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I mercati europei aprono in forte ribasso, Piazza Affari giù di quasi il 3%

Pubblicato 05.08.2024, 11:21
Aggiornato 05.08.2024, 11:35
© Reuters.  I mercati europei aprono in forte ribasso, Piazza Affari giù di quasi il 3%
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I mercati europei hanno aperto lunedì mattina in forte ribasso. Il sentimento di incertezza continua a prevalere dopo gli intensi ribassi della sessione asiatica di lunedì a causa dei timori per una recessione economica negli Stati Uniti e per un'escalation del conflitto in Medio Oriente.

A Piazza Affari, il Ftse Mib cede il 2,76% attorno a quota 31 mila punti, risalendo dopo aver toccato il -4%, trascinato dal settore del credito. Lo spread tra Btp e Bund, dopo una partenza in chiaro aumento, si muove attorno ai 150 punti base.

Il Cac 40 francese è crollato del 2,78%, il Dax tedesco è sceso del 2,84%, mentre il Ftse 100 ha aperto in ribasso del 2,19%.

Tuttavia, l'euro si è rafforzato rispetto alla maggior parte delle altre valute principali, con Eur/Usd che ha fatto un balzo del 2% rispetto a venerdì scorso, in quanto considerato una valuta rifugio.

I mercati azionari giapponesi hanno registrato ribassi significativi, con un calo fino al 10% lunedì, estendendo l'intenso selloff che ha seguito il rialzo dei tassi della Banca del Giappone la scorsa settimana. Lo yen giapponese ha raggiunto il livello più alto dal 3 gennaio.

I mercati sono in preda al panic selling a causa dell'indebolimento dei dati economici negli Stati Uniti, mentre la Federal Reserve (Fed) rimane riluttante a ridurre i tassi di interesse. Gli investitori temono che la Fed sia troppo lenta nell'allentare la politica monetaria per evitare una recessione economica. A Wall Street, i tre futures di riferimento sono in forte ribasso, lasciando presagire un ulteriore calo all'apertura odierna dei mercati statunitensi. In particolare, i futures del Nasdaq, che pesa sul settore tecnologico, sono crollati del 5%.

I beni rifugio, tra cui l'oro, lo yen giapponese, l'euro e i titoli di Stato, sono saliti grazie all'afflusso di investitori verso destinazioni più sicure. Inoltre, l'indicatore della paura, il Cboe Volatility Index (Vix), ha registrato un'impennata del 26%, superando quota 23, il livello più alto dal marzo 2023.

La crisi del mercato giapponese si riversa a livello globale

I due indici giapponesi di riferimento, il Nikkei 225 e il Topix, sono crollati di oltre il 10%. Il crollo del mercato ha fatto seguito ai rialzi dei tassi della Banca del Giappone (Boj) e alle ulteriori misure di riduzione del programma di acquisto di obbligazioni. Queste misure hanno portato a un significativo apprezzamento dello yen giapponese.

Inoltre, l'aumento dei tassi d'interesse ha suscitato il timore che le imprese giapponesi, molte delle quali con elevati livelli di indebitamento, possano faticare a sostenere le proprie attività. Gli investitori hanno venduto le loro partecipazioni nei mercati azionari e hanno convertito i loro contanti in yen, prevedendo rendimenti più elevati dall'aumento dei tassi di interesse.

Lo yen si è rafforzato del 7% rispetto al dollaro statunitense, raggiungendo il livello più alto da gennaio, con il tasso di cambio Usd/Jpy che è passato da 154 a soli 142,66.

Il crollo del mercato azionario giapponese si è ripercosso su altri mercati regionali a causa delle ingenti partecipazioni del governo giapponese all'estero, in particolare a Wall Street.

I rendimenti dei titoli di Stato crollano, l'oro sale e il Bitcoin crolla

I rendimenti dei titoli di Stato a livello globale sono scesi bruscamente a causa del sentimento prevalente di risk-off, in quanto le obbligazioni sono tipicamente considerate un rifugio sicuro durante i periodi di crisi. I rendimenti obbligazionari si muovono inversamente ai prezzi delle obbligazioni. L'indicatore principale, il rendimento del Tesoro decennale statunitense, è crollato al 3,75%, il livello più basso dal giugno 2023. In Asia, il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è sceso di 14 punti base, toccando il minimo da quattro mesi dello 0,8%.

I principali titoli di Stato europei potrebbero subire un andamento simile, con i prezzi dei bund tedeschi e dei gilt britannici che subiscono pressioni al rialzo.

I prezzi dell'oro sono saliti vicino ai massimi storici, poiché il metallo prezioso è considerato un tradizionale bene rifugio. I futures sull'oro al Comex sono saliti dello 0,73% a 2.487 dollari (2.275 euro) per oncia, ad appena lo 0,7% dal massimo storico registrato a luglio.

Al contrario, il Bitcoin è stato svenduto, riflettendo il suo status di asset più rischioso. La più grande criptovaluta ha perso il 18% da venerdì, raggiungendo 53.400 dollari (49.043 euro).

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