anticipato che questi sarebbero stati gli strumenti scelti da Draghi.
L'analista di XTB Joaquin Robles ritiene che il nuovo ciclo di stimolo sarebbe stato più efficace la scorsa estate. "Una politica monetaria più flessibile potrebbe avere un impatto limitato al momento, poiché gli investimenti e i consumi in Europa sono meno sensibili agli stimoli monetari a causa dell'attuale debolezza del sistema finanziario", ha detto.
Da parte sua, l'analista di Monex Europe Olivia Álvarez concorda sul fatto che aspettare fino a settembre "è una strategia più che probabile" perché per allora la BCE avrà nuove proiezioni macroeconomiche e ci sarà maggiore chiarezza sulla strategia che la Federal Reserve statunitense seguirà nella seconda metà dell'anno.
"L'annuncio di giovedì dovrebbe preparare il terreno per l'inizio di un nuovo ciclo espansivo di politica monetaria, lanciando probabilmente il messaggio più accomodante dell'anno", ha aggiunto Alvarez.
Infatti, il consenso degli analisti concorda sul fatto che la BCE modificherà la propria dichiarazione per specificare che i tassi di interesse rimarranno al loro livello attuale o inferiori almeno per tutto il tempo necessario.
L'altra grande questione su cui il mercato sarà in attesa è l'obiettivo di inflazione dell'autorità monetaria. Negli ultimi giorni, le informazioni pubblicate su "Bloomberg" e "Spiegel" hanno assicurato che la BCE sta valutando la possibilità di allentare il proprio obiettivo di inflazione per renderlo simmetrico. In altre parole, consentire all'inflazione di superare o rimanere al di sotto del 2% per brevi periodi di tempo se la media a lungo termine rimane al 2%.
"Il rischio che rimane è che Mario Draghi cerchi di sorprendere i mercati. Non sarebbe la prima volta", disse Brzeski.